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Francia: Sarkozy in picchiata anche alle elezioni

I sondggi sconfortanti che lo perseguitano da mesi si sono trasformati, nelle elezioni cantonali francesi (le nostre provinciali, grosso modo) in voti: pochi, per lui. E la rielezione, a 13 mesi dalle presidenziali, diventa sempre più un miraggio. O un sogno.

L’opposizione socialista coglie un’affermazione indiscussa, doppiando (36% a 18%) i voti della maggioranza. Si conferma pericolosissimo Fronte nazionale ora guidato da Marine Le Pen (i satrapi di destra non riescono proprio a trovare una trasmissione del potere che non sia per via dinastica…); non riesce a eleggere molti consiglieri per via dei meccanismi di sbarramento, ma mostra un radicamento ormai preoccupantte in tutto il territorio.

Un nuovo sondaggio indica Sarkozy come escluso al primo turno delle presidenziali, quale che sia il competitor socialista (Martine Aubry, Dominique Strauss-Kahn e Francois Hollande sono i tre “papabili”). In tutti i casi, al ballottaggio andrebbero socialisti e Fronte nazionale. Le truppe dell’erede Le Pen hanno confermato l’esplosione dell’estrema destra guidata da tre mesi dalla figlia del fondatore. Il primo turno aveva regalato al Fronte una presenza in 400 cantoni. Al secondo, pochi i nomi che si sono affermati, visto che contro l’estrema destra gioca sempre il fattore «fronte repubblicano» (la convergenza di voti contrari di destra e sinistra moderati). Ma ha ottenuto l’11%.

Dal governo si cerca di limitare i danni, o almeno di minimizzarli sul piano mediatico. «La maggioranza arretra meno del previsto – è il parere del primo ministro Francois Fillon – il voto del Fn è un voto di protesta».

Il segretario socialista, Martine Aubry, ha detto invece che «stasera i francesi hanno aperto la porta del cambiamento e noi possiamo entrare». «La nostra responsabilità è immensa, ce la metterò tutta per tenere unita la gauche in questo progetto di una nuova Francia». Francois Hollande, ex segretario, dichiarerà fra qualche giorno la propria candidatura alle primarie dell’autunno, visto che ha colto un’importante affermazione in Correze, che considerava decisiva per la sua decisione.

Nemmeno il rifiuto di Sarkozy di invitare gli elettori Ump a votare socialista nel caso di duelli fra la gauche e il Fronte nazionale è riuscito a cambiare il segno di queste elezioni. E si tratta di una rottura costituzionale mai avvenuta prima. L’esclusione del Fronte nazionale, infatti, è sempre stata la cartina al tornasole della “tenuta democratica” della destra francese. Qualcuno vi vede un primo messaggio di apertura di Sarkozy al Fronte, che Marine Le Pen punta a trasformare in un partito più «accettabile» dai moderati, rispetto a quello xenofobo, razzista e apertamente negazionista guidato dal padre.

Una soluzione definita in Francia «all’italiana», con lo sdoganamento del Fronte e un’intesa con l’Ump di Sarkozy. Magari soltanto un appoggio esterno, che sancisca lo sdoganamento in cambio dell’accettazione ufficiale di alcuni principi democratici.

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