Il primo attacco è partito dalle pagine del quotidiano israeliano Jerusalem Post, poi a catena tutta la filiera degli apparati ideologici di stato israeliani si sono accodati. Secondo loro la ottantaduenne scrittrice francese Annie Ernaux, insignita la scorsa settimana del Premio Nobel per la letteratura, sarebbe da tempo una sostenitrice del movimento “Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni” (Bds) che promuove una campagna globale di boicottaggio contro lo Stato di Israele.
Il Jerusalem Post, elenca uno dietro l’altra le prese di posizione della Premio Nobel contro la politica israeliana verso i palestinesi.
Nel 2018 Annie Ernaux aveva firmato una lettera, insieme a circa 80 altri intellettuali, che contestava il fatto che l’immagine dello Stato di Israele venisse “sbiancata” in Francia, ossia dipinta in termini positivi senza menzionare le politiche israeliane contro i palestinesi. “È un obbligo morale per qualsiasi persona di coscienza rifiutare la normalizzazione delle relazioni con lo Stato di Israele“, si legge nella lettera.
Nel maggio del 2019 la scrittrice francese insieme ad oltre cento altri artisti francesi, aveva firmato una lettera in cui si chiedeva di boicottare l’Eurovision Song Contest, che si è tenuto a Tel Aviv. I firmatari dell’appello avevano chiesto alla televisione francese di non trasmettere l’evento.
Nel 2021, durante gli ennesimi bombardamenti israeliani su Gaza Annie Ernaux ha criticato la politica di Israele firmando un appello intitolato “Lettera contro l’apartheid”. “Inquadrare questa come una guerra tra due parti uguali è falso e fuorviante. Israele è la potenza colonizzatrice. La Palestina è colonizzata. Questo non è un conflitto: questo è apartheid“, si legge nella lettera firmata anche da Annie Ernaux.
La scrittrice francese ha poi sottoscritto un appello che chiedeva il rilascio dell’attivista libanese Georges Abdallah, in carcere da quasi quaranta anni in Francia e al centro di una campagna internazionale che ne chiede la liberazione.
Ma quello che gli apparati israeliani temono di più è il sostegno alla campagna Bds. Il movimento Bds mira infatti a isolare economicamente, politicamente e culturalmente lo Stato di Israele, perché considerato uno Stato coloniale che pratica l’apartheid contro la popolazione palestinese. Una campagna del tutto simile a quella – vincente – contro il regime di apartheid nel Sudafrica negli anni Ottanta.
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