Quando nei giorni scorsi nella valle si è sparsa la notizia che ieri sarebbe transitato un treno carico di scorie nucleari italiane dirette in Francia, è scattata la mobilitazione. A lanciare l’allarme sarebbero stati Legambiente e Pro Natura di Vercelli che sabato scorso avevano scoperto sul sito della locale prefettura un comunicato che riepilogava il piano di emergenza per i trasporti dei rifiuti nucleari. Alla contrarietà espressa dai sindaci dei comuni della Valle il governo non si è degnato neanche di rispondere.
Assemblee improvvisate hanno deciso che non era il caso di far passare il treno nucleare senza ‘colpo ferire’ e così è stato. Dall’altra parte ha trovato uno schieramento di forze di Polizia anche più imponente di quello abitualmente già schierato in Val di Susa a protezione dei cosiddetti cantieri dell’alta velocità, con l’arrivo di altre unità di Polizia e Carabinieri dalle regioni vicine.
Alla fine il convoglio è passato, ma dopo ore di manifestazioni e scaramucce in diversi punti del percorso del treno nucleare.
E comunque i NoTav sono riusciti a richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica locale e nazionale sulla pericolosità dei treni nucleari carichi di scorie che, periodicamente, partono da Saluggia per raggiungere Le Hague, nel Nord-Est della Francia, dove vengono riprocessati.
Il convoglio è passato alla stazione di Borgone, pochi minuti dopo che
Nel corso della notte, scrivono le agenzie di stampa, sarebbero stati identificati circa duecento manifestanti, e per alcuni di loro scatteranno anche le denunce andando così a ingrossare le fila degli attivisti colpiti da provvedimenti giudiziari.
Gli agenti hanno addirittura bloccato un treno regionale, partito da Chiomonte, su cui stavano viaggiando parecchi pendolari e 115 attivisti No Tav diretti a Bussoleno, dove intendevano unirsi ai manifestanti locali. Quando sono arrivati a Bussoleno i manifestanti si sono accorti che la stazione era piena di agenti in tenuta antisommossa e memori della trappola del 25 febbraio alla stazione torinese di Porta Nuova hanno deciso di rimanere nei vagoni. A tentare di sbloccare la situazione ci hanno provato due avvocati del Legal Team del movimento No Tav e alcuni rappresentanti politici della sinistra ai quali però i responsabili delle forze di occupazione hanno spiegato che il loro intervento si rendeva necessario visto che alcuni attivisti avevano il volto coperto.
Nel corso della notte si erano anche diffuse voci secondo le quali la polizia aveva deciso di sgomberare forzosamente il campeggio allestito dai NoTav nel territorio di Chiomonte, vicino al fortino-cantiere assediato nella notte tra sabato e domenica. In effetti alcuni gruppi di agenti in tenuta antisommossa si erano pericolosamente avvicinati al campeggio facendo scattare l’allarme, soprattutto perché erano accompagnati da una ruspa e da un idrante. Ma poi lo sgombero, fortunatamente, non c’è stato e dopo circa mezzora militari e blindati sono rientrati nel fortino.
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