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Siria. Francia, Qatar e Arabia Saudita vogliono la guerra

La Francia vuole aggirare l’Onu. Silenziati i risultati della missione degli osservatori della Lega Araba. Obiettivo: il cambiamento di regime, anche con la violenza.

Dopo il duplice veto russo-cinese al Consiglio di Sicurezza sulla Siria, Nicolas Sarkozy, intende aggirare l’Onu creando un ‘gruppo di contatto’ con Paesi arabi ed europei. ‘La Francia non intende arrendersi’, ha detto Sarkozy in una dichiarazione in cui ha aggiunto di aver avviato ‘consultazioni con i partner arabi ed europei per creare un gruppo di ‘Amici del popolo siriano con l’obiettivo di coagulare il sostegno della comunita’ internazionale sul piano di transizione della Lega Araba’, che prevede la cessione dei poteri di Bashar el Assad .Obiettivo questo ampiamente dichiarato dalle petromonarchie del Golfo, Qatar e Arabia Saudita in testa.

Qui di seguito un interessante articolo di Pepe Escobar, esperto di Medio Oriente, che conferma le notizie filtrate in questi mesi e che delineano uno scenario in Siria completamente diverso da quello di una rivolta delle Primavera Araba.

Da Asia Times Online del 3 febbraio

Ecco un corso intensivo sulle “democratiche” macchinazioni della Lega Araba – o piuttosto della Lega del CCG, perché il potere reale in questa organizzazione pan-araba viene esercitato da due delle sei monarchie del Golfo Persico che compongono il Consiglio di Cooperazione del Golfo, noto anche come Circolo della Controrivoluzione del Golfo: il Qatar e la Casa dei Saud.

In pratica, il CCG ha creato un gruppo nella Lega Araba per monitorare quello che sta succedendo in Siria. Il Consiglio Nazionale Siriano – che ha la sua sede in due paesi membri della North Atlantic Treaty Organization (NATO), Turchia e Francia – lo sostiene in modo entusiasta. È evidente che il vicino della Siria, il Libano, non fa è dello stesso avviso.

Quando i 160 osservatori, dopo un mese di indagini, hanno pubblicato la loro relazione… sorpresa! Il resoconto non si adattava alla linea ufficiale del CCG – secondo cui il “perfido” governo di Bashar al-Assad sta indiscriminatamente, e unilateralmente, uccidendo il suo popolo, ed è pertanto necessario cambiare il regime.

La Commissione Ministeriale della Lega Araba aveva approvato la relazione, con quattro voti a favore (Algeria, Egitto, Sudan e il membro del CCG Oman) e solo uno contro; indovinate… del Qatar, che sta ora presiedendo la Lega Araba perché l’emirato comprò ha comprato il suo turno (a rotazione) dall’Autorità Palestinese.

Pertanto, la relazione è stata ignorata (dai media occidentali corporativi) o distrutta senza pietà dai media arabi, praticamente tutti finanziati sia dalla Casa di Saud che dal Qatar. Non è stata neanche presa in discussione, perché il CCG ha impedito che venisse tradotta dall’arabo in inglese e pubblicata nel sito web della Lega Araba.

Fino a che è filtrata. Eccola, al completo.

La relazione è adamantina. Non c’è stata una repressione letale e organizzata da parte del governo siriano contro i manifestanti pacifici. Al contrario, il resoconto considera alcune bande sospette le responsabili della morte di centinaia di civili siriani, e di più di un migliaio di vittime nell’esercito siriano, mediante l’utilizzo di tattiche letali come la collocazione di bombe negli autobus di linea, nei treni che trasportano diesel, nei mezzi della polizia, sui ponti e nelle condutture.

Ancora una volta, la versione ufficiale della NATO/CCG sulla Siria è quella di un sollevamento popolare soppresso dalle pallottole e dai carri armati. Intanto, i membri dei BRICS Russia e Cina, ed ampie frange del mondo in via di sviluppo, sono dell’idea che il governo siriano stia combattendo contro mercenari stranieri pesantemente armati. La relazione conferma in larga misura questi sospetti.

Il Consiglio Nazionale Siriano è essenzialmente un’organizzazione dei Fratelli Musulmani affiliata sia alla Casa di Saud che al Qatar, con un ansioso Israele che lo sostiene in secondo piano. La legittimità non è proprio in cima ai suoi pensieri. In quanto all’Esercito della Siria Libera, ha nelle proprie fila disertori e oppositori al regime di Assad che hanno le migliori intenzioni, ma per la maggior parte è infettato da mercenari stranieri armati dal CCG, soprattutto da bande di salafiti.

Ma niente scoraggerà la NATO/CCG, che non potrà applicare il modello uniforme per promuovere la “democrazia” con il bombardamento di un paese al fine di liberarsi del proverbiale dittatore malefico. I dirigenti del CCG, la Casa di Saud e il Qatar, hanno respinto subito la relazione e sono arrivati direttamente al dunque: imporre un cambiamento di regime da parte della NATO/CCG tramite il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Pertanto, l’attuale “deriva diretta dagli arabi per garantire una fine pacifica alla repressione che dura da dieci mesi” in Siria non altro che un grossolano tentativo di cambio di regime. I soliti sospetti, Washington, Londra e Parigi, si sono visti obbligati a togliersi di mezzo per assicurare all’autentica comunità internazionale che non si tratta di un altro mandato per il bombardamento, alla libica, per la NATO. La Segretaria di Stato Hillary Clinton lo ha descritto come “un percorso per una transizione politica che preservi l’unità e le istituzioni siriane.”

Ma i membri dei BRICS Russia e Cina non si sono fatti abbindolare. Un altro membro dei BRICS, l’India, il Pakistan e il Sudafrica hanno manifestato forti obiezioni per la brutta copia della risoluzione delle Nazioni Unite abbozzata dalla NATO/CCG.

Non ci sarà un’altra “zona di divieto di volo” sullo stile della Libia; dopo tutto, il regime di Assad non sta proprio puntando i Mig contro i civili. Russia e Cina bloccherebbero – di nuovo – una risoluzione dell’ONU destinata al cambio di regime. Perfino nella NATO/CCG c’è una certa confusione, perché tutti gli attori – Washington, Ankara ed il duo della Casa di Saud e Doha – hanno un programma geopolitico distinto per il lungo termine. Per non menzionare l’Iraq, un vicino determinante oltre che socio commerciale della Siria; Baghdad ha reso noto pubblicamente di essere contro qualsiasi schema diretto a un cambio di regime.

Pertanto, ecco un suggerimento per la Casa di Saud e il Qatar: visto che siete così sedotti dalla prospettiva di una “democrazia” in Siria, perché non utilizzate tutto l’armamento statunitense e la invadete nel cuore della notte – come avete fatto in Bahrein – ed imponete voi stessi il cambio di regime?

Articolo originale Exposed: The Arab agenda in Syria (traduzione di Supervice per CDC)

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