“Profezia non è pre-dire, non è nemmeno pre-vedere. Il profeta non vede il futuro, vede il presente. Vede nel presente quello che gli altri non vedono, e dice del presente quello che gli altri non vogliono ascoltare. Deve far vedere, far ascoltare. E a volte è necessario il grido nella folla, o il parlare nel deserto”. – Mario Tronti
Uno dei maggiori quotidiani nazionali, il Corriere della Sera, ha pubblicato qualche giorno fa un articolo a firma di Mauro Magatti dal titolo quasi profetico: “Il dialogo, risposta europea al nazionalismo religioso”. L’articolo di Magatti articola una analisi nella quale si mette in evidenza un fallimento: quello della globalizzazione. “In primo luogo, per la sua incapacità di essere inclusivo: che si traduce nella marginalità d’interi gruppi sociali e aree territoriali. In secondo luogo, per i problemi che esso lascia irrisolti dal lato della domanda di identità e di senso”
La riflessione che suscita questa obiettiva constatazione può senz’altro significare che una certa élite nostrana si sta accorgendo – tramontate oppure superate e dimenticate pratiche con “teorie novecentesche” – che una “dottrina strategica” è sopravvissuta. Questa dottrina si rievela non essere altro che la “Religione” – o misticismo che dir si voglia.
Ma secondo Magatti questa religiosità oggi assume nuove vesti: ossia quelle del “nazionalismo”, sia esso etnico, razziale, etico o morale!
E proprio perché sarebbero tramontate le altre dottrine, la “religione” o la religiosità come sostiene Marx nella Questione Ebraica, sta riscoprendo il suo potere o “valore strategico morale”! Ed è indossando quelle vesti strategiche e realizzando progetti adeguati che questo nazionalismo di stampo religioso sta andando per la maggiore sia nell’Occidente che nei paesi vittime dei processi di “globalizzazione”.
L’articolo vuole probabilmente intendere che un recupero delle identità perdute oggi si può avere con l’odierna assunzione di forme mistiche, nazionaliste, integraliste ecc.. all’insegna di un ritrovato sovranismo!
E’ questo un fenomeno da non sottovalutare o prendere sotto gamba, liquidandolo magari con la satira o con commedie boccaccesche che si limitano a deridere, sbeffeggiare o ridicolizzare una questione che pare provenire dal buio di un passato millenarista, quasi medievale!
L’invito a non sottovalutare la questione si fonda su almeno tre questioni:
– la prima sta nel fatto che: “Ad oggi i fedeli afferenti ad una chiesa evangelica sono cresciuti fino ad arrivare al numero di 619 milioni di individui, pari ai due terzi della totalità dei protestanti” (1)
– la seconda chiarisce meglio il ruolo che da tempo sta svolgendo un certo Steve Bannon (ex chief strategist della Casa Bianca e sostenitore di una geopolitica apocalittica), tramite l’associazione internazionale da lui fondata – la Dignitatis Humanae Institute – con la quale aveva acquistato l’abbazia di Trisulti per farci una “scuola di sovranismo.
Tutto ciò all’insegna e seguendo strategie tracciate da tempo da un certo fondamentalismo evangelico e integralismo cattolico.
Le loro strategie prendono di petto frontalmente certi progetti ritenuti troppo laici in quanto non mettono in evidenza il lato mistico, fideistico del credo religioso. Concetti sui quali si deve poggiare l’intera politica che l’evangelismo globale persegue dal primo novecento! (…Questi atteggiamenti si basano sui princìpi fondamentalisti cristiano-evangelici dell’inizio del secolo scorso, che si sono man mano radicalizzati..”) (2)
Una prima conferma è venuta dalle elezioni alla presidenza in alcuni importanti Stati, come ad esempio Trump negli Usa o Bolsonaro in Brasile, ai quali vanno aggiunti altri candidati e politici di rilievo nella politica dell’Unione Europea (in particolare all’Est) e nel continente Latino Americano. Anche in Europa leader della destra come Salvini, Marin Le Pen, Vox spagnolo appaiono in preda a “furori misticheggianti”, dimostrando a quale livello politico sono arrivate queste strategie di potere basate soprattutto sulle rotture e sulle fratture sociali, etiche o religiose prodotte dalla crisi del capitalismo e dalle sue dinamiche sociali, economiche e politiche.
