Dopo i precedenti interventi, “Palestina-Israele tra origine mito e realtà” e “Palestina-Israele la storia rovesciata di Davide”, è necessario fare un ulteriore approfondimento su quello che io definisco il lato oscuro dell’ebraismo.
Quando i giornalisti main-stream, in gran numero proni alle vulgate atlantiste, parlano dello scontro in Palestina/Israele, designano Hamas come terrorista e fautore di tutte le bassezze del mondo, mentre per la parte avversa, che è razzista, colonialista e potenza occupante, edulcora sempre la realtà, evita di narrare le violenze razziste dei coloni in West-bank o al massimo descrive le malefatte come conseguenze del governo israeliano, evitando così di riconoscere quanto sia criminale quella componente della comunità ebraica, giustificando come quella della repubblica israeliana sia la sola democrazia del medio oriente.
Anche il Sudafrica dell’apartheid era una democrazia, fondata su una cultura occidentale, peccato che era uno stato razzista per soli “bianchi” che escludeva e vessava i “neri”, e allo stesso modo è Israele dove un quinto della popolazione palestinese è cittadino a metà, mentre gli altri nei territori occupati sono considerati “ospiti temporanei non graditi”.
Ogni religione e ogni gruppo umano ha un suo lato oscuro: i cristiani, siano essi cattolici, ortodossi o evangelici, hanno i loro integralisti e fondamentalisti (moderati oggi dalla cultura moderna), così come i mussulmani, gli induisti, i buddisti, o i gruppi laici occidentali i quali esprimono razzismo e fascismo, ma anche i comunisti (lo stalinismo), solo per l’ebraismo viene rimosso il lato oscuro, la loro banalità del male, come direbbe Hannah Arendt: il lato oscuro dell’ebraismo sono gli zeloti!
Gli zeloti erano sorti ai tempi della occupazione imperiale romana di Canaan ma avevano origine da eventi precedenti.
Il re ellenista Antioco IV detto Epifane (“manifestazione di Dio”, una vera bestemmia per gli ebrei), narcisista e megalomane, vessò e perseguitò violentemente la popolazione ebraica sotto il suo dominio per omologarla alla cultura e alla religione greca suscitando di conseguenza una reazione armata (Giuda Maccabeo) che portò alla liberazione della Giudea.
Dopo la morte in battaglia di Giuda Maccabeo il movimento religioso sorto dalla lotta di liberazione si divise in varie componenti.
Gli esseni, un nome che sta per “scrupolosi” (della legge), dopo la lotta armata si impegnarono in un modo di vivere religioso pacifico ed empatico, dove la comunità di Qumran era probabilmente la loro sede principale: è possibile che Gesù abbia frequentato questo luogo di preghiera e produzione letteraria.
Al contrario, e ce lo narra bene Flavio Giuseppe, gli zeloti, un nome dalla lingua greca che sta per “seguace”, adottarono una risposta religiosa integralista violenta sino ad assassinare tutti quelli che li ostacolavano anche tra gli ebrei, per cui gli occupanti romani li definirono “sicari”, nome derivato dalla spada corta usata dai zeloti detta “sica”, con cui assassinavano, una modalità per nulla diversa, forse peggiore, di Hamas.
La conseguenza dell’azione degli zeloti furono due guerre, la prima conclusasi nel 70 d.C. con la distruzione di Gerusalemme e del suo tempio e la seconda del 134 capeggiata da Simone Bar-Khokba che ebbe come conseguenza lo svuotamento della Giudea dai suoi abitanti ebrei e la loro dispersione nel mondo.
Questa componente dell’ebraismo, gli zeloti, fanatici ed integralisti, dopo duemila anni sono risorti all’inizio degli anni ’30 del XX secolo, all’inizio con la organizzazione Irgun, contrapponendosi al sionismo di fine XIX secolo che aveva aspirazioni socialiste e laiche, lentamente prendendo le leve di comando e intellettuali dell’ebraismo nello Stato d’Israele e poi anche all’estero: evidente in Italia dove la retorica è tutta per lo Stato ebraico e di ostracismo estremo a chi fra loro lo critica, come Moni Ovadia o negli Usa Noah Chomski.
Questo passaggio culturale, da una visione aperta e laica a una centrata al loro interno e di legame estremo alla repubblica israeliana, è dimostrato da come i vertici ebraici italiani si rapportano oggi con lo stato italiano: in passato, da molti decenni, la laicità dello stato non è più una loro caratteristica come lo era prima, in questo affiancati in passato dai protestanti, specialmente i valdesi, quest’ultimi ormai l’unica comunità religiosa che ragiona nel nostro paese della separazione delle confessioni religiose dalle leggi dello Stato, i cui rappresentanti politici hanno da sempre mostrato poca capacità circa la laicità.
Quello che fanno e propongono gli zeloti, anche da noi, è usare la shoà in maniera strumentale per attribuirsi sempre come vittime nelle vicende di oggi, ma facendo così, i crimini commessi dagli zeloti contro i palestinesi divengono un boomerang contro le comunità ebraiche incolpevoli all’estero, fomentando odio, repulsione o addirittura suscitando chi giustifica il genocidio commesso dai nazisti.
Le azioni di “copertura” degli zeloti sono spesso sfacciate, come l’ambasciatore di Israele all’ONU che platealmente si era appuntata con il suo staff una stella gialla simile a quella imposte dai nazisti, con la volontà palese di farsi considerare vittime nel momento che l’esercito israeliano sta commettendo un genocidio palese, oppure il presidente Herzog che si fa filmare con una copia di “mein kanpf” in arabo che dalle immagini è chiaramente intonsa di stampa la quale sarebbe stata trovata in un dormitorio di Hamas (evidentemente lettori poco assidui).
Quello che non viene mai fatto o fatto solo episodicamente è narrare giornalisticamente cosa pensano o fanno gli zeloti, per cui i mass-media giustificano le azioni del governo israeliano come legittime evitando di vedere oltre, ma per capire gli zeloti basterebbe semplicemente descrivere cosa fanno normalmente e brutalmente i coloni zeloti, le cui azioni smascherano completamente e apertamente la loro identità criminale e razzista.
Ma da dove sorge l’ideologia degli zeloti?
La Bibbia (la Torah) è un libro di raccolte letterarie che spaziano nell’arco di molti secoli, e quindi vi sono diversi modi di approcciarsi ad esso, tanto più che vi sono in esso insegnamenti anche contrapposti.
Un esempio chiaro è il libro chiamato Levitico, una raccolta di leggi e disposizioni varie dove è detto “dente per dente e occhio per occhio”, ma anche “lo straniero che vive fra voi lo tratterete come uno nato tra voi, tu lo amerai come te stesso, perché anche voi foste stranieri in Egitto”.
Ciò che è necessario è smascherare gli zeloti per la loro visione oscura dell’ebraismo, e sostenere gli ebrei che a questa visione non vogliono essere accumunati, perché l’ebraismo ha dato così tante figure positive all’umanità che non possiamo arrenderci al fatto che esso sia rappresentato da integralisti fanatici che ne distruggono la cultura e la memoria, esponendo la loro stessa comunità a colpe di cui non sono responsabili.
Il mio appello è agli ebrei perché alzino la voce contro la violenza degli zeloti che colpisce palestinesi innocenti: i bambini sono tutti uguali, che siano ebrei o palestinesi, e l’odio trasforma noi stessi nel nemico che pretendiamo di respingere.
* Anpi sezione Trullo-Magliana
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