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La “nuova” Grecia: suicidi, malattie, niente sanità

Disattenzione o scarsa considerazione per le conseguenze delle ricette che il prorprio datore di lavoro predilige; sincera commozione che schiva per un volta i vincoli posti dalla direzione; occhio cinico su un target di compratori un po’ fuori dal core business della casa.

In ogni caso ci sembra una fotografia assolutamente rivelatrice di una società in via di demolizione. Scientificamente, come una vivisezione operata da un folto gruppo di operatori asettici: i team di esperti di Bce, Ue e Fmi.

 

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da Il Sole 24 Ore

In Grecia la crisi mina anche la salute pubblica. E per curarsi si va nelle cliniche delle ong

di Chiara Beghelli

 

Atene, 10 ottobre 2011: mentre la troika dei creditori incontra per l’ennesima volta il ministro delle Finanze Venizelos per convincerlo ad essere ancora più drastico sui disastrati conti della Grecia, al 12 di via Sapfous i medici e i volontari della delegazione greca di Médecins du Monde si organizzano per un’altra settimana di visite gratuite nelle strade della città. A rivolgersi ai loro centri finora erano stati gli immigrati poveri, provenienti soprattutto da Iraq, Afghanistan, Bangladesh e Africa. Ma con la tremenda crisi nazionale, i volti dei loro pazienti sono diventati più familiari. Nikitis Kanakis è un dentista ed è il capo di MdM in Grecia: «La situazione nell’ultimo anno è peggiorata: di 30mila pazienti che abbiamo assitito, circa il 35% sono cittadini greci, in aumento del 10% rispetto al 2010», ha detto all’euobserver.com.

Situazione preoccupante, ma che non poteva essere diversa, con uno Stato che ha stabilito tagli del 40% alla sanità pubblica, e che probabilmente peggiorerà ancora, come denuncia uno studio dell’Università di Cambridge pubblicato dalla rivista britannica The Lancet. Analizzando le risposte a circa 26mila questionari, report di istituti di ricerca, aziende sanitarie e ong fra 2007 e 2009, lo stato della salute pubblica della Grecia è risultato essere una copia di quello delle sue finanze: le persone ad essersi rivolte agli ospedali pubblici per vari disturbi sono aumentate del 24% nel 2010 rispetto al 2009, e di un ulteriore 8% nei primi sei mesi del 2011. Le ammissioni agli ospedali privati, invece, sono calate del 25-30%. Della stessa percentuale, in linea con il dato fornito da Kanakis, è l’aumento del ricorso a centri medici delle Ong, che prima della crisi si limitava al 3-4 per cento.

Il dato sui suicidi, poi, trova conferma in quelli già tristemente noti: coloro che hanno fatto la stessa scelta di quel piccolo imprenditore del settore retail che si è impiccato a un ponte, lasciando una nota con scritto «non cercate altre ragioni, la crisi mi ci ha portato», sono aumentati del 25% nel 2010 rispetto all’anno prima, e sembrano in aumento del 40% nel primo semestre 2011. L’impoverimento progressivo, scrive Lancet, ha condotto anche a un aumento dell’abuso di droghe, eroina in testa con un +20% nel 2009, e a un parallelo aumento dei casi di Hiv da scambio di siringhe infette di un incredibile 52% rispetto al 2010.

«L’esperienza della Grecia ci avverte dei rischi di tagli alla sanità in tempi di recessione», ha detto a Reuters uno dei partecipanti alla ricerca, Martin McKee, della London School of Hygiene and Tropical Medicine. E chi sta pagando il prezzo più alto della crisi, non solo in termini di occupazione, reddito, sicurezza, ma anche in salute, dice Lancet, è la «ordinary people», la gente comune. Per questo, si legge in chiusura dell’articolo, «è necessaria la massima attenzione alla salute e all’accesso alla sanità per assicurare che la crisi non metta a repentaglio la primaria fonte di ricchezza della Grecia: la sua gente».

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