Le forze regolari hanno assunto il controllo del villaggio di al-Bisher, tra le città di al-Uqaila e di Brega, e stanno avanzando verso questa città a 80 chilometri ad ovest di Ajdabiya, hanno riferito gli antigovernativi alla Afp. Gli insorti che si erano attestati alle porte di Brega sono fuggiti a bordo di veicoli verso Ajdabaiya, sulla strada costiera. Ieri si erano ritirati da al-Uqaila, che è caduta nelle mani delle forze fedeli al colonnello Gheddafi.
Tutte le comunicazioni dei telefoni cellulari si sono interrotte oggi a Bengasi, la roccaforte dell’insurrezione in Cirenaica, nella Libia orientale, mentre le forze fedeli al colonnello Gheddafi stanno avanzando. Seif al-Islam, uno dei figli di Gheddafi, ha promesso «una guerra ad oltranza», affermando che i governativi hanno già ripreso «il 90% del Paese».
Novità anche sul fronte diplomatico. Mentre sembra allontanarsi la possibilità di imporre una “no fly zone” sulla Libia (con bombardamento preventivo di tutte le installazioni della contraerea), un segnale significativo – ma di cui è difficile stabilire al momento l’importanza – è arrivato dal continente africano.
L’Unione africana, dopo un vertice ad Addis Abeba giovedì scorso, ha annunciato venerdì la formazione di un comitato ad hoc incaricato di contribuire a porre fine alle violenze in Libia, i cui componenti sono i presidenti di Sudafrica, Uganda, Mauritania, Congo e Mali. Era stato anche annunciato una imminente missione del comitato in Libia, ma senza fissare alcuna data.
La Libia ha annunciato che accoglie con favore la creazione di un comitato dell’Unione Africana che si recherà a Tripoli in un tentativo di contribuire a risolvere il conflitto in corso. «Le autorità libiche – ha affermato la tv di Stato – adotteranno qualunque passo per accogliere i suoi componenti e facilitare loro lo svolgimento della missione».
Ma c’è anche da pensare a tenere in piedi l’economia, dopo che le compagnie occidentali hanno lsciato il paese e la produzione di greggio è caduta da 1,6 milioni a 500mila barili al giorno. «Il capo della rivoluzione ha ricevuto ieri gli ambasciatori di Cina, Russia e India con i quali ha esaminato l’evoluzione delle relazioni bilaterali e l’invito delle compagnie dei tre paesi a sfruttare il petrolio libico», scrive la Jana. L’ultimo carico di petrolio ad aver lasciato la regione petrolifera della Libia risale al 19 febbraio (dopo d’allora, è rimasto attivo solo l’oleodotto con l’Italia, mentrel’esportazione via mare si è bloccata).
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