Dopo anni di sussurri e di supposizioni, anche dalle dichiarazioni ufficiali emerge l’autentico Biocidio in corso nell’area Nord di Napoli e, prioritariamente, nel comune di Giugliano. Oltre 220 ettari di territorio sono zeppi di veleni e sono senza possibilità di bonifica. Il primo studio dell’Istituto Superiore di Sanità afferma testualmente che l’inquinamento è senza rimedio. Inoltre la stessa falda acquifera risulta contaminata da sostanze cancerogene volatili anche nei 2mila ettari circostanti. “Realisticamente la bonifica appare impossibile – ha ammesso il commissario di governo, Mario De Biase – Per legge, infatti, bisognerebbe raccogliere tutti i materiali, rimuoverli e trasportarli altrove. Stesso discorso vale per le acque. Un’impresa proibitiva”. Si conferma, quindi, quanto da anni denunciano, controcorrente, gli attivisti sociali e si rafforzano, ulteriormente, le ragioni sociali della lotta contro l’annunciata costruzione di un nuovo Inceneritore proprio nel comune di Giugliano. Giugliano, forse è il luogo più rappresentativo del disastro ambientale nella “terra dei fuochi”. La terza città della Campania è anche una delle metropoli se si pensa ai rifiuti, dove l’inquinamento è ormai senza rimedio. Per questo gli abitanti di Giugliano sono scesi in piazza mercoledi per dire “no” alla costruzione di un inceneritore che, in un’area già devastata dall’abusivismo edilizio e dalle discariche illegali, dovrebbe smaltire in 20anni sei milioni di ecoballe accumulate a Taverna del Re, secondo quanto previsto dal piano rifiuti della Regione Campania. La gente non vuole una nuova fonte di inquinamento, di biocidio, di morte.
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