Il corteo ‘Fiume in piena’ è partito intorno alle 14,30 da Piazza Garibaldi a Napoli. In piazza sono scese tantissime persone provenienti da ogni angolo della Regione per dire no al ‘biocidio’. Si calcola che dovrebbro partecipare circa 50.00 manifestanti, forse anche di più. Chiedono l’immediata bonifica delle terre campane inquinate dagli sversamenti illegali di rifiuti tossici e nocivi. L’indice è puntato anche contro il fenomeno dell’incendio di rifiuti che fa conoscere alcuni comuni delle province di Napoli e Caserta come ‘La terra dei fuochi’.
Più tardi i nostri compagni ci faranno avere una cronaca dettagliata della manifestazione.
Nell’attesa:
Il “fiume in piena” è giunto in piazza del Plebiscito. E la conta dei presenti, per l’organizzazione, arriva a 100mila partecipanti, per la polizia solo 30mila: in genere la valutazione più probabile è quella che sta in mezzo. La manifestazione contro la Terra dei Fuochi è nel vivo. Momenti di tensione quando il gonfalone del Comune di Napoli è stato portato alla testa de corteo ed è stato allontanato dagli organizzatori che hanno imposto agli addetti del Comune di Napoli di stare assieme a quelli di tutti gli altri comuni. I partecipanti si sono mossi dietro lo striscione gigante con lo slogan non solo di una giornata ma di un intero movimento che, oggi e per il futuro, vuole essere considerato inarrestabile. Come un fiume ingrossato dalle acque e che rompe gli argini. Tanti gli striscioni che stanno sfilando per le strade del centro di Napoli per dire ‘stop al biocidio’. Molti, scritti a mano e con i pennarelli, riportano parole e slogan in napoletano: alcuni mostrano disegni con teschi, altri srotolano striscioni che accusano il silenzio che in questi anni ha riguardato l’inquinamento della cosiddetta Terra dei fuochi. Oltre alle foto di alcuni bambini morti di tumore, i manifestanti, molti dei quali studenti, issano come vessilli le fotografie di alcuni degli ex commissari straordinari all’emergenza rifiuti in Campania: da Antonio Rastrelli ad Antonio Bassolino, passando per Corrado Catenacci e Alessandro Pansa. Sotto ogni foto c’è scritto «colpevole di biocidio». Tanti gli slogan urlati da chi è per le strade mentre un grande striscione è stato srotolato in piazza Bovio: «Camorra, Stato, imprenditoria, stesse colpe». Alla testa del corteo un grande striscione: #Fiumeinpiena stop biocidio. Tra i volti noti a sfilare anche Nino D’Angelo. Il corteo è partito da piazza Mancini con in testa il parroco di Caivano, Maurizio Patriciello, con gli striscioni e la bandiere di tanti comitati campani, soprattutto della Terra dei fuochi. Nelle prime file tanti cartelli con i volti dei commissari del governo durante l’emergenza rifiuti. I manifestanti sfilano accompagnati dalla musica delle nacchere e tammorre delle “paranze” tipiche della zona di Giugliano. «È un fiume in piena di speranza ma anche di disperazione», spiega don Patriciello, che in merito alle spaccature tra i movimenti sottolinea che «questa è la manifestazione del popolo campano per dare un mondo migliore ai nostri figli». Prova a ricomporre il fronte anche l’attivista Angelo Ferrillo, che ha organizzato l’altra grande manifestazione a Napoli ed è presente oggi con un grande striscione contro roghi tossici e sversamenti illegali. «In piazza ci saranno molte istanze – dice – ma l’obiettivo è comune. Sono pronto a manifestare con tutti qui, anche con don Patriciello». Don Maurizio Patriciello è stato alla testa del corteo che ha percorso corso Umberto, piazza Bovio, via Guglielmo Sanfelice, via Medina, piazza Municipio, verso la meta di piazza del Plebiscito. Ci sono carri allegorici, musicisti, maschere lugubri. Eppure, tra tanto dolore represso negli anni, la nota di fondo è quella, gioiosa, della coesione, della consapevolezza. Tornano le foto dei morticini, i bambini morti troppo presto e, secondo medici e ricercatori, in un numero eccessivo rispetto alla media fisiologica. Li portano le