Certi libri possiedono una forza particolare, la capacità di evocare un pezzo di passato che appartiene a molti. Certi romanzi dilatano il tempo nei presenti delle singole esistenze e spiegano connessioni e scelte di vita. Certi racconti sono una sorta di album fotografico, quelli che nell’era pre-digitale giravano tra le mani dei parenti durante le feste comandate. Album che hanno immortalato ricordi e momenti più o meno importanti dell’infanzia di tanti. Avventure di un teppista, di Mauro Baldrati (edizioni Transeuropa), riesce a rendere letterariamente, in maniera lucida e trasparente, la storia di un ragazzino, cresciuto a Mezzaluna, in Romagna, negli anni del boom economico.
Il romanzo si compone di capitoli, una sorta di racconto a tessere o episodi: il lettore può scegliere, come in un album fotografico, di sfogliare a caso, saltare dei pezzi o iniziare dalla fine.
In verità, le vicende narrate non sono invenzione letteraria, anche se ne hanno tutta la poesia; raccontano l’infanzia dello scrittore, la fatica ma anche la libertà di crescere in un tempo e in un luogo di frontiera. Anni di profonde trasformazioni economiche, in cui il figlio di un operaio e di una parrucchiera aveva da un lato, alcune possibilità di vita precluse alla generazione precedente e dall’altro, viveva l’assenza dei genitori molto impegnati nel lavoro, come mancanza di attenzione nei suoi confronti. Inoltre, emerge l’immagine di una terra, la Romagna di quel periodo, completamente differente da quella di oggi. Non c’erano frotte di turisti e vacanzieri a prendere d’assalto il litorale, semmai famiglie del posto che arrivavano di domenica con automobili cariche di ombrelloni e cibarie casalinghe.
Il romanzo però non strizza l’occhio al bel tempo andato o alla vita in campagna, tutt’altro; mostra senza sentimentalismi o scorciatoie la durezza e la fatica, fisica e psicologica, di vivere un territorio quasi tribale, geograficamente brutale e dalla storia complessa.
Si viene letteralmente catturati dalle avventure di Toni, ragazzino molto vivace, che si muove combinando un “malestro” dietro l’altro ma vive anche esperienze personali molto forti; come nella vita vera, si passa da toni esilaranti a momenti più cupi.
Toni racconta le sue avventure in prima persona: il linguaggio ricrea lo slang della lingua parlata in quegli anni; i termini romagnoli inseriti nel romanzo, danno ancora più ritmo ed energia al testo. Quando uno scrittore racconta di sé, delle proprie esperienze personali, non sempre riesce a trascinare davvero il lettore nella storia: Mauro Baldrati invece, ci regala l’illusione che a parlare sia proprio quel ragazzino, come se il romanziere e il suo protagonista si scambiassero di posto. Il risultato è una storia avvincente, che cattura il lettore fino all’ultima pagina e lo catapulta nei luoghi simbolo del potere di quegli anni: la scuola, la Casa del popolo, la caserma dei carabinieri.
Toni è un bambino e spesso è costretto a subire la forza del potere; eppure nei guai che combina si intuisce un’aspirazione libertaria, un po’ anarchica, un modo per affermare la sua presenza contro chi vuole ingabbiarne il percorso di vita.
Un giorno in paese, arriva il primo capellone: mentre tutti lo prendono in giro, lui ne è affascinato. Toni già quasi ragazzo, decide di andare controcorrente e di differenziarsi dall’agire dei compaesani. È il primo contatto del protagonista con un altro mondo; percepisce che esiste una specie di mostro, il signor Sistema, che attacca le esistenze di tutti, si insinua nei cervelli e li porta a fare una vita di paure e proibizioni; Toni sa come difendersi, lui non sarà così.
“Avventure di un teppista” è in effetti un prequel di un altro romanzo “Il mio nome è Jimi Hendrix”: qui ritroviamo Toni adolescente, ribelle, più politicizzato; il Sistema non è riuscito a fagocitarlo.
Il giovane teppista dallo sguardo irridente che ci sorride nell’immagine di copertina affascina e cattura: parteggiamo per lui ancora prima di averne scoperto le avventure; avventure che hanno trasformato il protagonista nello scrittore di oggi.
Pina Zechini
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa