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Terremoto/1. Panico e morte in Emilia Romagna

La prima scossa è stata segnalata alle 4.05 della mattina e ha provocato 5 morti nel ferrarese e 1 nel bolognese, tra cui 2 operai che stavano svolgendo il turno di lavoro notturno alla Sant’Agostino Ceramiche , Nicola Cavicchi e Leonardo Ansaloni,che sono morti schiacciati sotto il crollo del tetto avrebbero terminato il turno alle 6.

Un operaio marocchino di 29 anni è morto nel crollo di un capannone industriale a Ponte Rodoni di Bondeno ed un altro, Gerardo Cesaro, 57 anni, prossimo alla pensione, è stata individuata sotto le macerie della fonderia Tecopress di Sant’Agostino,oltre a due donne colpite da infarto.

Ingenti i danni alle case ed a gli edifici storici crollata l’antica chiesa di Buonacompra, paesino del centese (Ferrara), sono stati inoltre accertati il crollo di una statua all’interno della Chiesa di San Giovanni in Persiceto e crepe e inagibilità alla chiesa di Caselle di Crevalcore.migliaia i cittadini finiti per ore in strada

L’ultima scossa è avvenuta alle 15.18 di magnitudo 5.1 ed ha provocato un morto, un Vigile del Fuoco che stava lavorando è stato travolto dal crollo della torre dell’orologio a Finale Emilia nel modenese.

Domani, e fino alle verifiche strutturali dei tecnici, le scuole di ogni ordine e grado della provincia di Ferrara, epicentro insieme a quella di Modena del terremoto che ha colpito l’Emilia-Romagna, resteranno chiuse. Chiusi anche biblioteche e musei, sono state sospese tutte le manifestazioni culturali, sportive, cinema e teatro.

Il presidente del Consiglio Mario Monti questa notte per il tramite del Sottosegretario di Stato Antonio Catricalà ha conferito al Prefetto Franco Gabrielli tutti i poteri necessari a coordinare i soccorsi e l’assistenza alle popolazioni colpite dal terremoto». È quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi. «Lo stato d’emergenza – conclude la nota – sarà formalizzato nel Consiglio dei Ministri previsto per martedì.

Tra i paesi più vicini all’epicentro di questa mattina ci sono Borgofranco sul Po, Carbonara di Po, Felonica, Calto, Castelmassa, Castelnovo Bariano, Ceneselli e Melara, Magnacavallo, Pieve di Coriano, Poggio Rusco, Revere, San Giovanni del Dosso, Schivenoglia, Sermide e Villa Poma, Vergantino, Camposanto, Medolla, Mirandola, San felice sul Panaro, Crevalcore, Pieve di Cento, Bondeno, Cento e Sant’Agostino.

Per fare esempi storici il terremoto di stanotte, di magnitudo 6, è stato forte quasi quanto quello, di magnitudo 6.2, che nel 2009 distrusse L’Aquila. Quello del 1976 in Friuli fu di magnitudo 6.2, quello dell’Irpinia (1980) di magnitudo 6.8, quello di Umbria e Marche (1997) di magnitudo 5.6.

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