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Mumia Abu Jamal non verrà ucciso

Dopo quasi 30 anni nel braccio della morte con una condanna alla pena capitale con l’accusa di aver ucciso un poliziotto, il militante nero americano, Mumia Abu Jamal, è sfuggito al boia: il procuratore distrettuale di Philadelfia ha deciso di rinunciare alla richiesta di esecuzione della sentenza di morte, ma i giudici hanno stabilito che Abu-Jamal scontera’ il resto dei suoi giorni in carcere. Militante dell’organizzazione rivoluzionaria afroamericana Pantere nere, e poi del “Move”, Mumia Abu Jamal e’ stato giudicato colpevole dai tribunali ma si e’ sempre proclamato innocente.

Mumia Abu-Jamal è da quasi trenta anni anni rinchiuso nel braccio della morte, falsamente accusato di aver ucciso l’agente di polizia di Philadelfia, Daniel Faulkner. Tutti gli elementi del sistema della “giustizia” statunitense si sono uniti in una congiura contro questo ex militante delle Pantere Nere e sostenitore di Move. La sua condanna fu fondata su false testimonianze estorte dalla polizia senza una benché minima prova fattuale. Il giudice del suo processo, Albert Sabo, conosciuto come “il re del braccio della morte”, fu sentito dire da una stenografa del tribunale: “Li aiuterò io ad arrostire il negro”. L’accusa, facendo in modo di escludere i neri dalla giuria, ha infiammato i giudici con la menzogna grottesca che l’appartenenza di Mumia alle Pantere Nere in gioventù fosse una prova che “sin da allora” aveva intenzione di uccidere un poliziotto. Per far sì che la condanna fosse sicura, l’accusa sfruttò l’argomento che la giuria doveva mettere da parte i dubbi sulla sua colpevolezza, perché tanto avrebbe potuto fare continuamente ricorso, “appello dopo appello”. La tesi dell’accusa si basava su tre pilastri, tutti fondati su menzogne: la testimonianza di “testimoni oculari” estorta attraverso favori e terrore; una “confessione” presuntamente fatta da Mumia la notte della sparatoria, che era una frode talmente evidente da non essere venuta alla luce che mesi dopo; e una “prova” balistica inesistente. Nel 2001, questa montatura fu completamente fatta a pezzi dalla confessione di Arnold Beverly che ammetteva di essere stato lui a sparare a Faulkner. La spassionata difesa dei diritti dei neri portata avanti da Mumia, giornalista conosciuto come “voce dei senza voce”, ha continuato a farli infuriare. In particolare la polizia di Filadelfia odiava i suoi servizi giornalistici favorevoli all’organizzazione Move.

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