loro mamme che quelle foto hanno già inviato a papa Francesco, al presidente Napolitano. Si attende il sindaco. Luigi De Magistris. Ha detto che ci sarebbe stato, l’ha ribadito. Ha rifiutato i consigli di chi diceva fosse più opportuno mantenere un distacco cosiddetto istituzionale. La gente lo aspetta. Ed il suo staff fa sapere che è in arrivo. «Siamo 100mila». Gli organizzatori danno il bilancio delle presenze. La situazione scorre tranquilla, anche se animata dal lancio di qualche fumogeno rosso. Ci sono proprio tutti, perfino i neoborbonici hanno portato le loro bandiere. E la statua di Vittorio Emanuele, lungo il percorso, viene drappeggiata con uno striscione che dice: «Camorrista imprenditore». L’inno dei briganti. Per tutti, savoiardi e neoborbonici, risponde, dalla folla, il canto dei briganti che resistevano un po’ contro tutti: «’A terra è nostra e non s’adda tucca’». Chi c’è. L’oncologo Antonio Marfella del Pascale, una vita di battaglie per portare all’attenzione nazionale la questione rifiuti, sfila vicino a don Patriciello. Con loro il cantante Nino D’Angelo, il segretario della Fiom Cgil Maurizio Landini. Per il Comune il vicesindaco Tommaso Sodano. (Fonte: Il Mattino e L’Unità)
Pubblicato da red. prov. “Alto Casertano-Matesino & d”
Intanto vi alleghiamo il discorso che verrà letto dal palco, in piazza Plebiscito, alla conclusione del corteo.
****
*
Comitato No Inceneritore 16 nov 2013
Uno studio del Consiglio Nazionale di Ricerca degli Stati Uniti, uno dei tanti studi prodotti negli anni dalla comunità scientifica internazionale, nel 2000 così scriveva: “Dopo che le sostanze inquinanti provenienti da un impianto di incenerimento si disperdono nell’aria, alcune persone vicine all’impianto potrebbero essere esposte direttamente attraverso l’inalazione o indirettamente attraverso il consumo di cibo o d’acqua contaminati a seguito della deposizione sul suolo, sulla vegetazione e nell’acqua dei composti immessi in atmosfera. Per i metalli ed altre sostanze inquinanti che persistono nell’ambiente, gli effetti potenziali possono estendersi oltre l’area vicina all’inceneritore. Infatti, i composti persistenti possono essere trasportati lontano dalle fonti di emissione, attraversare differenti trasformazioni chimiche e fisiche, e passare diverse volte attraverso il suolo, l’acqua ed il cibo.”
Potremmo citare tantissimi altri studi scientifici che dimostrano come l’incenerimento dei rifiuti sia nocivo perché produce nano polveri non filtrabili, non risolve il problema delle discariche, perché il 30% di quello che si brucia deve andare in discarica sotto forma di ceneri pericolose, ed inoltre affossa la raccolta differenziata.Ci sono decine e decine di ragioni per essere contro gli inceneritori. Di fatti, laddove sono maggiormente stati utilizzati in passato, si sta procedendo alla loro dismissione o ad un utilizzo sempre più ridotto.Fuori tempo massimo, quando oramai la scienza ci dice che gli inceneritori producono morte, la Regione Campaniadecide di costruirne altri oltre a quello di Acerra. Da Napoli Est e Salerno, si è passati a Giugliano.L’agro giuglianese e aversano è terra di devastazione ambientale, di protratto saccheggio del territorio che oggi produce tutti i suoi effetti morbosi e mortali, come tanti altri comuni della Campania.Roghi tossici discariche legali ed illegali, hanno contribuito ad inquinare aria, terra, cibo, falde acquifere, finendo per incidere direttamente sulla salute umana.Ma riteniamo che la soluzione a queste problematiche non sia di certo la militarizzazione delle nostre terre!Questa sarebbe l’ennesima soluzione di emergenza, e non ci siamo scocciati di essere in emergenza!Noi vogliamo la normalità!Ormai inoltre in noi scarseggia la fiducia in certe forze dell’ordine frutto di uno stato che dovrebbe tutelare e difendere la propria popolazione e le sue terre, ma che invece agevola l’inquinamento e reprime con violenza chi cerca di difendere la propria terra! Ne