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Giugliano al voto. Intervista ad Arianna Organo

Il prossimo 20 e 21 settembre – oltre a svolgersi le elezioni regionali in Campania ed in altre regioni d’Italia – si voterà anche per eleggere i Sindaci ei Consigli Comunali in molte città.

In Campania si andrà al voto anche a Giugliano in provincia di Napoli. Questo paese o meglio questa incrdibile conurbazione urbana situata a Nord di Napoli – conta oltre 125000 abitanti e si estende per un largo territorio.

Giugliano è il terzo comune della regione per popolazione ed è il comune non capoluogo di provincia più popoloso d’Italia. Se a questa dimensione urbana e demografica sommiamo tutto l’arco delle contraddizioni sociali che si palesano in tale agglomerato evidenziamo, nettamente, l’importanza politica che riveste tale test elettorale.

Potere al Popolo ha deciso di essere presente a questa sfida e la locale Assemblea Territoriale ha designato come proprio “candidato Sindaco” la compagna Arianna Organo alla testa di una lista di PAP.

Incontriamo Arianna dopo qualche giorno dalla Conferenza Stampa che ha reso noto formalmente di tale decisione del nodo locale di Potere al Popolo e gli rivolgiamo alcune domande:

Ieri Potere al Popolo ha comunicato la decisione di puntare, per la prossima sfida elettorale alle comunali di Giugliano, sulla tua persona e, naturalmente, sul complesso delle iniziative sociali, sindacali e territoriali che ti hanno visto, in questi ultimi anni, attiva protagonista. Puoi farci un tuo profilo politico/personale per i lettori di Contropiano?

Sono un medico veterinario e mamma di 3 figli, dopo un breve approccio alla politica, piuttosto deludente a 20 anni, mi sono dedicata allo studio e alla famiglia finché la necessità di intervenire pubblicamente non si è fatta urgente. Ho ripreso il mio impegno circa 10 anni fa durante l’emergenza rifiuti, quindi posso affermare che la mia attività politica comincia da lì, con i cortei, le proteste, i blocchi e le assemblee pubbliche. 

Fino a che la partecipazione dei cittadini non ha cominciato a scemare, (solo dopo tempo ho icompreso che tale fenomenologia è una dinamica naturale nelle lotte sociali), al momento per me era fonte di preoccupazione e ho cominciato a parlare con la gente, per capire. La risposta più comune era che avevano la necessità di sopravvivere, a Giugliano la disoccupazione e il lavoro nero sono piaghe ataviche, e non potevano occuparsi del tema dei rifiuti.

Contemporaneamente sono stata contattata dal nascente Comitato Disoccupati per un consiglio sulle proposte di utilizzo dei beni confiscati alla camorra, per un Bando emanato dal comune, qui conobbi da vicino la realtà delle famiglie dei disoccupati e da qui la lotta per il lavoro è diventata la mia priorità, affinché tutti potessero poi interessarsi all’ambiente. 

Numerose sono state le iniziative e le proposte messe in campo sia comunale che regionale, mentre parallelamente si sviluppava il conflitto ambientale che, comunque non ho mai abbandonato. 

Parlando con i disoccupati ho capito che vi era bisogno soprattutto di prevenire la disoccupazione e prima ancora, l’abbandono scolastico, quindi è nato il doposcuola popolare, tra poco avremo anche la scuola per immigrati, si fa quello che è utile. 

Negli anni, a forza di confrontarci con esponenti politici più o meno importanti, riguardo alle tematiche ambientali o di lavoro, progetti europei e welfare (l’ultimo è stato il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa), ho dovuto studiare e informarmi, per capire dove finiva l’impossibilità di intervenire e cominciava la mancanza di volontà politica. 

Ho scoperto che nella maggior parte delle vertenze irrisolte è la volontà politica a mancare, per questo ho accettato la proposta, darci uno strumento in più per continuare a lottare potrebbe essere molto utile. 

 

Giugliano è un grande comune ma è soprattutto un variegato contenitore di contraddizioni sociali di ogni tipo. Puoi farci una sintetica fotografia delle questioni strutturali che più insistono su questo territorio che è – anche paradigmaticamente – uno specchio del dominante modello di sviluppo capitalistico che si riproduce in questa zona della Campania?

Giugliano per le sue dimensioni sembra una città ma la sua conduzione è sempre stata quella di un paese.

È un territorio variegato dal punto di vista ambientale, possiede un centro storico molto antico e piccolo ed un’enorme periferia che parte da qualche centinaio di metri dalla casa comunale fino ad arrivare al mare; tutto quello che non è considerato centro viene sistematicamente trascurato, anzi, per meglio dire utilizzato in malo modo. 

Tra il centro e la zona costiera vi sono immense distese di verde – Campania Felix – che in passato hanno rappresentato la prima fonte di guadagno, l’agricoltura ha sempre avuto un ruolo dominante fin quando i terreni non sono stati riempiti di rifiuti, sotto e sopra. 

