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La Nuestra America di Miranda, Bolivar, Martì


Aspettando il Secondo Piano Socialista che sarà presentato dal Presidente Hugo Chávez Frías il 10 gennaio del 2013 è utile ricordare su quali fondamenti teorici sia nato il Primo Piano Socialista presentato nel 2007, il
Proyecto Nacional Simón Bolívar”.
I 7 punti programmatici per la prima fase verso il Socialismo del XXI secolo affondano le loro radici nella filosofia umanista e nel pensiero politico di tre grandi teorici del Continente Latinoamericano: Francisco de Miranda (1750-1816), Simón Bolívar (1783-1830) e José Martì (1853-1895).
Il progetto di un’America Latina unita non è un’idea nuova ma fu proposta da Francisco de Miranda e ripresa da Simon Bolivar e José Martì e risorge ora come unica alternativa possibile, una necessità per Nuestra America, per salvaguardare l’integrità territoriale e ambientale del continente, la diversità culturale e la sovranità stessa della nazione. I tre ispiratori del Socialismo del XXI secolo, oltre ad essere uomini d’azione, impegnati attivamente in prima persona nelle varie guerre d’indipendenza, furono anche intellettuali che con il loro contributo hanno posto le basi per l’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra América (ALBA) e per l’ALBA Cultural, progetto promosso nel 2008, che mira a contribuire all’unità continentale attraverso l’istruzione dei popoli e la valorizzazione del patrimonio culturale dei vari Paesi.
Francisco de Miranda, generale e politico venezuelano, dedicò gran parte della sua vita cercando di realizzare l’indipendenza e l’unità del Continente Latinoamericano ed oggi è considerato il precursore per eccellenza di tale progetto. Oltre ad essere uomo d’azione, dai suoi scritti emerge anche un uomo di pensiero molto più profondo di quanto sia stato considerato e la prima indicazione di ciò è data dalla sua preoccupazione di definire un modello politico della Nazione in previsione del desiderio di emancipazione delle colonie spagnole americane.

Come uomo del suo tempo il pensiero di Miranda si iscrive all’interno del quadro di riferimento dell’Illuminismo, così, convinto che la ragione possa condurre l’umanità verso la perfezione, stabilisce alla base di tutti i piani di governo il concetto di “libertà razionale”, respingendo qualsiasi modalità in cui non è possibile stabilire un principio guida d’azione. Strettamente legate a questo concetto troviamo altre due idee altrettanto costanti nella formazione del suo pensiero politico e che tendono a rafforzare il concetto di America come unità continentale: la prima è stabilire che qualsiasi progetto di Costituzione formulata in Sud America deve essere adattata alle condizioni particolari del Continente e alle esigenze e abitudini dei suoi abitanti e la seconda è che è necessario stabilire un quadro giuridico unico per tutte le province che compongono la nuova Nazione. Al fine di assicurarne l’efficacia, Miranda ritiene necessario concentrare il potere esecutivo in mano ad una o due persone. Consapevole dei problemi che possono sorgere nel rendere la base della rappresentanza troppo ampia, (il rischio della partecipazione di persone non preparate e le passioni irrazionali del popolo), ma anche nel renderla troppo stretta (i mali della corruzione) il pensatore, duecento anni fa, supera il dilemma ipotizzando la creazione di Assemblee Provinciali, che fungano da intermediari per i Consigli, i cui membri sono direttamente eletti dai cittadini e pertanto rappresentano gli interessi specifici degli abitanti di ogni provincia. La relazione di tale potere con il potere esecutivo e giudiziario assicurano un controllo reciproco di tutti i funzionari. Nel pensiero di Miranda, il progetto di emancipazione e creazione di un unico Stato Americano Indipendente del Sud è non solo la conquista di autonomia politica ma anche lo sviluppo delle proprie potenzialità economiche.

Simon Bolivar, il Libertador, generale e rivoluzionario venezuelano, il cui contributo fu decisivo per l’indipendenza dei Paesi del Sud America, riprende da Francisco de Miranda concetti quali l’unificazione del continente e l’indipendenza dalla Spagna.

Il pensiero di Bolivar è profondamente democratico poiché nella sua concezione di governo solo attraverso la democrazia si può giungere al fine di emancipazione politica, uguaglianza sociale, giustizia economica, unità americana, coscienza storica e perfezione morale che l’America Latina si prefiggeva allora, ed ora.