sono stati esempi lampanti le manifestazioni di pochi anni fa a Taverna del Re e la grave criminalizzazione e repressione che subiscono i movimenti nella nostra penisola, partendo geograficamente da chi lotta per un’opera inutile nella Val Susa fino ad arrivare in Sicilia ai No Muos!Per anni, per decenni, sistemi criminali, imprenditori, politici ed istituzioni hanno pianificato e condotto un vero e proprio biocidio. Un’aggressione senza precedenti a tutte le forme di vita: umana, animale, vegetale, marittima presenti in zona. Spesso con la complicità o grazie alla cecità delle forze dell’ordine e della stessa magistratura, con atti di vera e propria disinformazione ed occultamento di responsabilitàSi prova ad addossare ogni colpa alla sola camorra, mentre molti sono i responsabili: si aggirano tra di noi, sono tanti colletti bianchi, tanti nostri rappresentanti politici ed istituzionali, tanti corrotti e collusi.Negli ultimi 20 anni abbiamo assistito a una vera e propria aggressione del territorio da parte delle istituzioni, con l’apertura di decine di discariche non a norma, con la costruzione di impianti di CDR che hanno prodotto solo milioni di finte eco balle, con la devastazione d’immensi territori, strappati all’agricoltura e trasformati in enormi discariche a cielo aperto come quella di Taverna del Re.Tutto questo è stato fatto dallo Stato ed è stato imposto con la forza e con la repressione poliziesca.La repressione che abbiamo subito non è storia ma grandissima attualità!Ultimo, solo cronologicamente, è stata l’aggressione subita ieri dalle migliaia di studenti scesi nelle piazze italiane. Qui a Napoli in più di tremila studenti sono scesi in strada per manifestare per il loro futuro, per il loro diritto all’istruzione e per il loro diritto alla vita.Il corteo di ieri che lanciava la manifestazione di oggi è stato caricato per ben tre volte dalle forze dell’ordine, che hanno inseguito i manifestanti fin dentro le sedi delle università, malmenandoli e facendo tre fermi! Questo è l’ennesimo atto di uno Stato che da troppi anni non vuole ascoltare le grida delle comunità in lotta, ma viaggia ciecamente in una sola direzione: essere parte integrante dei processi di accumulazione di profitti per le solite note lobby del potere economico-finanziario a scapito degli interessi della collettività. E la posizione dello Stato non è certamente mutata nelle ultime legislature!Di fatto grazie al recente decreto del fare prosegue l’elargizione di fondi a chi costruirà inceneritori. L’incentivazione attraverso i soldi dei contribuenti prevista dal provvedimento CIP/6 del 1992, che assimila l’energia prodotta da inceneritori a quella prodotta da fonti rinnovabili, per la costruzione e per la produzione dell’energia che fornirà l’impianto di incenerimento. E’ chiaro quindi lo schieramento da parte dello Stato al fianco degli interessi del padronato industriale, e quindi al fianco di chi ha già inquinato e saccheggiato i territori per speculare e per accumulare profitti. Chi ci va a guadagnare? Enel, Edison o Eni e tanti altri tutelati dalla Confindustria italiana tra cui: L’A2A, azienda che si è presentata al bando di gara per la costruzione dell’Inceneritore di Giugliano, attraverso questo procedimento ha guadagnato, grazie all’inceneritore di Brescia, fiori di milioni di Euro negli scorsi anni.È necessario che la magistratura impegni ingenti risorse per perseguire i responsabili di tale disastro piuttosto che ignorare la colpevolezza di chi è responsabile, direttamente e non, della strage perpetua in Campania. Non vogliamo relegare la nostra battaglia nelle aule dei tribunali, ma la magistratura e le forze dell’ordine facciano la loro parte. Più di quanto non hanno fatto finora. E’ vergognosa l’assoluzione completa di Bassolino e di tutti coloro che dirigevano le società Fibe ed Impregilo.Chi ha inquinato deve pagare!Uno Stato che, ben conoscendo il biocidio e la devastazione qui presenti, ha avuto il