-La terza, ma non per importanza, è il ruolo che sta svolgendo – anche contraddittoriamente – l’attuale papa Francesco (3) che agisce nel vuoto lasciato dalla scomparsa dalla scena politica di teorie politiche maldestramente liquidate come “novecentesche”, in quanto ritenute superate e sepolte dallo sviluppo capitalistico, dall’insorgenza di nuove tecnologie, di nuove figure sociali e dalla perdita quasi completa di valori sociali, prospettive e strategie di cambiamento politico di natura socialista o comunista.
Liquidate queste ideologie nella nuova fase storica si assiste all’apparire di una teoria “universalista” che predica – e magari pratica – strategie sotto forma di una specie di “messaggio messianico” del tipo “Teologia della prosperità. Il pericolo di una “vangelo diverso”
“Teologia della prosperità”: questo è il nome più conosciuto e descrittivo di una corrente teologica neo-pentecostale evangelica. Il nucleo di questa «teologia» è la convinzione che Dio vuole che i suoi fedeli abbiano una vita prospera, e cioè che siano ricchi dal punto di vista economico, sani da quello fisico e individualmente felici. Questo tipo di cristianesimo colloca il benessere del credente al centro della preghiera, e fa del suo Creatore colui che realizza i suoi pensieri e i suoi desideri…”
Gridare “ al lupo” in questo caso credo serva a poco. Contropiano ha un ruolo strategico nella comunicazione e nell’individuazione delle “crepe o fratture politiche e sociali” presenti in questa nuova fase storica, quindi l’analisi deve cogliere al meglio il suo ruolo informativo e comunicativo; perciò non voglio trarre conclusioni nè forzare strane congetture.
Invito soltanto chi vorrà leggere quest’articolo a vedere quanto riportato nei link presenti, riflettere e confrontare quanto scritto e progettato in questi documenti (visibili e pubblici su siti di associazioni cattoliche, centri studi, “segrete cardinalizie”) e quanto è possibile trovare o scoprire nella rete Internet.
Invito quindi a riflettere sul fatto che, se è pur vero che si sta aprendo una fase storica nuova nella quale molte delle “vecchie” teorie politiche e relative “cassette degli attrezzi” possono apparire obsolete, o superate dall’avanzare di strategie nuove, molto pervasive ma piene di manipolazioni e mistificazioni sociali, politiche, ideologiche, è altrettanto vero che rimane il fatto che una soltanto una visione di classe del mondo e delle relazioni sociali sembra poter sopravvivere, trovando nuova linfa vitale proprio abbeverandosi al prodotto delle crisi economiche, sociali, etiche, morali del modello capitalista contro il quale acquista sempre maggior conferma, attualità, valore e potenza.
(1) https://www.thewisemagazine.it/2018/12/15/linfluenza-politica-mondiale-chiesa-evangelica
(2) https://www.laciviltacattolica.it/articolo/fondamentalismo-evangelicale-e-integralismo-cattolico/
(3) Una conferma di questo viene ad esempio dal “conflitto” tra gli attuali vertici vaticani, dove il “papa emerito” Ratzinger “corregge” l’attuale papa Francesco sul tema del celibato – quindi nelle leggi della Chiesa – affermando le tematiche e i principi storici cui la Chiesa s’è sempre rivolta, compresa la necessità di mantenere tutte quelle prerogative e scelte che hanno caratterizzato nei secoli la storia del cattolicesimo, mantenendone il suo equilibrio, la funzione storica e i ruoli svolti da parte del personale che sceglie di vestire l’abito talare; rifiutando quindi tutte le pratiche “civili” in materia di sessualità, unione matrimoniale, riproponendo dunque la castità!
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