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Libia: tra tregua e battaglia /2

Una bomba a mano è esplosa a Bengasi poco dopo le 4 ora locale (le 3 in Italia) davanti all’hotel Ouzo dove alloggiano molti giornalisti. L’esplosione, di potenza contenuta, ha rotto due vetrate dell’ingresso e un buco per terra di qualche centimetro. L’hotel Ouzo a Bengasi è diventato, sin da pochi giorni dall’inizio della rivolta (il 17 febbraio), punto d’incontro degli inviati internazionali. Il Consiglio dei rivoltosi vi ha stabilito anche un suo punto stampa.

L’aviazione di Muammar Gheddafiha effettuato ieri bombardamenti sulla città petroliferà di Ras Lanuf, dove gli insorti, a fatica, tengono le posizioni. Ma i Mig libici hanno colpito anche un pick-up con dei civili, forse scambiato con una “tecnica” (i pick-up che montano sul pianale una mitragliatrice). La Nato ha intanto ufficializzato la presenza di Awacs – aerei-radar – che pattugliano l’area registrando dati utili per un intervento occidentale.Lo stesso Barack Obama per la prima volta ha apertamente parlato della possibilità di un intervento in Libia.

Secondo alcuni media arabi, ripresi immediatamente a livello mondiale, Muammar Gheddafi avrebbe offerto agli insorti una sua eventuale uscita di scena in cambio di garanzie sull’incolumità sua e dei suoi familiari e sul proprio patrimonio: è quanto hanno riferito ieri il quotidiano saudita pubblicato a Londra Asharq al Awsat, citando fonti vicine agli insorti, e la tv satellitare del Qatar Al Jazira, citando fonti non precisate. Quest’ultima ha anche riferito in serata che i ribelli hanno respinto la proposta. Ieri è comparso alla tv di Stato libica Jadallah Azouz al Talhi, un ex primo ministro, rivolgendo un appello ai rivoltosi in cui chiedeva di «dare una possibilità al dialogo nazionale come soluzione per risolvere la crisi, per fermare lo spargimento di sangue ed evitare che gli stranieri vengano a prendersi il nostro Paese un’altra volta».

La televisione di stato ha però seccamente smentito che sia questa l’intenzione di Gheddafi. Sul terreno,in effetti, le truppe del colonnello continuano ad avanzare, puntando a riconquistare alcuni terminal petroliferi della Cirenaica (come la cittadina di Ras Lanuf), oltre cui sarebbe sgombra la strada per Bengasi. Col passare dei giorni sembra dunque evidente che la rivolta delle tribù orientali è partita fidando in una sorta di “effetto domino” (dalla Tunisia, all’Egitto, dallo Yemen al Bahrein) e su un aiuto sostanzioso da parte dei nemici occidentali di Gheddafi. Una sopravvalutazione dei rapporti di forza che ora stanno pagando sul piano militare.

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