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Usa: Wikileaks colpisce anche di rimbalzo

La notizia arriva dalla Cnn: il corrispondente alla Casa Bianca dell’emittente, Ed Henry, scrive che le dimissioni sono una conseguenza delle forti pressioni da parte della Casa Bianca. Parlando con gli studenti del Massachusetts Institute of Technology, Crowley aveva detto che il trattamento riservato dal Pentagono a Bradley Manning è «stupido e controproducente». Secondo i rapporti a lui noti, Manning è detenuto in un braccio di isolamento a Quantico, in Virginia. L’avvocato del giovane viene spogliato di routine e costretto ogni notte a dormire in mutande. Gli vengono spesso confiscati gli occhiali da vista, in modo da invalidarlo nei movimenti. Gli è stato inoltre imposto di portare un “grembiule antisuicido” considerato molto scomodo. Nella versione del Pentagono, queste sono le misure di routine per i detenuti a rischio suicidio. Ma in una lettera recentemente diffusa, Manning dice di essere stato considerato “a rischio suicidio” e quindi sottoposto a varie misure restrittive, dopo una manifestazione di protesta di fronte al carcere

La cosa più grave di tutte, se è possibile, è proprio il considerarle “misure di routine”, segno di una cultura della detenzione degna di un Torquemada hi tech.

Una cosa che dovrebbe far orrore a ogni progressista, pensiamo. Gli occhi di molti si erano levati speranzosi sul presidente, Barack Obama, al momento della sua elezione. Quando aveva promesso la rapida chiusura di Guantanamo (è ancora lì, in pieno esercizio) e molte altre cose sul piano dei normali diritti civili.

Ma venerdì, rispondendo ad una domanda alla Casa Bianca, Obama aveva detto: al Pentagono «mi hanno garantito che il soldato Manning viene trattato seguendo gli standard appropriati». Un capolavoro di ipocrisia: da un lato lascia eventuali responsabilità ai soli militari, dall’altra li difende fino a prova contraria. Nessuna promessa, stavolta. Forse ha finito la scorta.

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