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Tunisia. Manifestanti contestano vertice degli ‘Amici della Siria’

Oltre 50 ministri degli Esteri di Paesi occidentali e arabi sono riuniti oggi a Tunisi per partecipare a quella che è stata impropriamente ribattezzata la conferenza degli ‘Amici della Siria’. Dopo il veto di Cina e Russia alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che avrebbe spianato la strada ad un intervento esterno contro Damasco sul modello di quanto già sperimentato contro la Libia, i paesi che stanno partecipando per interposta persona alla guerra civile in atto nel paese da mesi hanno il problema urgente di cambiare tattica. Da parte loro Mosca e Pechino continuano a sbarrare la strada ad un autorizzazione all’uso della forza da parte delle grandi potenze in Siria con la scusa del sostegno alla popolazione civile piuttosto che ai profughi piuttosto che ai bambini uccisi. 
I due paesi starebbero puntando sulla figura dell’ex segretario generale della Nazioni Unite Kofi Annan come rappresentante speciale dell’ONU e della Lega Araba per la Siria.  Ufficializzata la scorsa notte da Ban Ki-Moon, la nomina di Annan a mediatore è stata fatta, congiuntamente, da Nazioni Unite e Lega Araba, con un mandato amplissimo che non esclude aprioristicamente alcun interlocutore, «dentro e fuori» la Siria. L’appoggio dato da Mosca e Pechino all’incarico di Annan è, di fatto, la conferma del poco credito che Cina e Russia danno alla conferenza degli «amici della Siria» in corso a Tunisi, alla quale Pechino e Mosca hanno deciso di non partecipare a causa dell’esclusione di ogni tipo di rappresentanza del regime siriano. Anche perchè la maggior parte dei paesi che hanno inviato i loro rappresentanti in Tunisia vorrebbero uscire dall’appuntamento con una risoluzione che definisca il Consiglio Nazionale Siriano quale «legittimo rappresentante dei siriani che perseguono il cambiamento pacifico e democratico». I paesi partecipanti alla conferenza di Tunisi sono anche determinati a chiedere al governo siriano – ma non alle milizie dell’opposizione armate e finanziate dall’estero – un immediato cessate il fuoco per “consentire la distribuzione di aiuti ai civili”. 
Una conferenza invisa, quella in corso a Tunisi, alle forze politiche e sociali tunisine che non vedono di buon occhio lo strapotere del Qatar e delle altre petromonarchie del Golfo in Siria e, soprattutto, in Tunisia. Non è un caso che l’appuntamento sia stato organizzato in un paese nel quale il partito islamico Ennhada ha conquistato il potere anche grazie alla pioggia di soldi proveniente dalla penisola arabica.
Questa mattina centinaia di manifestanti hanno letteralmente tentato di assaltare la sede del vertice degli ‘Amici della Siria’. I manifestanti hanno marciato fino all’Hotel dove sono riuniti i capi di stato e i rappresentanti dei paesi che sostengono il rovesciamento del governo siriano gridando slogan contro Israele, contro gli Stati Uniti e soprattutto contro l’emiro del Qatar Ahmed. La manifestazione ha obbligato anche la Segretaria di Stato di Washington Hillary Clinton a deviare dal poco percorso e ad arrivare in ritardo alla conferenza. I manifestanti, che sventolavano bandiere siriane e tunisine, si sono anche scontrati con i poliziotti che gli hanno sbarrato la strada. Molti di loro portavano cartelli contro Obama e contro la Clinton. “E’ un congresso per difendere gli interessi degli americani e dei sionisti” scandivano i manifestanti prima di essere caricati dalla Polizia. “Cercano di distruggere la Siria come paese indipendente e noi rifiutiamo che la Tunisia possa essere complice di questo complotto contro un altro paese arabo” ha denunciato una delle portavoce dei manifestanti, Emna Bousalem.
Ieri pomeriggio un’altra manifestazione, organizzata formalmente dal «Comitato di sostegno alla resistenza e di lotta all’entità sionista» aveva sfilato per le vie di Gabes.

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1 Commento


  • mogol_gr

    Io ci vedo l’asse Cina Russia Nord Africa.

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