Preciso e puntuale il nuovo saggio dei due giornalisti de Il manifesto Michele Giorgio e Chiara Cruciati – “Israele: mito e realtà” sullo snodo più nevralgico del fronte infuocato del Medio Oriente.
L’indagine è a tutto campo sulla contraddizione israelo-palestinese, partendo dalla nascita del movimento sionista ma in effetti anche negazionista, viste le cronache di un viaggio fatto nel 1897 e descritto nel libro “La mia terra promessa” di Herbert Bentwitch, ebreo inglese che non “vede” nei suoi scritti più di mezzo milione di arabi, drusi e beduini che in quei luoghi abitavano venti città e centinaia di villaggi.
E’ questo il fulcro del pensiero sionista, nei decenni modulato anche in chiave marxista, che scelse e affermò dalla sua nascita la sua unica legittimità di esistere in quei luoghi. Tanti sono i fattori politici, culturali, economici, religiosi che hanno sostenuto il progetto della grande Israele che nella sua bandiera aveva già anticipato l’attuale mappa che dal 1945 ridisegna tutti i confini con l’accelerazione avvenuta nel 1948 con la cacciata la Nakba che segna la prima grande vittoria militare contro gli arabi e ridà agli ebrei “la terra promessa” come nella narrazione biblica a scapito di milioni di palestinesi.
Come il sionismo è il collante teorico, così la creazione del Kibbutz, fattoria di frontiera, autosufficiente, è l’avamposto militare che sorveglia la colonizzazione. Espropriazione di terre, lavoro e risorse divengono il cinico procedere della nazione eletta Israele dove chiunque non ebreo è un estraneo con la conseguenza di una mai cercata risoluzione del conflitto. Una polita aggressiva di insediamenti, incentivi per la venuta di migliaia di ebrei dall’est europeo, leggi liberticide, arresti di oppositori e processi politici, accordi tanto propagandati e sempre disattesi hanno determinato un regime di apartheid e pratiche di genocidio che la momento forse non hanno altri esempi al mondo. Con una superiorità militare nell’area medio-orientale Israele diviene, nonostante le rivolte e la mai sconfitta Resistenza Palestinese, non solo lo stato gendarme filo-USA, ma matura altresì intenzioni di espansione ulteriore sfruttando molto le divisioni e i contrasti in campo avverso.
Il libro in questione è un ottima chiave di lettura di tutto ciò e altro, non solo un manuale informativo, ma strumento di lotta per militanti che devono contrastare l’enorme sforzo di propaganda d’immagine , con l’uso strumentale anche dell’Olocausto, con lo stato israeliano tenta di accreditare appunto il suo mito soprattutto dove la sinistra ha stemperato le sue posizioni antisioniste e internazionaliste. Cinque interviste di esperti, studiosi e critici delle politiche israeliane corroborano le riflessioni contenute nel testo “Israele, mito e realtà” che con altri libri , assieme alla forte campagna di boicottaggio delle multinazionali e le mobilitazioni internazionali sono spine nel fianco che depotenziano operazioni come il Giro d’Italia sfacciatamente acquistato come vetrina e il prossimo Eurovision Music Fest già collocato nella Gerusalemme trumpiana.
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