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Siria. Il Consiglio di Sicurezza si conclude senza un accordo

La riunione è stata aggiornata nel tentativo di trovare un’intesa tra i membri del Consiglio per giungere a una condanna della repressione messa in atto dal regime di Assad . Europei ed americani hanno provato a negoziare un accordo. Gran Bretagna, Francia, Germania e Portogallo, sostenuti dagli Stati Uniti, hanno fatto pressioni per l’adozione di una risoluzione di condanna della repressione siriana: su questa base i lavori potrebbero riprendere già oggi. Ma alcuni diplomatici hanno tuttavia indicato come molto più probabile un’intesa al Consiglio di sicurezza su una semplice dichiarazione, non costrittiva. La Russia e la Cina, due dei cinque membri permanenti del Consiglio, infatti hanno già minacciato di opporre il loro veto a un progetto di risoluzione, sostenute da Brasile, India e Sudafrica.

Intanto scattano oggi, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione, le nuove sanzioni della Unione Europea contro la Siria. Nel mirino, cinque uomini del regime di Assad, tra cui il generale Ali Habib Mahmoud, nominato ministro della Difesa il 3 giugno 2009. Le altre personalità colpite con la misura del congelamento dei beni e dei visti sono Mohammad Mifleh, capo dell’intelligence militare siriana della città di Hama, il maggiore generale Tawfiq Younes, capo del dipartimento di sicurezza interna; Mohammed Makhlouf, stretto collaboratore e zio materno di Bashar al-Assad; nonchè Ayman Jabir.

Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha deciso unilateralmente di richiamare per consultazioni l’ambasciatore italiano in Siria “di fronte all’orribile repressione contro la popolazione civile”. Il ministro ha proposto anche il richiamo degli ambasciatori di tutti i paesi dell’Unione europea a Damasco.


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