Resterà sempre impresso nella giornata conclusiva del VI Congresso del Partito Comunista di Cuba, l’emozionante applauso con il quale i mille delegati hanno accolto il leader della Rivoluzione Fidel Castro, accompagnato da suo fratello Raul, al suo ingresso nel Palazzo delle Convenzioni dell’Avana.
Il Comandante en Jefe aveva spiegato nelle riflessioni scritte la notte precedente perché il suo nome non sarebbe apparso tra i membri del nuovo Comitato Centrale, “Raúl sapeva che oggi io non avrei accettato nessun incarico nel Partito”. “Penso d’aver ricevuto troppi onori e non ho mai pensato di vivere tanti anni. Il nemico ha fatto tutto il possibile per impedirlo, un incalcolabile numero di volte ha cercato di eliminarmi e molte volte io ho “ collaborato” con loro”.
Sempre nelle “riflessioni”, Fidel spiega come tra gli obbiettivi del Congresso ci fosse anche quello di realizzare un rinnovamento del Comitato Centrale incrementando la presenza delle donne, dei neri e dei meticci discendenti degli schiavi provenienti dall’Africa, le due componenti più povere e sfruttate quando Cuba era sotto il domino capitalista.
E nell’intervento conclusivo del Congresso è Raul Castro, eletto Primo Segretario del Partito Comunista Cubano, a chiarire che “cambiare tutto ciò che deve essere cambiato” significa anche che “Per avere successo, la prima cosa che dobbiamo cambiare nella vita del partito è la mentalità… Sarà anche necessario correggere gli errori e conformare, sulla base della razionalità e della fermezza dei principi, una visione globale del futuro per il bene della conservazione e dello sviluppo del socialismo nelle attuali circostanze”. Prosegue Raul: “con l’elezione del nuovo Comitato centrale, il suo Segretariato e l’Ufficio Politico, presentato nella mattina di oggi, abbiamo fatto un primo passo verso il completamento che ci eravamo prefissi…Il Comitato Centrale è composto di 115 membri, di cui 48 sono donne, 41,7 per cento, più del triplo rispetto al tasso raggiunto nel congresso precedente, che era del 13,3 per cento. I neri e i meticci sono 36, in crescita del 10 per cento della loro presenza, che oggi ammonta al 31,3 per cento.
Oltre ad eleggere i nuovi organismi dirigenti, i partecipanti alla riunione iniziata il 16 aprile, hanno discusso e approvato la relazione centrale presentata da Raul Castro al Congresso, il giorno di apertura e le linee guida della politica economica e sociale discusse nelle cinque commissioni e poi approvata in seduta plenaria.
Un’altra importante decisione assunta dal VI Congresso è stata quella di limitare ad un massimo di due periodi consecutivi di cinque anni la durata degli incarichi politici e statali fondamentali. Questo cambiamento, come è scritto nella relazione centrale, “è reso possibile e necessario nelle attuali circostanze, ben distinte da quelle dei primi decenni della Rivoluzione ancora non consolidata ed inoltre sottoposta a costanti minacce e aggressioni”.
L’esortazione a realizzare le linee guida, di lavorare con intensità e cambiare la mentalità dove questo rallenta lo sviluppo della società socialista, ha segnato la chiusura del sesto Congresso del partito comunista di Cuba.
Nell’intervento conclusivo del Congresso, Raul ha ribadito che “L’attualizzazione del modello economico non è un miracolo che possa compiersi dalla notte alla mattina, come alcuni pensano, il suo pieno dispiegamento sarà raggiunto gradualmente nel corso dei cinque anni, sarà molto più lavoro di dettaglio, progettazione e coordinamento, sia sul piano giuridico quanto nella preparazione approfondita di tutte le misure necessarie per la sua attuazione pratica”.
Fondamentale sarà il ruolo del partito in questo sforzo cruciale. Ciò richiederà una quantità enorme di lavoro, lo sforzo organizzativo ed un costante ed efficace lavoro ideologico, lontano dal formalismo, basato sul contatto permanente con la popolazione.
Per questo la prossima tappa sarà la Conferenza Nazionale che il Congresso ha convocato per il 28 gennaio 2012, allo scopo di valutare con obiettività e senso critico, il lavoro svolto dal Partito, in questo lasso di tempo, insieme alla rinnovata volontà di determinare i cambiamenti necessari nelle attuali circostanze.
I documenti che saranno presentati alla Conferenza Nazionale saranno discussi in precedenza dai militanti del partito e, dalle strutture della gioventù comunista (UJC) e in tutti i livelli delle organizzazioni di massa.
Nel discorso di chiusura, il Primo Segretario Raul Castro ha ricordato che nella stessa data di ieri, 50 anni prima, l’imperialismo ricevette la sua prima sconfitta, nelle sabbie di Playa Girón, e che le Forze Armate Rivoluzionarie che ha avuto l’onore di guidare per 49 anni, mai rinunceranno a svolgere il loro ruolo al servizio della difesa del popolo, del Partito, del socialismo e della Rivoluzione.
Come associazione e rivista Nuestra America, abbiamo creduto utile proporre una cronaca quotidiana dei giorni del Congresso, che rispettasse il lavoro dei compagni cubani fornendo notizie non manipolate o falsificate, come purtroppo è tradizione e costume degli organi di informazione nostrani. Nei prossimi giorni entreremo più nel merito delle importanti, storiche decisioni assunte dal Partito Comunista Cubano.
Per oggi ci accontentiamo di salutare i nemici e i detrattori della Rivoluzione Socialista Cubana, con l’affermazione del Primo Segretario del Partito, il compagno Raul, al quale già in questa sede formuliamo i più fraterni auguri e la nostra totale vicinanza, che ha dichiarato “di assumersi la responsabilità di continuare a migliorare il nostro socialismo e non permettere mai il ritorno del regime capitalistico”.
“Il Congresso è finito – ha concluso-” “ora, al lavoro”.
* Redazione Nuestra America
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