Il rischio di un intervento militare volto a colpire gli impianti nucleari in Iran si avvicina. E’ questa la sensazione espressa ieri sera dal Capo dello Stato israeliano Shimon Peres in una intervista alla televisione commerciale israeliana Canale 2 ripresa dal Jerusalem Post. «Peres sembrava molto preoccupato – ha osservato la sua intervistatrice – al pari dell’ex capo del Mossad Meir Dagan» secondo il quale Israele compirebbe un passo «stupido» se attaccasse l’Iran, e da solo. Il suo parere è stato oggi condiviso da un altro ex capo del Mossad, Efraim Halevi, secondo cui colpendo l’Iran Israele innescherebbe con quel Paese un conflitto di cento anni. «Io comunque non ho l’impressione che alcuna decisione sia stata presa» ha detto Peres. Lei pensa che noi oggi siamo vicini più ad una opzione militare che non ad una soluzione diplomatica ? ha chiesto la televisione a Peres, il quale ha risposto in forma positiva. Nell’intervista Peres ha insistito che la questione iraniana non riguarda solo Israele, bensì il mondo intero. «Nel tempo che ci resta – ha osservato – dobbiamo rivolgerci alle Nazioni del mondo ed esigere che mantengano fede ai loro impegni e alle loro responsabilità, che non sono solo la imposizione di sanzioni. Bisogna fare il possibile per fermare (l’Iran), e in merito il menù delle azioni è molto lungo…». «I servizi di sicurezza dei vari Paesi seguono le lancette dell’ orologio e avvertono i rispettivi dirigenti che il tempo stringe». Nell’ultima settimana il quotidiano Yediot Ahronot ha scritto più volte che il premier Benyamin Netanyahu e il ministro della difesa Ehud Barak danno l’impressione di aver già optato per una operazione militare nei confronti dell’Iran.
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