coraggio di sottrarre le nostre terre dai Siti di Interesse Nazionale, cioè tutti quelle aree più estese segnalate per i loro tassi di inquinamento ambientale e che necessitano di interventi di bonifica di vario genere!In ogni famiglia c’è un caso di malattia tumorale che ci costringe a dire addio ad un nostro caro, dopo sofferenze indicibili. I politici, perfino ministri, che addebitano le nostre morti ai nostri stili di vita, devono solo vergognarsi. Non dovranno più avere agibilità politica.Questi deplorevoli atteggiamenti istituzionali stanno dando facile sponda a chi è interessato a speculare sulle nostre vite!Fino quasi a legittimare vergognose e xenofobe pubblicità contro le nostre terre!nonostante l’inquinamento di alcuni terreni, la Campania Felix è ancora un territorio dove si producono degli ottimi prodotti agricoli, per questo chiediamo la mappatura dei siti inquinati.Da mesi è in corso un processo di grande presa di coscienza dei cittadini campani più immediatamente colpiti da questo disastro. Grazie anche al lavoro di controinformazione ed alle battaglie condotte nel corso degli anni da molti attivisti ed associazioni, oggi tutti possono avere a disposizione una mole di informazioni tali da alimentare una veloce presa di coscienza. Ciò che fino a qualche tempo fa eravamo in pochi a dire – perciò considerati per lo più matti e terroristi – oggi è di pubblico dominio. Siamo in tanti, sempre di più, siamo un FIUME IN PIENA.Non esistono e non vogliamo “salvatori della patria”. Siamo convinti che solo la consapevolezza diffusa e la lotta popolare possano porre fine allo scempio.È necessario generalizzare la protesta, la lotta sull’intero fronte ambientale, unendo tutte le vertenze sulla salute, l’ambiente e alla non privatizzazione del servizio idrico e dei rifiuti, che la regione Campania con leggi in parallelo sta offrendo su un piatto d’argento alle lobby affaristiche. C’è un filo rosso che unisce tutte queste lotte: quello del saccheggio e dell’aggressione alla natura nel suo complesso, che annega il presente ed ipoteca il futuro.Siamo contro l’inceneritore sia a Giugliano che altrove. Siamo contro tutti gli impianti di incenerimento comunque essi funzionino o siano chiamati. Ci batteremo contro la costruzione e la permanenza di gassificatori o delle centrali a biomasse.Il bando di gara dell’inceneritore a Giugliano è un vero e proprio atto ostile contro il territorio, la sua comunità e dell’intera regione. Perché se passa una simile scelta politica, l’intero movimento subisce un forte arresto.Abbiamo ribadito e continueremo a ribadire con forza che se la gara sarà affidata, noi adotteremo incessanti pratiche di sabotaggio nei confronti della ditta aggiudicataria, dei mezzi d’opera e del cantiere, non permetteremo a nessun altro di inquinare altri terreni agricoli, nei quali si coltivano e si raccolgono prodotti di ottima qualità. Faremo di tutto per difendere la nostra terra, metteremo i nostri corpi d’avanti alle ruspe, non permetteremo a nessuno di continuare il Biocidio.Siamo oggi tutti uniti per gridare il nostro NO netto, radicale, senza se e senza ma agli inceneritori. Chiediamo l’immediato ritiro del bando di gara.Viviamo su terre in cui le istituzioni hanno consentito la devastazione del litorale flegreo, su cui ancora viene millantata una bonifica mai avvenuta dove i depuratori posizionati non sono funzionanti, grazie alla collusione delle solite istituzioni con la stessa criminalità che ancora oggi inquina i laghetti di Giugliano e Castel Volturno. Siamo qui riuniti come una folla pacifica, nonostante abbiamo innumerevoli motivi per essere arrabbiati, stanchi, insoddisfatti dei trattamenti che riceviamo.Siamo pacifici, ma la nostra pazienza ha un limite.Revocate il bando. Altrimenti avrete masse sempre più grandi di popolazione che vi assedieranno.Sì. Vi assedieremo. Come abbiamo già fatto lo scorso 14 ottobre, fuori gli uffici del Palazzo della Regione, lo faremo ancora