Legalmente e illegalmente. 

La zona costiera è un’ampio scorcio di spiagge dalla sabbia finissima, con un lago a forma di cuore che è collegato al mare, il Lago Patria. 

Detta così sembra una bellissima zona e lo sarebbe se non fosse considerata la periferia della periferia, dove i lidi privati hanno murato tutto, perfino la visuale, dove non ha mai funzionato un depuratore e nelle case di Licola (la frazione sul mare) che sono in gran parte occupate dai terremotati del 1980, regna l’abbandono e il degrado in case ormai fatiscenti, dove nessuno è mai intervenuto e nessuno ha mai protestato sentendosi abusivo, non cogliendo che il vero abuso è quello di uno Stato che non ha mai provveduto a dargli un’alloggio ed una rete di servizi.

Tutti i candidati, ad ogni tornata elettorale, si fanno un giro in costiera, qualcuno si è costruito un vero e proprio regno clientelare con piccoli favori, concessioni e buste della spesa, facendo promesse e lasciando oboli ma la situazione peggiora di anno in anno. 

Nella zona costiera vi è anche un sito di un notevole interesse storico – Liternum – di epoca romana dove risiede anche la tomba di Scipione l’Africano, che aveva scelto quelle coste per la loro bellezza. 

Abbiamo fatto un museo? No, però vi sono, paradossalmente, un paio di costruzioni abusive sul sito con buona pace di tutti gli abituali discorsi sulla tutela archeologica.

Abusivismo edilizio e traffico di rifiuti sono le principali fonti di guadagno per pochi, di morte economica e fisica per tutto il resto della popolazione. 

Perfino l’agricoltura ha arretrato al punto da far chiudere uno dei più grandi mercati della Campania, il MOG, sito in Giugliano, lasciato in stato di abbandono e di degrado.

Quindi, pur avendo notevoli risorse che avrebbero potuto dare lavoro a tutti, chi ha governato ha permesso che queste risorse venissero calpestate per far posto al lavoro nero, agli scarichi abusivi delle poche fabbriche rimaste, ai traffici di rifiuti alimentati dalle continue emergenze.

Infine – proprio per non farci mancare nulla – a Giugliano, a ridosso del Lago Patria, è collocata la base Allied Joint Force Command Naples della Nato che riveste una importanza strategica nell’ambito dei programmi internazionali di aggressione imperialista nell’area mediterranea e del Nord Africa.

Le elezioni comunali di Giugliano sono abbinate alla tornata elettorale che rigurderà il rinnovo del Consiglio Regionale della Campania. Particolarmente in questi mesi post/Pandemia il governatore uscente, Vincenzo De Luca, ha svolto un astuto ruolo in cui ha, sapientemente, alternato promesse demagogiche, proclami reazionari e ha profuso prebende economiche in molti circuiti clientelari. Potere al Popolo ha deciso di sfidare Vincenzo De Luca opponendogli la candidatura del compagno Giuliano Granato che, anch’esso, era presente alla Conferenza Stampa che ha lanciato la tua candidatura.Tu che hai “conosciuto” De Luca in alcuni momenti pubblici di contestazione e che vivi in un Comune dove, specie l’ultimo Sindaco, è stato un suo fedelissimo come pensi occorra argomentare una campagna di smascheramento di questo personaggio e del suo blocco di potere?

Smascherare De Luca è facile, i fatti parlano, dovremmo saperli illustrare. 

A partire dalle innumerevoli volte in cui ha dichiarato di liberare Taverna del Re dalle ecoballe, che sono ancora tutte lì, con l’unico risultato di far passare il sito da Sin a Sir (Sito di Interesse Nazionale a Sito di Interesse Regionale), così che anche il ministro Costa al riguardo si vede le mani legate ( volontà politica….), milioni di proposte e di euro si sono dispersi su quelle balle per le quali paghiamo ogni anno migliaia di euro di fitto per i terreni che le ospitano .

Basterebbe ricordare quanti presidi medici sono stati chiusi durante il suo governo, anche nella zona costiera, e quante pompose ed inutili inaugurazioni di luoghi mai utilizzati, ultimo è stato l’ospedale da campo per i malati di Covid, nel parcheggio dell’Ospedale del Mare, altro grande salvadanaio.

Personalmente ho avuto qualche incontro ravvicinato non proprio cordiale con De Luca durante le sue passerelle in giro per il territorio. Non avendo potuto averne di regolari, nonostante le continue richieste ufficiali avanzate. Spesso siamo stati in presidio alla Regione con i disoccupati, che ha offeso, deriso e mai ricevuto o accolto le loro istanze. 

Sia sulle passerelle che ha fatto nei vari siti Stir, nei comuni, sulla stessa Taverna del Re. 

Con De Luca è stato sempre impossibile creare un dialogo, su ogni fronte, la sua attitudine al cabaret, gli consente solo di fare monologhi, spesso divertenti, ma offensivi e inutili.

