In precedenza, il governo di Hamas aveva annunciato l’arresto di due salafiti coinvolti nel rapimento, senza specificarne il ruolo. Secondo quanto riferito dall’Interno, sarebbero in tutto quattro gli estremisti arrestati per il sequestro e l’assassinio di Vittorio. I due arrestati oggi hanno confessato il loro ruolo nel sequestro e nell’omicidio, precisando che uno dei due è ritenuto il killer, mentre l’altro ha ammesso di avere svolto un ruolo di fiancheggiatore nella logistica del sequestro. L’accusa è quella di “alto tradimento” e prevede la condanna a morte.
I dettagli sull’omicidio: Vittorio è stato soffocato con un sacchetto di plastica. Secondo fonti palestinesi, il gruppo salafita avrebbe chiesto al governo di Hamas il pagamento di un riscatto di un milione di dollari, oltre alla liberazione del suo leader Abdel Walid al-Maqdisi.
Fonti di uno dei gruppi ultraintegralisti salafiti della Striscia di Gaza hanno ammesso oggi la responsabilità di una loro cellula “fuori controllo” nell’azione. Le fonti, che parlavano a nome di ‘al-Tawhid wal-Jihad’ – una della fazioni salafite più note di Gaza, ispirate agli slogan di Al Qaida -, hanno negato che l’azione sia stata ordinata dai vertici del gruppo. “E’ stata una iniziativa incomprensibile, compiuta da una cellula impazzita, fuori controllo, e che contrasta con l’insegnamento dell’Islam e i nostri interessi”.
E un comitato di teologi islamici ha emesso oggi a Gaza una fatwa (decreto religioso islamico) in cui afferma che l’assassinio di Vittorio è “un crimine contro l’Islam” e per di più “fa il gioco del nemico sionista (Israele)”. Il decreto, il cui contenuto è stato trasmesso alla stampa, è stato firmato dal Comitato dei teologi islamici, organo che non è formalmente legato al governo di fatto, ma i cui membri – al fianco di altri considerati indipendenti – sono in maggioranza legati a questo movimento islamico.
La salma di Vittorio lascerà Gaza tra domani e dopodomani. Fonti di Hamas sostengono che il corpo domani passerà il valico con l’Egitto. La famiglia ha espresso il desiderio che il feretro non passi da Israele (“una scelta simbolica”, ha detto venerdì la madre, Egidia Beretta): e questo richiede l’apertura del valico di Rafah, la frontiera tra l’Egitto e la Striscia di Gaza. Ma l’attraversamento è stato chiuso nel 2007, quando Israele ha imposto il blocco su Gaza e la riapertura richiede complicate procedure burocratiche che potrebbero allungare i tempi del rientro in Italia della salma. “Dalla Farnesina mi hanno assicurato che stanno facendo il possibile per far rientrare Vittorio attraverso il confine con l’Egitto, ma non sono ancora in grado di darmi né date né modalità”, ha spiegato la madre di Vittorio.
Mentre si moltiplicano le manifestazioni di rabbia e sdegno 3 sia a Gaza che in Italia 4, la sua pagina Facebook 5 il suo blog, GuerrillaRadio, è fermo al 13 aprile, ma il profilo Facebook di Vittorio da ieri ha ripreso a pubblicare notizie su Gaza. “Vittorio ha lasciato in mani fidate l’accesso a questa pagina. D’accordo con la famiglia abbiamo deciso di continuare a pubblicare” si legge in un post, che si conclude con il monito di Vittorio, ‘Stay Human’.
Sulla pagina Facebook riaperta sono stati quindi postati alcuni video di Vittorio, tra cui uno girato il 9 aprile scorso, intitolato ‘a narghile under the bombs’, dove l’attivista dialoga con un altro pacifista. L’ultimo messaggio, che accompagna la foto di braccia palestinesi con la scritta ‘Vittorio’, dice che “Il coraggio e la compassione del popolo palestinese sono di ispirazione per il mondo”.
Una pagina Facebook lo propone come prossimo premio Nobel per la pace 6.
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