Se il sogno sionista della Erez Israele (la Grande Israele dal Nilo all’Eufrate, ndr) è quello di far si che Israele sia lo Stato degli ebrei e che essi solo lì si sentano a casa propria, la realtà ha inflitto una sonora smentita alla campagna allarmistica scatenata in Europa e tesa a fornire nuovi coloni da insediare su quella terra in larga parte strappata ai palestinesi. E la smentita non poteva essere più autorevole. Si tratta infatti dello statistico Sergio Della Pergola che da anni monitora, studia e indaga i flussi demografici dell’ebraismo sia nei vari paesi sia verso Israele. Sergio Della Pergola, professore e statistico, è nato a Trieste da una famiglia ebraica sopravvissuta all’Olocausto. I suoi studi e i suoi dati elaborati nella Hebrew University di Gerusalemme compaiono in tutte le ricerche diffuse in giro per il mondo.
L’ultimo studio sul declino degli ebrei in Occidente, è stato pubblicato il 9 febbraio scorso dal centro di ricerca americano Pew Research. Ma Della Pergola ha in mano numeri ancora più aggiornati, ricalcolati anno per anno sui dati dell’ufficio di statistica dello Stato di Israele. Raggiunto al telefono dal quotidiano online “Lettera 43”, Della Pergola e smentisce l’allarmismo usato dal premier israeliano Netanyahu per richiamare cittadini a Tel Aviv dopo i fatti di Parigi e di Copenhagen. “Nel 2014”, spiega a Lettera43.it, “la Francia ha registrato il più alto numero di migrazioni di ebrei in Israele, il Belgio e l’Italia hanno segnato il record dal 1970, ma si tratta in media dell’1% del totale degli ebrei europei”. Insomma, sintetizza Della Pergola riepilogando i numeri, “c’è un disagio diffuso, ma non un esodo come titolano i giornali”
Oggi in Europa vivono circa 1 milione e 100 mila ebrei. Nel 1945, dopo lo sterminio nazifascista, erano 3,8, gran parte dei quali sono emigrati negli Stati Uniti e una parte in Israele. Ma nel 2010 in Europa erano 1 milione e 400 mila, 200mila in più di oggi.Ma il fenomeno è stato “drammatizzato”, dice Della Pergola.I numeri, spiega il professore, nascondono fattori come l’invecchiamento della popolazione e la bassa natalità: tutti fenomeni che conosciamo bene.
E poi c’è anche l’assimilazione: cioè la tendenza di una minoranza a farsi assimilare culturalmente dalla maggioranza per esempio attraverso i matrimoni misti. Secondo il professore in media l’1% degli ebrei europei è entrato a Tel Aviv nell’ultimo anno. Nel 2014, racconta Della Pergola, si contano 5 mila nuovi ingressi in Israele provenienti dall’Ucraina della guerra civile. I 70 mila ebrei ucraini vivono sono soprattutto nell’Est russofono . Dalla Francia, pure al centro di una ossessiva campagna allarmistica sull’antiebraismo e con la comunità più numerosa pari a 485 mila residenti, solo 6500 sono andati in Israele. Dall’Italia ne sono partiti in 322, dal Belgio in 224, piccole cifre che sommate rappresentano l’1% della popolazione ebraica totale nei due Paesi.
“L’Unione europea deve ripensare la sua sicurezza, ma anche la sua politica estera, deve reagire con più determinazione contro l’Isis, ma non ha senso creare un’atmosfera di isteria” dice con saggezza Della Pergola “E non ha senso parlare solo della questione ebraica. In quelle stragi sono morti anche giornalisti e poliziotti. E allora se l’Europa non è un posto per gli ebrei, allora non lo è nemmeno per le forze dell’ordine e i cronisti”.
Osservazioni queste che collidono frontalmente con le campagne del governo israeliano che, attraverso campagne allarmiste mirate in molti paesi europei, intende convincere più cittadini di origine ebraica a trasferirsi in Israele per competere nella battaglia demografica con i palestinesi. Un progetto questo che sul piano attuale si realizza attraverso nuovi, continui e illegali insediamenti coloniali israeliani dentro o a ridosso dei Territori Palestinesi in Cisgiordania, ma che sul piano storico corrisponde al progetto sionista della colonizzazione totale della Palestina, un progetto perseguito con estrema spregiudicatezza anche durante le persecuzioni e lo sterminio nazista, con più di qualche “relazione pericolosa” (e ampiamente documentata) tra gruppi sionisti e nazismo per “incentivare” gli ebrei ad andarsene dall’Europa e trasferirsi in Palestina. Pagine nere poco note e molto nascoste della storia europea durante il nazifascismo
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