Il concetto di uguaglianza di ogni cittadino è concepito nella visione in cui tutti godano degli stessi diritti, riconoscendo e rispettando però le differenze individuali. Nel discorso di Angostura afferma che non tutti gli uomini nascono uguali, per disparità fisica o morale, di forza o di carattere ma spetta alle leggi e allo Stato correggere queste differenze attraverso l’istruzione, il lavoro, le arti, i servizi e le virtù avendo come fine l’uguaglianza sociale e politica. L’istruzione e l’educazione sono per Bolivar due pilastri essenziali per un nuovo modello politico, dal momento in cui un uomo senza studi è un essere incompleto e non “felice” e l’ignoranza è sempre pronta a colludere con la corruzione o a cadere “nelle tenebre della servitù”.

Il concetto di Bolivar ripreso maggiormente dal Presidente Chavez è quello della Suprema Felicità Sociale. Bolivar sosteneva che per raggiungere la felicità del popolo il governo doveva garantire una struttura sociale includente e un nuovo modello sociale produttivo umanista. La soddisfazione dei bisogni sociali è strettamente legata alla produzione-distribuzione di beni e servizi, alla consapevolezza dei lavoratori di contribuire alla produzione della ricchezza sociale e allo sviluppo del potenziale creativo della popolazione.

Il terzo pensatore alla base del progetto del Socialismo del XXI secolo è José Martì, politico, scrittore e rivoluzionario cubano, leader del movimento per l’indipendenza di Cuba. Il pensiero di Martì sull’educazione permea le politiche del governo cubano e il suo sistema universitario che, il presidente Chavez, ha più volte riconosciuto essere fonte di grande ispirazione per la sua azione politica.

Per José Martì l’educazione è la preparazione per uomo alla vita, l’unico modo per raggiungere l’indipendenza e l’espressione delle facoltà umane. Distingue educazione e istruzione, che nella sua concezione afferiscono l’una al sentimento e l’altra al pensiero, ma riconosce che non c’è buona educazione senza istruzione e ritiene fondamentale che l’educazione sia radicata nel tempo in cui si vive e nel luogo dove si è nati al fine di creare uomini che siano “hombres buenos, utiles y libres”. Ma come rendere gli uomini buoni se non attraverso l’amore? Come renderli liberi se non vivono in libertà? Come renderli utili se non conoscono le scienze?

Martì concepisce l’educazione come un atto d’amore: l’atto pedagogico è rappresentato come una particolare relazione tra esseri umani alimentata dall’amore, in un Paese che rispetti e difenda la libertà individuale e che istruisca i cittadini attraverso le scienze naturali, il cui sapere facilita il progresso, poiché conoscendo la natura si può far fronte ai vari problemi sociali. Da tale concezione deriva l’importanza di una formazione teorica che non si allontani dalla pratica, attività sul territorio o in laboratorio, al fine dell’uomo utile.

Martì ritiene fondamentale l’educazione nello sviluppo del bambino, unico modo in cui l’uomo viene messo in grado di esprimere le proprie forze, ma anche il ruolo chiave che assume nella dimensione sociale, dichiarando che non esiste male maggiore dell’ignoranza della classe che detiene il potere e la giustizia.

Da tali presupposti deriva l’”educazione popolare” del processo bolivariano in Venezuela: educare tutte le fasce della popolazione poiché l’ignoranza porta alla malvagità, alla corruzione e spesso, a causa della mancanza di pensiero critico, è terreno fertile per il potere non democratico.

Da tali pensatori deriva anche il progetto dell’ALBA Cultural che promuove la valorizzazione e la difesa del patrimonio culturale prodotto dai popoli e la sua attività è integrata nei processi di decolonizzazione e multiculturalismo che si sviluppano in questi anni in America Latina per ostacolare le influenze totalizzanti e pseudo culturali esercitate e incoraggiate dai centri ancora dominanti.

FONTI:

www.psuv.org.ve/wp-content/uploads/2011/03/Proyecto-Nacional-Sim%C3%B3n-Bol%C3%ADvar.pdf
http://juventud.psuv.org.ve/wp-content/uploads/2009/05/discursoangostura.pdf
http://www.mindefensa.gob.ve/Pensamiento%20militar/Libros/Miranda%20y%20la%20Emancipacion%20Suramericana.pdf
http://www.juntadeandalucia.es/educacion/vscripts/w_bcc1812/w/rec/4169.pdf
http://www.ibe.unesco.org/fileadmin/user_upload/archive/publications/ThinkersPdf/martis.PDF
http://www.analitica.com/bitblioteca/carmen_bohorquez/miranda.asp
www.albacultural.org

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