Anche con i giornalisti, spesso si nega, e questo atteggiamento arrogante a qualcuno da la sensazione di una persona sicura di sé e quindi affidabile.

L’emergenza Covid l’ha visto protagonista, un ruolo che da cabarettista lui adora, dove impossibilitato a confrontarsi ha avuto il palcoscenico tutto per sé e attraverso le sue esibizioni e le elargizioni di piccoli sostentamenti, ha creduto di poter cancellare anni di abusi, di porte sbattute in faccia ai lavoratori, agli operatori sanitari, tagli alla sanità, conduzione di un ciclo dei rifiuti disastrosa, e le nostre strade e i nostri ammalati sono testimoni. 

Viene dato per vincente alle prossime elezioni perché la gente non sempre è correttamente informata e si ferma all’apparenza, il suo tono autoritario da padre padrone, in una terra come la nostra dove la povertà è coltivata ad arte e con essa la mancanza di cultura, spazi di confronto e corretta informazione, danno l’idea di un uomo forte, che in realtà utilizza questa forza per mantenere il comando e la gestione di interi apparati che arricchiscono solo pochissimi adepti mentre tutto il resto della popolazione muore di fame e di tumore. 

Le amministrazioni comunali sostenute da lui si muovono nella stessa direzione e una dimostrazione l’abbiamo avuta nella precedente gestione della casa comunale, dove il sindaco, forte del suo sostegno, spesso non si confrontava neanche con il consiglio prima di prendere decisioni importanti, come quella della costruzione di un impianto rifiuti al Ponte Riccio, l’ennesima proposta di impianto di smaltimento delle Ecoballe, milioni 600, poi più niente.

Oggi il caro governatore, senza dare spiegazioni su come e cosa è avvenuto al Ponte Riccio, da l’annuncio di un altro impianto di smaltimento ecoballe, altri milioni sottratti al pubblico che langue in infinite attese per una visita medica, spesso impossibilitato a curarsi per una pessima e discriminatoria gestione delle esenzioni.

De Luca è anche quello che ha sempre negato una correlazione tra inquinamento e aumento dei casi di tumore sul nostro territorio, che impedisce un corretto aggiornamento del registro dei tumori, un negazionista, nel totale disprezzo di numerosi studi fatti al riguardo, sul sangue dei pazienti, anche da università estere.

Negli anni si è cercato di costruire una grande rete di comitati che si opponesse alle dinamiche di speculazione e distruzione dei territori, il lavoro è stato enorme e anche il tempo sottratto alla vita privata, nessuna istituzione o organizzazione politica ha mai sostenuto in maniera decisiva e utile la lotta dei cittadini, perfino il Movimento 5 Stelle, che ha rappresentanti in parlamento che hanno partecipato alle proteste , ed è per questo che vi è stata data fiducia e voti, ha deluso.

Attualmente un ennesimo elemento di confusione politica si sta verificando nell’ambito della lotta ambientale, ad opera di alcuni soggetti che fomentano l’idea di una costruzione di una “lista ambientalista” per le prossime elezioni. Noi abbiamo sempre creduto che il movimento ambientale dovesse restare slegato dalla politica rappresentativa per conservare la libertà di critica, che perderebbe sicuramente una volta eletto anche un solo consigliere. In tal modo si eviterebbe di depotenziare le ragioni sociali dei movimenti.

Noi di Potere al Popolo veniamo dai movimenti e sappiamo che alcuni passaggi hanno necessità di restare popolari e allargati, almeno per ora, per la necessità di coinvolgere un numero sempre più ampio di cittadini. Stiamo costruendo una forza e, in questo caso la forza la fanno i numeri, l’organizzazione, il radicamento e la libertà di critica.

Come organizzazione politica ci poniamo lo strumento delle elezioni per portare le nostre esperienze e conoscenze, ma anche la nostra rabbia in quei consessi che spesso ci sono negati, pur tuttavia riteniamo opportuno continuare a costruire parallelamente e da fuori un movimento di massa.

Queste sono le condizioni attualmente in cui agiamo.

L’alternativa a De Luca alle regionali è costituita da Caldoro, precedente governatore, quello che avrebbe voluto riempire la Campania di discariche e inceneritori, e poi ci siamo noi, c’è Potere al Popolo. Siamo quelli che a tutto questo si sono sempre ribellati, quelli che hanno proposto e propongono soluzioni innovative, che antepongano la salute pubblica ai profitti, conversione dei mezzi di produzione al fine di garantire salute e lavoro, è la terra che ce lo chiede.

Il nostro compito è arduo, ma necessario, ed è soprattutto quello di fare informazione di non lasciare che pompose dichiarazioni oscurino un passato di abusi, arroganza e distruzione di territori, uomini ed economia.

In sintesi Potere al Popolo – a Giugliano come in tutta la Campania – vuole reppresentare l’alternativa possibile e, tendenzialmente, la prospettiva di liberazione per i ceti popolari.

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