Il Comune di Milano ha pubblicato gli ultimi dati sul traffico automobilistico in città che confermano quanto era già nella percezione dei cittadini, che quotidianamente assistono a notevoli ingorghi, in centro come sulle circonvallazioni.
La pandemia, da quando la Lombardia è zona gialla, ha aumentato enormemente l’uso dell’automobile: dal 2019 il traffico è aumentato in città del 47% e alla zona C (il centro storico), momentaneamente gratuita, accedono il 37% di vetture in più.
A fronte di questa situazione, il Comune di Milano non sa fare altro che ripristinare il pagamento per l’entrata nella zona C e per i parcheggi dei non residenti nelle cosiddette aree “a strisce blu”.
Soprattutto per la zona C vale la critica già più volte espressa, per cui essa è una mercificazione dell’ambiente: chi paga può inquinare entrando nel centro storico. Inoltre la deterrenza di un tale provvedimento è ridicola verso chi è ricco e, avendo spesso automobili di grossa cilindrata, inquina di più.
È comunque evidente che l’aumento dell’uso dell’auto privata a Milano risponde nella maggior parte dei casi alla paura dei cittadini di contagiarsi usando mezzi pubblici poco affidabili, non sanificati correttamente e, in alcune fasce orarie, ancora troppo affollati.
Ricordiamo le affermazioni fatte più volte dal sindaco Sala circa l’impossibilità, nel periodo pandemico, di aumentare il numero delle corse di metropolitana, tram e autobus per mancanza di mezzi e di personale. Per questo il Comune è ricorso invece a provvedimenti discutibili e poco efficaci, come lo scaglionamento di una quindicina di minuti nell’apertura di alcune categorie di commerci.
Il disagio per l’uso di mezzi pubblici non affidabili è tra l’altro massimo per i pendolari, che devono compiere più tratte e quindi esporsi a rischi maggiori, segnatamente sulle linee TreNord, note per la loro inefficienza.
Di fronte a questa situazione, esiste il rischio che il prossimo autunno, quando tutte le attività, scuole comprese, riprenderanno e si accenderanno i riscaldamenti, la città diventi una sorta di camera a gas.
Tra l’altro, la Società di Medicina Ambientale ha più volte sottolineato le interazioni tra l’inquinamento ambientale e i rischi relativi alla diffusione e alla gravità del Covid.
L’elevata concentrazione urbana nella città metropolitana di Milano, l’alto livello d’inquinamento, le scarse misure di prevenzione pubblica, i trasporti poco affidabili, le smanie produttivistiche sono alla base di uno stile di vita malsano dal punto di vista fisico e psicologico: il modello Milano tanto caro al sindaco Sala.
Per uscire da questa situazione è necessario ripristinare invece un modello pubblico di servizi sul territorio, in cui i trasporti sono fondamentali per una città che permetta una vita decente.
Un trasporto pubblico, veloce, frequente, sicuro e gratuito che sarebbe lo stimolo migliore per lasciare a casa l’automobile.
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andrea’65
Aggiungo : restringimento di molti viali inventandosi delle piste ciclabili degne di un biker acrobatico o kamikaze – restringimento causato da parcheggi a liscadipesce con auto in seconda fila o al centro carreggiata – i vigili urbani sulla strada sono ormai un ricordo e quindi comportamenti selvaggi non solo dagli automobilisti, perchè il futuro è senza auto quindi rendere la vita diffecile a chi si ostina.