“Si tratta di una indubbia vittoria del Comitato Noradar Capo Sperone e degli altri Comitati sardi, delle Associazioni ambientaliste che hanno sostenuto la lotta delle comunità che si sono mobilitate a difesa del proprio territorio e per impedire che si creassero nuove servitù militari in Sardegna” scrive in un comunicato stampa il comitato di Sant’Antioco.
Il Comitato ringrazia tutti i cittadini di Sant’Antioco che hanno creduto nella protesta, hanno solidarizzato e hanno contribuito a tenere viva l’attenzione.
La soddisfazione per il risultato raggiunto non può però far dimenticare che la Sardegna non si è ancora liberata definitivamente del rischio radar, le intenzioni sono quelle di spostarli in altri siti, altrettanto sensibili e importanti sotto l’aspetto ambientale e paesaggistico.
L’installazione dei radar radar ELM-2226 è prevista all’interno dei fari della Guardia Costiera di Capo Sant’Elia dentro la città di Cagliari, Capo Sandalo a Carloforte, Capo San Marco nel Sinis e Capo Caccia ad Alghero. Siti quasi tutti già individuati per ospitare anche i radar della rete VTS della Guardia Costiera.
Come i Comitati Noradar sostengono da mesi, qualsiasi sia il sito, l’impatto delle onde elettromagnetiche rimane lo stesso, anzi … le onde emesse dal nuovo radar si sommano a quelle emesse dai radar già in funzione dove ci sono e si sommeranno a quelle dei radar VTS quando li piazzeranno.
Il Comitato NOradar Capo Sperone ritiene che sia stata vinta una battaglia che dimostra l’utilità della mobilitazione popolare ma, tenendo fede al proprio slogan NO RADAR NE QUI NE ALTROVE, ritiene di dover vigilare e di dover proseguire la battaglia e la mobilitazione a fianco dei Comitati e dei Cittadini che stanno protestando contro i nuovi e i vecchi radar inquinanti e pericolosi per la salute e l’ambiente.
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