Il cerchio della truffa e della beffa contro i cittadini e le comunità locali si sta per chiudere sul progetto dell’autostrada a pedaggio A12-Roma-Latina e la bretella Cisterna-Valmontone. Dopo oltre 20 anni di lotte e di vertenze contro tutte le Giunte della Regione Lazio e i Governi che si sono succedute/i, il movimento Nocorridoio/NObretella si trova davanti ad un bivio: resistere o arrendersi davanti alla strafottenza del potere.
Il popolo del’agro romano e pontino, ha lasciato sul selciato e dentro lamiere contorte, 600 dei suoi pendolari caduti ad opera di quel killer stradale che è la Pontina, lasciata insicura e in condizioni precarie, in attesa di riempire le tasche degli avvoltoi dell’autostrada. Uomini e donne, la cui morte non è stata degna nemmeno del solito peloso messaggio di cordoglio da parte dei governanti.
Il poker devastatore (Storace-Marrazzo-Polverini-Zingaretti) ha utilizzato ogni mezzo per tentare di far passare la distruzione delle nostre vite e del nostro ambiente.
Il metodo, già sperimentato per altre grandi opere inutili (Ponte sullo Stretto, Mose e Expo), è sempre lo stesso. Si elargiscono, in fase di progettazione, decine di milioni di euro per studi, saggi e varianti. Ad oggi, è stata superata ampiamente la cifra di 100 milioni di euro. Senza contare le indennità di oltre i 2 milioni di euro, per i due CdA di ARCEA e di Autostrade del Lazio. Inoltre è pendente un arbitrato dei soci privati di ARCEA, che in 1° grado (è in corso l’appello) ha condannato la Regione Lazio a un indennizzo di altri 67 milioni di euro.
Le decine di varianti, non sono state fatte per “migliorare” il tracciato , ma gli Uffici di Autostrade del Lazio sono stati messi a disposizione degli amici dei politicanti per spostare il tracciato facendo danni al vicino: un vero e proprio nimbysmo istituzionale!
Si sono fatte pressioni In fase di conferenza dei servizi, su Enti e Ministeri restii o contrari a dare pareri favorevoli. Eclatante è stato il capovolgimento del parere da contrario a favorevole del Ministero dei Beni Ambientali e Culturali (MIBAC) e quello del Ministero dell’Ambiente, che messo sotto pressione, ha dato il suo parere favorevole, qualche giorno prima della deliberazione CIPE.
Altri due elementi, non secondari, della strategia dei fautori della devastazione, sono stati: prima di tutto, la propaganda e la disinformazione pianificata con una martellante azione mediatica unilaterale, senza nessuna voce critica, su giornali, tv e radio, per far digerire l’opera. Il mantra è stato quello di un’opera strategica e di sviluppo, di una super pontina o di una nuova pontina, quando invece distruggerà centinaia di posti di lavoro nell’agricoltura e sarà un’autostrada a pedaggio, che svuoterà le tasche dei pendolari.
La seconda, è stata quella di non far conoscere e partecipare i cittadini delle comunità locali coinvolte dal tracciato dell’opera, alle decisioni che li riguardavano. Mai nessun amministratore ha promosso e nonostante anche i continui inviti, ha partecipato ad Assemblee informative e partecipative sul territorio. Per ultimo, in ordine di tempo, l’impegno pubblico preso il 10/12/14 dal Sindaco di Roma, Marino, di incontrare i cittadini, ma anch’esso disatteso.
A completare il tentativo di imbrigliamento dell’opposizione sociale, è stato quello di depotenziare il TAR e l’Autorità Anticorruzione. Dopo che il TAR del Lazio aveva rigettato la richiesta di sospensiva con argomentazioni della controparte, ad oggi non ha ancora calendarizzato la prima udienza di merito. Invece, l’Autorità Anticorruzione investita della questione da un esposto dell’Associazione dei Piccoli e Medi Costruttori (ANCE/ACER), prima con una censura ha biasimato il comportamento di Autostrade del Lazio (AdL), per non aver rispettato la libera concorrenza e non aver aperto il Bando alle piccole e medie imprese infrangendo due articoli del Codice degli Appalti; dopo un incontro con AdL, emana una deliberazione, nella quale sostanzialmente ridimensiona il tutto, limitandosi ad una mera “tirata d’orecchie”.
Arrivati a questo punto, ai Comitati NOcorridoio/NObretella, dopo le decine di assemblee partecipate da centinaia di persone, le manifestazioni di massa a Latina, Pomezia e Roma, i presidi sotto la Regione Lazio e il Ministero delle Infrastrutture, rilancierà la mobilitazione popolare contro questo mostro di asfalto e cemento. Se il cantiere verrà aperto, lo abbiamo detto e lo ribadiamo, non faremo un passo indietro nel fronteggiare le ruspe!
*Portavoce del Comitato NO Corridoio Roma-Latina
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