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O Gorizia tu sei maledetta

Pochi giorni fa sono stato a Spoleto a presentare il mio libro Liberalfascismo.

Eravamo alla Casa Rossa, un bellissimo luogo di lotta e cultura ove da anni si organizzano impegno sociale e antifascismo militante. Alla fine della serata il compagno e amico Aurelio Fabiani , animatore della Casa Rossa, mi ha raccontato un episodio di esattamente sessanta anni fa.

Era l’estate del 1964 e a Spoleto si svolgeva il Festival dei Due Mondi, che si effettua anche oggi, ma che allora, sotto la direzione del suo inventore Gian Carlo Menotti, aveva il massimo di successo.

Menotti portava nell’Italia di allora le novità politiche e culturali e così decise di invitare lo spettacolo “Bella Ciao”, con cui il Nuovo Canzoniere Italiano di Roberto Leydi, Giovanna Marini, Michele Straniero e altre e altri, recuperava e rilanciava la canzone di lotta italiana. La stessa canzone Bella Ciao nella versione che oggi cantiamo fu proposta allora.

A Spoleto ad un certo punto dello spettacolo Michele Straniero cantò “Oh Gorizia tu sei maledetta”, eseguita per la prima volta in un teatro. Quando iniziò la strofa “Traditori signori ufficiali che la guerra l’avete voluta…” la platea piena di signore ingioiellate e ufficiali in alta uniforme insorse in grida di scandalo per la patria offesa. Il loggione, ove erano presenti giornalisti antifascisti tra cui Giorgio Bocca e militanti comunisti, rispose a sua volta gridando “fascisti” alla platea e poi intonando Bandiera Rossa.

Lo spettacolo finì lì, con le denunce agli artisti per vilipendio delle forze armate. Come raccontò Giovanna Marini anni dopo al fratello di Aurelio, quella sera tutti loro non dormirono continuarono a parlare di quanto avvenuto nell’albergo di un paese vicino dove alloggiavano. Lì incontrarono per caso Giancarlo Pajetta che per altre ragioni era lì e si fece raccontare tutto.

Allora il dirigente comunista si indignò e chiamò al telefono il segretario della federazione comunista di Terni, alzandolo da terra con i rimproveri rivolti con il carattere per chi era famoso. “Ma come“, disse in sintesi Pajetta, “nell’Umbria rossa permettete queste vergognose manifestazioni fasciste?”

Poche settimane dopo lo spettacolo Bella Ciao fu di nuovo programmato a Spoleto. Questa volta i fascisti erano venuti guidati dal parlamentare Giulio Caradonna, noto squadrista picchiatore e dirigente di quel MSI la cui fiamma compare ancora nel simbolo del partito di Giorgia Meloni.

Così appena lo spettacolo cominciò i fascisti cominciarono a fare schiamazzi. Mal gliene colse, però, perché questa volta anche il loggione era organizzato e su Caradonna e i suoi piovvero dall’alto, oltre che una valanga di insulti, sedie poltroncine suppellettili, tutto. E i fascisti dovettero fuggire.

Anche stavolta lo spettacolo Bella Ciao non si concluse, ma oramai le sue canzoni e Gorizia tu sei maledetta tornavano ad avere una grande diffusione.

Questo per ricordare che i fascisti nei decenni sono sempre quelli, che il patriottismo guerrafondaio è roba loro anche se lo propongono altri, ed infine per dire grazie a tutti gli autori e cantanti di Bella Ciao, che hanno rinnovato il canto e la cultura italiana.

Oggi che anche coloro che si proclamano liberali rispolverano il linguaggio patriottardo e guerrafondaio di D’Annunzio e Mussolini, la canzone sugli ufficiali traditori va cantata e ricantata.

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2 Commenti


  • Martine

    Abbastanza strano che Cremaschi non conoscesse un episodio che è ricordato in tanti libri e giornali e se lo debba far raccontare oggi da un compagno. Tra l’altro quello spettacolo ha girato l’Italia negli ultimi anni per iniziativa di Riccardo Tesi avendo buon successo.


  • Maurizio

    In realtà Gian Carlo Menotti era un conservatore, sia dal punto di vista politico che musicale. Dopo lo “scandalo” avvenuto il 21 giugno 1964 Menotti andò, insieme al presidente dell’Azienda del Turismo di Spoleto, Dominici, a scusarsi col comandante del presidio militare locale (l’Unità titolo “Il Festival va a Canossa”). Il Nuovo Canzoniere Italiano fu invitato a Spoleto da Nanni Ricordi, che quell’anno era Direttore Artistico e che fu costretto a dimettersi in seguito alle polemiche. Nanni Ricordi, progressista e di alto profilo culturale , fu il fondatore del settore discografico di Casa Ricordi e sostenne Gaber, Jannacci, Claudio Lolli, Gino Paoli, Sergio Endrigo, Ornella Vanoni e molti altri cantautori d’impegno. Anche per questo, Nanni Ricordi era amico di Roberto Leydi, ideatore dello spettacolo “Bella ciao” che andò in scena con la regia di Filippo Crivelli e la collaborazione ai testi di Franco Fortini e Gianno Bosio. Lo spettacolo era il risultato di diversi anni di ricerca da parte dei componenti del Nuovo Canzoniere Italiano e di Cantacronache.

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