Un raid dei militari israeliani nelle sedi di due emittenti televisive palestinesi a Ramallah, è stato denunciato dall’Autorità Nazionale Palestinese come «una violazione delle legge internazionale». Una ventina di militari israeliani hanno fatto irruzione negli uffici di Wattan Tv, nel centro della città, e hanno requisito i trasmettori posizionati sul tetto, computer e file, secondo quanto denunciato dallo staff dell’emittente. I militari israeliani si sono recati negli uffici anche di al-Quds Educational Television. Entrambe le emittenti hanno ottenuto l’autorizzazione a trasmettere dall’Anp ma non da Israele che però esercita di fatto il controllo anche dell’etere sui territori paletsinesi amministrati dall’Anp. Un portavoce dell’esercito israeliano ha spiegato che i militari hanno accompagnato dei funzionari del ministero della Comunicazione israeliana che più volte aveva chiesto alle due emittenti di sospendere le loro emissioni sul territorio israeliano perchè interferivano con «le emissioni autorizzate» e le comunicazioni aeree. Un portavoce del ministero della Comunicazione ha comunque annunciato che verrà presentata una spiegazione su quanto avvenuto. I dipendenti della Wattan tv hanno denunciato di essere stati trattenuti in una stanza mentre i militari caricavano tutto il loro materiale su un camion. Il primo ministro palestinese, Salam Fayyad, ha espresso la sua solidarietà all’emittente, condannando il raid: “queste azioni barbariche devono essere condannate con forza – ha detto ai giornalisti – questo è parte di una campagna tesa a minare quello che resta dell’Autorità Nazionale Palestinese”. Fayyad ha sottolineato che i militari israeliani sono entrati in un’area completamente sotto controllo dell’Anp «in violazione delle legge internazionale e degli accordi firmati». Il dirigente del sindacato dei giornalisti palestinesi, Abdul Nasser Najjar, ha definito le due irruzioni “atti di pirateria”.
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