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Contro la grande opera, la tappa bolognese della carovana NO TAP

In questi giorni la carovana No Tap è stata accolta a Bologna e provincia da numerosissime realtà e strutture locali che insieme hanno promosso un’importante iniziativa cittadina (a firmare il cartello c’erano Collettivo AltaPressione, Associazione Bianca Guidetti Serra, Cobas, Associazione di Mutuo Soccorso per il diritto di espressione, Associazione Primo Moroni – Nuova Casa del Popolo di Ponticelli, Associazione Esposti Amianto, Circolo Chico Mendez, Centro per l’alternativa alla medicina Francesco Lorusso, Vag61, Crash, Xm24, Tpo, Làbas, Hobo, Noi Restiamo, Collettivo LabAgraria). Venerdì 19 gennaio un affollato incontro pubblico si è svolto presso la sala Casa dell’angelo, mentre nel pomeriggio del sabato una delegazione di attivisti si è ritrovata su viale Berti Pichat proprio davanti alla sede di Hera, una holding italiana che opera in Emilia-Romagna e fornisce servizi energetici, idrici e ambientali a circa 4 milioni di cittadini. La multiutility è colpevole di aver recentemente firmato un contratto di acquisto di gas dall’Azerbaigian, coinvolgendosi direttamente nel progetto Tap.

Il progetto del Gasdotto Trans-Adriatico (conosciuto anche come TAP, Trans Adriatic Pipeline) prevede la realizzazione di un nuovo metanodotto di importazione di gas naturale dalla regione del Mar Caspio all’Europa, lungo circa 870 km, con approdo sulla costa italiana nella provincia di Lecce (san Basilio, San Foca, marina di Melendugno). Il tratto italiano del gasdotto ha una lunghezza, sulla terraferma, di 8,2 km. Il progetto è nei fatti una speculazione inutile sulle risorse del territorio e serve solo a chi lo costruisce e pure un po’alla Germania. Il popolo salentino non è rimasto a guardare, anzi, si è organizzato in una lotta forte e determinata che cresce a vista d’occhio ed è riuscita a coinvolgere trasversalmente un intero territorio per impedire l’attuazione dell’opera.

I lavori sono entrati in fase operativa con un lungo muro cinto di filo spinato che circonda il cantiere sotto controllo delle forze di polizia. Il governo Gentiloni ha recentemente tentato di inserire un emendamento alla manovra di bilancio che avrebbe dichiarato il TAP un’opera di interesse nazionale “al fine di garantire il regolare svolgimento dei lavori e tutelare la sicurezza del personale impegnato per la realizzazione dell’infrastruttura” e sarebbero state previste dal codice penale delle pene a chi, senza autorizzazione, avesse travalicato i confini del cantiere o ne avesse impedito l’accesso: il Codice prevede anche l’arresto, da tre mesi a un anno (emendamento poi bocciato in Commissione Bilancio della Camera). Dopo la partecipata giornata di sciopero generale avvenuta a Melendugno lo scorso 6 dicembre durante la quale hanno sfilato in corteo almeno tremila persone, risulta ormai essere centrale anche in questo contesto il discorso contro la repressione delle lotte e la militarizzazione dei territori. Il movimento No TAP ha quindi dato vita a una carovana di solidarietà che è partita dal Salento e sta attraversando tutte le aree italiane coinvolte dallo scellerato progetto “Un tour che nasce dall’idea comune e dalla collaborazione di decine di associazioni italiane che denunciano da anni la pericolosità economica e ambientale del progetto” si legge da un comunicato del movimento.

L’assemblea che si è svolta a Bologna ha espresso solidarietà al popolo salentino che da sei anni è impegnato in questa lotta e ha espresso la volontà di mettere in atto sul territorio bolognese iniziative di denuncia e di contrasto nei confronti di aziende e di soggetti coinvolti a vario titolo in questo progetto “verranno sostenute le rivendicazioni del movimento concretamente a partire da Hera SPA che nei fatti finanzia il progetto TAP avendo sottoscritto un contratto di acquisto, a partire dal 2019, di oltre 300 milioni di metri cubi di gas all’anno e proseguendo con Stogit, che nella centrale di stoccaggio di Minerbio (una delle più grandi d’Europa e punto d’approdo del Corridoio Sud del Gas di cui la Rete Adriatica Snam è l’ultimo tratto) prevede un incremento della capacità di stoccaggio in condizioni di sovrappressione in prospettiva superiore del 20% rispetto a quella originaria, con inevitabili ricadute sulla sicurezza, sulla salute e sull’ambiente del territorio circostante.”

Sabato la carovana è approdata anche a Minerbio (BO) che ha promosso una iniziativa informativa aperta a tutta la cittadinanza di Minerbio e dei comuni limitrofi.

Di seguito proponiamo una video intervista fatta da Noi Restiamo al porta voce del movimento.

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