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Le petromonarchie del Golfo cercano di normalizzare le rivolte

La tensione tra i Paesi del Golfo e l’Iran e la crisi in Yemen, Oman e Barhein dominano l’agenda dell’incontro odierno dei Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg), riunito a Riad, in Arabia Saudita. “I leader dei Paesi del Golfo discuteranno di aiuti finanziari al Bahrain e all’Oman – ha detto una fonte coperta da anonimato al quotidiano Gulf News. Si discuterà anche della situazione in Yemen», dove da mesi sono in corso proteste contro il presidente Ali Abdullah Saleh, al potere da 33 anni. Ma il vertice sarà anche l’occasione per discutere delle situazioni in Bahrain e Oman. La speranza è che il summit contribuisca ad arrivare a un accordo, sulla base dell’iniziativa del Ccg, per porre fine alla crisi in corso in Yemen, dove anche oggi si registrano manifestazioni e scontri. Il re saudita Abdullah Bin Abdul Aziz, secondo la televisione saudita Al Arabiya, ha ricevuto un messaggio di Saleh a questo proposito, ma del testo non sono stati resi noti i dettagli. La proposta del Ccg per risolvere la crisi in corso in Yemen prevede l’uscita di scena di Saleh e la creazione di un governo di transizione, con esponenti dell’opposizione, fino alle elezioni presidenziali da tenersi entro 60 giorni dalle dimissioni di Saleh. A quest’ultimo e alla sua famiglia verrebbe garantita l’immunità. Intanto dall’inizio delle manifestazioni, secondo gli attivisti per i diritti umani, sono oltre 150 le persone uccise nella repressione delle proteste nel Paese arabo. A sostegno del Bahrain, dove dal 14 febbraio sono in corso proteste violentemente repressa dalla monarchia sunnita, e dell’Oman, l’Arabia Saudita, gli Emirati, il Qatar e il Kuwait si sono impegnati a creare un fondo da 20 miliardi di dollari.

Oman. Oggi proteste sociali e scontri.

È finita con sei arresti la protesta di un centinaio di giovani disoccupati dell’Oman, iniziata domenica al grido «Dove sono i posti di lavoro?» e degenerata in assalti a proprietà private e pubbliche, compreso il municipio di Jalan Bani Bu Ali, la cittadina a 190 km a nord della capitale Mascate, dove si sono verificati i disordini. Lo riporta stamani la stampa locale. Le proteste per una maggiore democratizzazione delle istituzioni dell’Oman e per riforme economiche che diano maggiori opportunit… di lavoro ai cittadini del paese sono iniziate a febbraio, con due morti nelle prime settimane. A metà marzo tuttavia, il sultano al Qabous bin Said, nel tentativo di placare le tensioni, ha proceduto a un pesante rimpasto di governo e ordinato la creazione di almeno 50.000 posti di lavoro. Trentatremila disoccupati hanno già trovato impiego nel settore pubblico, ma, accusavano i manifestanti di Jalan, questi sono stati assegnati nelle grandi città mentre le aree rurali e i piccoli centri sono stati completamente ignorati.(ANSAmed)

Yemen. Repressione delle manifestazioni. Venti feriti

Violenti scontri si registrano tra manifestanti e polizia nella città portuale yemenita di al-Hodeida. Lo riferisce la tv satellitare Al Jazeera. Intanto è in corso nella capitale, Sanàa, una manifestazione per chiedere le dimissioni del presidente Ali Abdullah Saleh. Le forze di sicurezza yemenite sono intervenute per disperdere la manifestazione organizzata stamani nella città portuale di al-Hodeida, nello Yemen occidentale. Lo riferisce l’agenzia di stampa Xinhua, precisando che gli agenti hanno aperto il fuoco per disperdere la dimostrazione a cui stavano partecipando migliaia di persone. Il bilancio provvisorio dell’intervento della polizia, secondo testimoni dell’agenzia, parla di oltre 20 feriti.

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