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Libia. Protezione di civili a mezzo di strage di civili

Il governo libico ha denunciato un nuovo attacco della Nato sulla Libia, che ha provocato numerosi morti, tra i quali alcuni bambini. Già nella giornata di ieri governo libico aveva denunciato la morte di almeno nove civili, in gran parte della stessa famiglia, nel raid effettuato dalla Nato nella notte tra sabato e domenica su Arada, un quartiere residenziale di Tripoli. La televisione di stato ha diffuso le immagini di diversi edifici distrutti. «È un altro segnale della brutalità della Nato», ha dichiarato il portavoce del governo libico Moussa Ibrahim. La Nato ha ammesso di aver ucciso alcuni civili nel suo ultimo raid su Tripoli. Forse un malfunzionamento tecnico, si legge nel comunicato uscito in tarda serata sul sito dell’Alleanza. È l’epilogo di un intervento che, stando al regime libico, ha provocato la morte di 9 persone, fra cui due bambini, e il ferimento di altre 18. Tutti civili. Il comunicato ribadisce che l’obbiettivo prescelto era un sito missilistico situato nella capitale libica. La casa bombardata che hanno visto i reporter in mattinata, nel quartiere di Souk Al Juma, si trova ad almeno un chilometro di distanza, sempre secondo la Bbc, da un campo d’aviazione militare diverse volte bersaglio dei raid dell’alleanza. Anche tre giorni fa 12 civili erano state uccisi in un raid aereo della Nato contro un bus nella città di Kikla, a sud della capitale. Dieci giorni fa, nella sola nella giornata del 7 giugno nei raid della Nato sulla capitale libica, erano stati 31 i civili rimasti uccisi dai bombardamenti. In quel caso la Nato aveva rifiutato di riconoscere “l’errore” e di scusarsi con le vittime.

Secondo il portavoce del governo di Tripoli, Moussa Ibrahim, al primo giugno il bilancio delle vittime delle incursioni della Nato in Libia dall’inizio delle operazioni, il 19 marzo scorso è di 718 civili uccisi e 4.067feriti. A questo bilancio vanno dunque aggiunte altre 62 vittime. Dati che se verranno confermati (e molte fonti indipendenti li confermano) dimostrano il carattere criminale della missione Nato sulla Libia che sta uccidendo più civili di quelli che pretende di “proteggere”. Sarebbe nell’ordine delle cose che questi crimini, prima o poi, venissero trascinati e giudicati nei tribunali internazionali dove invece finiscono solo i più deboli o i leader sconfitti. Ma se i tribunali giudicano solo i più deboli vuol dire che non hanno alcuna legittimità.

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