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Pane e pistole

Cominciano ad arrivare notizie da diversi paesi del mondo (la Tunisia è quello più vicino) in cui avvengono proteste e tumulti per l’aumento abnorme dei beni alimentari. Effetto della guerra in Ucraina (sia Kiev che la Russia sono tra i principali esportatori di grano e altri cereali), delle sanzioni occidentali, della speculazione… E sembra dunque opprtuna questa riflessione di Ascanio Celestini, pubblicata su Facebook riprendendo un suo vecchio racconto – a questo punto “profetico” – di dieci anni fa…

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Dieci anni fa ho scritto un racconto. A un certo punto il personaggio diceva “il prezzo del pane andrà alle stelle e regaleranno le pistole al mercato. Da quel giorno nessuno potrà più comprare il pane. Tutti si armeranno e assalteranno i forni”.

Me l’ha ricordato oggi un amico. M’ha detto “hai visto che tolgono l’IVA dalle armi, ma non dal pane? Proprio come in quel tuo vecchio racconto…”

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Pane e pistole

cittadini e cittadine

scusate se parlo sottovoce

lo so che siamo in una democrazia e possiamo dire quello che vogliamo.

ma la situazione sta mutando velocemente.

vedete,

in una dittatura devi tacere perché anche i muri hanno orecchi

invece in una democrazia puoi dire quello che vuoi

tanto non ti sente nessuno

e oggi probabilmente non siamo più in uno stato democratico.

forse non ancora in una dittatura.. non si sa.

secondo qualcuno siamo già in guerra

voi mi direte “se c’era una guerra ce ne saremmo accorti”

e invece la guerra c’è proprio perché la maggioranza ancora non lo sa.

la stanno combattendo contro di noi

e sono sicuri di vincerla.

è più facile vincere una guerra se il nemico non sa che la sta combattendo.

per farvi capire la situazione vi faccio un esempio semplice.

se io vi do un mucchio di semi, voi vangate la terra e li seminate,

cresce il grano, lo raccogliete, lo portate al mulino che lo macina,

poi lo impastate, aspettate che lieviti e poi vi cuocete una pagnotta di pane.

quanto tempo è passato dalla distribuzione dei semi alla cottura della pagnotta?

mesi!

se io fossi una grande azienda quotata in borsa che compra e vende pane in tutto il paese

in pochi minuti potrei guadagnare milioni o bruciare milioni.

per una dichiarazione sbagliata al momento giusto,

per qualche pettegolezzo, una voce di corridoio

la mi azienda può fallire

e tutto questo accade in un attimo.

in un tempo così breve nessuno è in grado nemmeno di piantare un mucchio di semi

figuriamoci se è possibile avere la pagnotta calda.

a me piace la marmellata.

mi piace quella di arance.

se vi do il seme per piantare l’albero

quanto ci mettete a portarmi un vasetto di marmellata?

due? tre anni?

se io sono una multinazionale nel settore confetturiero

in quel tempo posso fallire e cambiare lavoro decine di volte.

capite quale guerra si sta combattendo?

è la guerra tra il capitalismo e la natura.

la natura e soprattutto l’uomo sono troppo lenti rispetto al capitalismo

e al suo braccio armato: la finanza.

quando vi darò un mucchietto di semi

e in 10 min mi porterete una fetta di pane e marmellata…

il capitalismo sarà sconfitto.

ma non credo che succederà mai.

provate ad andare in visita a casa di qualche ricco borghese.

non troverete opere d’arte, gioielli, vasi cinesi.

oggi acquistano sacchetti di sabbia per le barricate,

carne in scatola, acqua potabile e soprattutto armi.

questa guerra che è già scoppiata, che qualcuno sta combattendo,

prima o poi verrà dichiarata.

sarà una rivoluzione o una guerra civile?

la prima è improbabile, serve una coscienza di classe.

senza coscienza di classe non si fa la rivoluzione.

invece per la guerra civile bastano fucili e pistole.

sapete come faranno a farla scoppiare apertamente? a dichiararla?

saranno gli economisti a spiegarcelo.

ce lo diranno con le loro facce da giacca e cravatta,

col loro sorriso in gessato doppiopetto grigio.

ci diranno che per fare una pagnotta servono mesi,

mentre in catena di montaggio si monta una pistola in meno di un’ora.

così il prezzo del pane andrà alle stelle

e regaleranno le pistole al mercato

da quel giorno nessuno potrà più comprare il pane.

tutti si armeranno e assalteranno i forni.

cittadini e cittadine

scusate se parlo sottovoce

lo so che siamo in una democrazia e possiamo dire quello che vogliamo.

ma la situazione sta mutando velocemente.

e poi siete davvero sicuri che la nostra sia ancora una democrazia?

il nostro governo è formato da individui

che non hanno ricevuto un solo voto dal popolo.

non li ha votati nessuno.. eppure ci governano.

io una cosa del genere me la ricordo solo in quel famoso ventennio.

perciò

anche tu cittadino,

segui il mio consiglio

compra scatolette di carne in gelatina

quando incominceremo a sparare

varranno più dei titoli di stato tedeschi.

e se non puoi permetterti le scatolette

vai al mercato a prendere un arma

le stanno già distribuendo

ma mi raccomando

parla sottovoce, non farti sentire.

(16 febbraio 2012)

* da Facebook

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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1 Commento


  • Pasquale

    Grande come sempre Ascanio.

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