Perché “i potenti delinquono?”.Attenzione, non “i politici”, che sono spesso figure temporanee, ma “i potenti”, quelli che possono molto e dunque, a prima vista, dovrebbero trovare più conveniente di altri rispettare le regole e le leggi.
E invece no. Usano la loro potenza quasi sempre violando ogni legge, sempre accusando come “terrorismo” qualsiasi opposizione al loro arraffare predatorio.
Ma è la prima volta che accade questo, nella storia umana? No, naturalmente.
A chi volesse saperne di più, e quindi capire meglio le ragioni potenti che spingono i potenti a calpestare le proprie stesse istituzioni, consiglio vivamente la lettura e la consultazione di questo libro per avere almeno una interpretazione più scientifica e meno empirica dei “crimini del potere”. Dell’ultimo libro di Vincenzo Ruggiero credo resti in mente una frase su tutte: “I crimini dei potenti non sono l’estrema risorsa di chi è debole, ma l’affermazione più sfacciata di chi è forte.”
Un’inedita indagine sul potere come male radicale.
Uno sguardo rigoroso e impietoso sul nucleo più distruttivo, antisociale, irrazionale del potere.
Con questo libro si cerca di gettare uno sguardo coraggioso sulla natura del potere, affiancando ad un’analisi della criminologia e della sociologia una vasta serie di altri saperi; dalle scienze politiche alla letteratura, dall’economia alla filosofia, prendendo spunto anche da pensatori e scrittori del passato. Contesta le analisi più consolidate della sociologia e della criminologia. E soprattutto il senso comune del tempo presente, che limita appunto ai cortigiani dei potenti – “i politici”, appunto – l’esclusiva dell’arraffo illegale.
Ruggiero rifiuta la tesi classica secondo cui un individuo compie un crimine quando viene meno il legame che lo vincola agli altri e l’ideale della giustizia avvizzisce nel deserto del bisogno.
Viene così rovesciata una visione “pacificata o giustificazionista” del legame sociale, riconoscendo come i potenti ogni giorno siano capaci di produrre ogni sorta di crimine, nonostante la loro condizione di privilegio, nonostante le grandi ricchezze di cui dispongono, nonostante il vasto tessuto di relazioni di cui godono. Anzi, proprio per questo.
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