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Libia. Gheddafi conquista Al Zawiyha e denuncia il “complotto colonialista”

 

Le truppe fedeli a Muammar Gheddafi avrebbero riconquistato la città di al-Zawiyah, in Tripolitania. Lo ha annunciato oggi la tv di Stato libica,la quale ha trasmesso poco fa alcune immagini della città libica – importante centro petrolifero – ed ha intervistato alcuni civili che avrebbero confermato la presenza nella città dei soldati fedeli a Gheddafi. Secondo la televisione satellitare saudita Al Arabya, nella piazza al-Shuhada ci sarebbero invece ancora gli insorti, anche se i carri armati delle milizie filo-Gheddafi stanno avanzando lungo le vie del centro della città.

Si è appreso intanto che un aereo con a bordo un emissario di Gheddafi è atterrato al Cairo dopo aver sorvolato lo spazio aereo greco,lo riferiscono fonti aeroportuali egiziane. Stando invece ad Al Jazira sarebbero ben tre gli aerei appartenenti al colonnello decollati da Tripoli.

Oggi Gheddafi è tornato a parlare, alla tv di stato libica e in interviste a due reti straniere, senza fare alcun riferimento all’ultimatum di lasciare il paese entro 72 ore lanciato ieri dai ribelli ma – secondo quanto riferisce oggi l’inviato del Sole 24 Ore – smentito dal portavoce dei ribelli stesso.

Il leader libico si è soffermato invece sulla questione della no fly zone minacciando di dare battaglia alle potenze occidentali qualora tentassero di imporla. Contro l’occidente Gheddafi ha agitato anche lo spauracchio di Al Qaida, cui il leader attribuisce la responsabilità di aver fomentato la rivolta attraverso il reclutamento di giovani «deboli», prospettando scenari di «caos fino ad Israele» nel caso in cui Al Qaida si impadronisse della Libia. Nella prima delle tre interviste diffuse stamane, quella alla tv francese, Gheddafi ha accusato gli occidentali, in particolare la Francia, di condurre un «complotto colonialista» contro il suo paese. Concetto ribadito anche in un intervento alla televisione di stato libica nel corso del quale ha accusato i «paesi colonialisti» di «tramare un complotto per umiliare il popolo libico, ridurlo in schiavitù e controllare il petrolio».

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