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Officina/Primo Maggio. Approfondimenti di classe

Nel solco delle migliori tradizioni delle riviste degli anni ‘70 esce cartaceo il secondo numero di Officina/Primo Maggio laboratorio di inchieste, saggi documenti recita il sottotitolo e parte con argomenti caldi che a tutto il corpo militante dovrebbero interessare.

Il Collettivo redazionale, che ha​ un’attiva casa editrice, vanta una storia lunga di Convegni – già dagli anni 80 -, e ancora adesso spunti di approfondimenti  sul marxismo e l’ecologismo.

Partono con un interessante questionario posto al Collettivo di Medicina Democratica, in prima fila nella critica al fallimentare modello della Sanità che ci ritroviamo nella pandemia, ed è affiancato all’articolo “Covid 19 il caso Lombardia” e una mini-inchiesta su “Lotte operaie nell’emergere sanitario” che, affiancando “La Logistica nella pandemia” e “Cartoline dal Porto di​ Genova”, ​ approcciano come il mondo del lavoro sia stato investito nei costi umani e nella subdola spallata padronale , supportata dai silenzi dei media, ai diritti​ già risicati e dai vari attacchi negli ultimi 30/35 anni .

La catena della distribuzione delle merci rivelano oggi il punto di conflitto reale tra Capitale e Lavoro, anche nelle sue trasformazioni che riportano ad un sofisticato sistema di sfruttamento ricalcante quello disumano di fine ottocento/inizi novecento, teatro e fulcro delle lotte e la costruzione delle organizzazioni sindacali a difesa della Classe Lavoratrice.

Le reti e le piattaforme della logistica rappresentano un punto alto dell’accumulazione e del profitto , ma anche la rottura della pace sociale e della complicità, ormai nemmeno più della “concertazione”, dei sindacati di regime​ CGIL CISL UIL, soprattutto con figure e soggetti di punta antagonisti, manodopera non indigena, ma immigrati di seconda generazione, che a comunità intere ci lavorano come facchini.

Temi indagati e scottanti, danno corpo alla rivista con “L’effetto lockdown sulla Scuola“. Ma soprattutto l’indagine, precisa e attenta nel percorso, la vecchia/nuova condizione dei lavoratori delle Campagne, che ritorna come contraddizione centrale in alcune zone storiche del Meridione d’Italia.

Ricordiamo pure la transumanza stagionale nei campi del Piemonte, della Lombardia e del Veneto​ dove mondine, braccianti e mezzadri furono protagonisti del Novecento socialista​ con la seguente reazione fascista.

Certo, si parla una pianura padana trasformata nello sfruttamento intensivo, zuppa di pesticidi e OGM e con diverso livello tecnologico , ma la sempiterna necessità della manodopera umana a stretto connubio con la Grande Distribuzione ci riporta tutto gli scenari intrecciati in questo nuovo secolo.

Come rimbalza tutta la pratica e la narrazione di Giuseppe Di Vittorio, tirato in ballo da umanitarismo, conflitto e complicità di ex braccianti al governo padronale nelle campagne del foggiano o calabresi, dove da ghetti disumani si riversano nei campi per un padrone spesso sconosciuto nascosto dietro le mille sigle dei circuiti delle​ grandi aziende, ma dove massaro e caporali esistono da sempre, cambiando i vestiti.

Fa da trait d’union con le notizie della battaglia dei contadini d’India occultate dai media occidentali, il tema dell’agricoltura nel mondo per il tentativo di controllo assoluto dei grandi e rapaci gruppi multinazionali e, anche nel nostro paese, per gli appetiti risvegliati che sarà interessante conoscere a fondo con il nuovo Piano nazionale PAC (Politica Agricola Comune sotto l’egida dell’Unione Europea)​ per il 2022 sostenuto da una Coalizione “Cambiamo l’Agricoltura associazioni della società civile e dell’ambientalismo” che negli ultimi decenni hanno fatto da supporto a tutti i governi in carica con immancabile “prezioso contributo della Fondazione Cariplo, pool di banche lombarde”.

Con “Lavoro agricolo migrante: appunti sulla (fallimentare)​ ‘Sanatoria , Salario e Diritto nei campi’” e “Lavoro in Veneto” il traballante modello Nord-Est, terminano i focus italiani e gli articoli si aprono con uno sguardo sulla esplosiva situazione negli Stati Uniti, con la conflittualità di classe e le nuove sfide (che non includono la sfida del Sindacato in Amazon e nuovi brutali assassinii da parte della Polizia per i tempi della rivista ) dei nuovi movimenti; che son ben più numerosi delle sigle più conosciute come i Black Live Matter, dei lavoratori antirazzisti e della nuova composizione sociale, scritto da Bruno Cartosio, docente universitario di Storia dell’America del Nord, autore ultimante dell’ottimo saggio “Dollari e no” per DeriveApprodi​.

Infine c’è l’anticipazione di una novità ​ di Steve Wright, studioso dell’operaismo italiano di prossima pubblicazione.

Insomma un’interessante rivista e un bel ritorno.

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