Dopo i brutali sgomberi operati dalle squadre antisommossa a Barcellona e Valencia, gli agenti della polizia informatica spagnola (Bit) hanno annunciato di aver ”disarticolato la cupola dell’organizzazione ‘hacktivista’ Anonymous in Spagna”.
La misteriosa organizzazione anarchica di pirati informatici, divenuta famosa per le sue campagne a sostegno di WikiLeaks e dei movimenti rivoluzionari nordafricani, si è attivamente schierata a fianco del movimento spagnolo ’15-M’ compiendo cyber-attacchi contro i siti web della commissione elettorale spagnola, della polizia locale catalana e dei sindacati filo-governativi.
Mostrando in conferenza stampa come trofeo la maschera di ‘V per Vendetta’ simbolo degli Anonymous, la polizia spagnola ha dichiarato di aver arrestato a Barcellona, Valencia e Almería ”i tre responsabili” della ”cellula spagnola” dell’organizzazione, tra i quali un marinaio mercantile trentenne dal cui computer sarebbero stati ”coordinati ed eseguiti attacchi informatici contro pagine web governative, finanziarie e aziendali di tutto il mondo”.
Sui forum legati ad Anonymous si sprecano i commenti ironici sulla presunta esistenza di ‘cupole’ e ‘responsabili’ in un’organizzazione anarchica come la loro, ”etichette affibbiate da un potere autoritario che non riesce a concepire un movimento senza leader e se li deve inventare per sentirsi più sicuro”.
”Anonymous è un gruppo senza capi! – si legge altrove – Non possono fermarci, perché siamo in tanti e per ogni testa dell’Idra che taglieranno ne spunteranno altre dieci, per ogni Anon che colpiranno altri dieci si uniranno a noi per la semplice rabbia suscitata dalla repressione del dissenso. Potere al popolo!”.
Altri commenti però sembrano più preoccupati. ”Tra noi non ci sono leader che guidano l’organizzazione – si legge in uno di questi – ma ci sono comunque persone che non si limitano a postare su Facebook le maschere di Guy Fawkes, ma si occupano delle operazioni: e se il governo li colpisce, il movimento subisce un grave danno”.
”Non si può negare – scrive un altro – che in Anonymous vi sia un ristretto numero di persone che hanno le capacità e la conoscenza per penetrare nei database di governi e aziende. Sono persone che meritano rispetto, e che ora finiranno in prigione per un pezzo”.
Secondo la polizia, oltre ai già citati siti spagnoli, i tre hacker arrestati avrebbero lanciato dai loro computer attacchi informatici contro le pagine internet dei governi di Egitto, Algeria, Libia, Iran, Cile, Colombia e Nuova Zelanda, quelli dell’Enel e della Palystation e quelli delle banche spagnole Bbva e Bankia.
Gli ufficiali della Bit hanno ricordato come gli Anonymous siano considerati una minaccia dalla stessa Nato, che in effetti, in un recente documento ufficiale, li ha definiti come uno dei principali e più sofisticati gruppi di hacker al mondo, in grado di minacciare la sicurezza informatica di governi, strutture militari e multinazionali.
Negli ultimi quattro anni gli hacktivisti mascherati – il cui motto è ”Siamo una legione. Non perdoniamo. Non dimentichiamo. Aspettateci!” – hanno condotto devastanti campagne di ‘guerra informatica’ per vendicare i crimini di Scientology, la censura di internet in Iran, Australia e Stati Uniti, le politiche commerciali della Sony, le scelte di Amazon, PayPal, MasterCard e Visa di ‘scaricare’ WikiLeaks, le frodi di Bank of America, le campagne antisemite dei neonazisti tedeschi, le politiche repressive di Zimbabwe, Tunisia ed Egitto.
Ultimamente gli Anonymous hanno politicamente alzato il tiro, iniziando a sostenere le lotte sindacali degli impiegati pubblici in Wisconsin, le proteste anti-casta degli Indignati spagnoli e quelle anti-liberiste degli Indignati greci, auspicando il dilagare in tutto il mondo di ”rivoluzioni” che restituiscano il ”potere al popolo”.
”Anche se Anonymous viene perseguito dalle autorità per ‘crimini informatici’ – si legge in un recente messaggio del gruppo – le nostre azioni hanno portato maggiore giustizia nel nostro mondo. Noi non siamo semplicemente un gruppo di ‘hacker’. Anonymous è un’identità, è l’arte di indignarsi, l’arte di essere qualcuno, senza essere nessuno. Non ci sono leader, non c’è controllo: solo influenza, l’influenza del pensiero. Anonymous non è il fuoco, è solo la scintilla”.
http://it.peacereporter.net/articolo/28912/Spagna%2C+Anonymous+nel+mirino
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