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Siria. Assad prova ad aprire il dialogo con le forze antiregime

Decine di migliaia di siriani sono scesi oggi in piazza a Damasco per ribadire il loro sostegno al presidente Bashar al Assad che ieri, nel suo terzo discorso pubblico dall’inizio delle proteste anti-regime e della conseguente repressione militare, ha ribadito la teoria del complotto contro la Siria ma ha anche annunciato riforme politiche e l’apertura di un dialogo nazionale con le forze anti-regime. Il presidente siriano ha concesso l’amnistia a tutti i siriani fermati nelle carceri fino a ieri. La tv di Stato siriana mostra in diretta le immagini di quella che è stata descritta dalla commentatrice una «folla oceanica», che «affluisce da ogni angolo della città e del Paese». I manifestanti, giovani e meno giovani, portano con sè bandiere nazionali e ritratti di Al Assad e intonano slogan per l’unità nazionale, per il «dialogo nazionale» e «contro i sabotatori», termine usato dal governo per indicare i dimostranti anti-regime. Al termine del discorso presidenziale di ieri, centinaia e in alcuni casi migliaia di persone si erano comunque riversate in strada per esprimere il loro dissenso contro le parole del raìs. Secondo alcune fonti, decine di studenti dell’università di Aleppo sono stati arrestati nelle ultime ore. Sin da ieri sera e persino durante la notte a numerosi utenti siriani delle due compagnie di telefonia cellulare nazionali sono giunti SMS per invitarli a scendere in piazza stamani.

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