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L’essere e la differenza. Addio a Jean-Luc Nancy

Continua il conto dei decessi nell’annus horribilis.

La notizia era sfuggita nei giorni scorsi. Ci ha lasciati, il 23 Agosto, anche Jean-Luc Nancy.

Uno dei padri del decostruzionismo, insieme a quel gigante della filosofia del’900, che fu Jacques Derrida. Suo maestro, forse. Ma sicuramente suo compagno di strada filosofica ed esistenziale.

Ci lascia, Nancy, la grande testimonianza del pensiero della differenza, dell’immagine del corpo, della riflessione politica sulle democrazie di questo pomposo Occidente contemporaneo, costantemente in bilico.

La comunità inoperosa, Corpus, Essere singolare plurale, sono testi importantissimi, per chi voglia capire il tornante storico, politico, sociale, che ci troviamo ad attraversare.

Libertà, sensualità, estetica, erotismo, godimento, in una chiave di lettura che fa dell’ “esistente” politico e del corpo in esso inscritto, una dimensione essenziale dell’essere.

Ma all’interno di quel limite che la decostruzione delle strutture stesse della vita, del mondo e del linguaggio, mette incessantemente alla prova.

Essere nella differenza, sembra questa la parola chiave che permea di sé il pensiero filosofico di Nancy.

Una sorta di co-ontologia della messa in comune, all’interno di una humana societas da considerarsi “corpo politico” nella sua interezza.

Come anche, a “differenza” di Derrida, l’altro elemento teoretico imprescindibile della filosofia di Nancy, va rintracciatto in quel concettodel tutto originale nella sfera della dialettica decostruttivista- che indica nel decostruire il punto di inizio per una nuova costruzione. Costruire, decostruendo.

Lacan, Bataille, Deleuze i suoi riferimenti, con cui dibattere e discutere. E chiaramente Hegel.

Ciao Jean-Luc. Ci hai regalato splendidi squarci di pensiero.

«Se non sappiamo più cos’è la democrazia, significa che questa parola non ha più senso. Sappiamo cosa sono lo Stato diritto, i diritti umani, le libertà fondamentali, il principio di uguaglianza… ma democrazia significava qualcos’altro: una società in cui queste definizioni formali sono reali e dove il potere è in grado di realizzarle per il popolo e dal popolo». (Jean-Luc Nancy)

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