con l’accampata che seguirà questo corteo. Quello del 14 ottobre, insieme alle tante mobilitazioni dei mesi scorsi, sono solo un segnale di quanto i comitati, sotto la spinta popolare, sono in grado di fare. Saremo sempre di più, troppi per fermarci.Se i politici, chiusi nelle loro stanze, nei loro grattacieli, non ci ascoltano, faremo in modo di farci ascoltare.Il ritiro del bando di gara per l’inceneritore ed il NO allo stesso è solo il primo punto del nostro programma di lotta!Da tutta la Campania le comunità in rivolta chiedono:• Una commissione indipendente di scienziati, tecnici, medici e cittadini che analizzi le balle di rifiuti sparse in tutta la Campania ed indichi la migliore soluzione a tale problema, ispirandosi ai principi non della maggiore economicità ma della soluzione che meglio sia adeguata a tutelare la salute e l’ambiente. La nostra vita non la vendiamo.• Un piano nazionale di bonifica dei territori inquinati, che preveda l’utilizzo delle più avanzate tecniche di messa in sicurezza e bonifica, che escluda ogni collusione con i soliti noti, imprenditori in odor di camorra e gestione verticistica e commissariale delle bonifiche. Vogliamo un piano di bonifiche che parti con l’arresto dei roghi tossici, degli sversamenti illeciti e della compromissione della falda acquifera.Vogliamo una bonifica che dia lavoro ai tanti disoccupati, tramite percorsi seri di formazione. Un piano di bonifiche che in questo modo sia controllato dal basso, così da evitare truffe, bonifiche parziali o infiltrazioni malavitose. Un piano di bonifiche che sia anche un piano di riqualificazione territoriale delle aree devastate. Non ci accontenteremo degli spiccioli, perché le nostre vite valgono più di qualsiasi somma di denaro. Le politiche di austerità non siano un alibi per interventi ridotti, quindi inutili.• La fine immediata dei roghi tossici, veri inceneritori a cielo aperto. Fonti di disastri ambientali giganteschi. Ci sono i mezzi e le tecnologie per porre fine, sin da subito, a tale fenomeno. Manca solo la volontà politica per farlo. L’assessore Romano già tre anni fa promise che nel giro di 60 (sessanta!) giorni avrebbe ridotto di molto i roghi. Oggi, novembre 2013, i roghi tossici continuano indisturbati. Dov’è il controllo tanto promesso? Perché non si è fatto ancora nulla? Le responsabilità sono evidenti.Attenzione però: non ammettiamo che si limitino ad inviare ingenti quantità di militari nelle nostre zone dichiarando lo stato di emergenza. Basta con l’emergenza. Questo è un termine che noi cittadini campani abbiamo imparato ad interpretare secondo le logiche di chi ci ha inquinato. Noi vogliamo che questo territorio viva uno stato di regolarità.• Un piano alternativo per i rifiuti, centrato sulle parole d’ordine della riduzione degli sprechi, del riuso, del riciclo, della raccolta differenziata porta a porta.Oggi il fiume si è mosso ed è partito per travolgere l’intera regione. Con oggi comincia un nuovo percorso che è il frutto del coordinamento unanime di gran parte delle realtà in lotta della Campania contro il Biocidio. Siamo della convinzione, però, che questo fiume possa straripare dalla regione per travolgere, con un coordinamento nazionale che coinvolga tutte quelle realtà nazionali accomunate dalla stessa lotta: l’interesse e la vita dei cittadini contro l’accumulazione di profitti. Tutti uniti in questo fiume in piena, Dai no TAV ai no muos, passando per le mille altre esperienze viventi in ogni angolo del paese, per travolgere l’intera nazione.Per questo siamo convinti della necessità di una data comune di questo enorme fiume che inondi le strade di Roma, in corteo sotto i palazzi del potere dei reali responsabili della devastazione che oggi viviamo. Riappropriamoci delle nostre vite, del nostro futuro. Riappropriamoci del diritto di scegliere, di decidere!Le nostre ragioni prevarranno sui loro profitti ed interessi personali.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa