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Putin la sfanga ancora

Confortato dai risultati, Vladimir Putin ha festeggiato la vittoria (qualcuno afferma che si sia anche commosso) davanti a migliaia di sostenitori riuniti sotto le mura del Cremino. Putin è dunque riuscito a tornare al Cremlino per la terza volta con circa il 64,3% dei voti a metà dello scrutinio. Ha poi accusato l’opposizione di eversione e di ricevere finanziamenti dall’estero (una mezza bugia ma anche una mezza verità). Putin ha vinto, ma non ha stravinto. La sua percentuale, coerente con i sondaggi della vigilia, gli riconferma la maggioranza del Paese nonostante i brogli denunciati dall’opposizione, ma fa registrare anche un calo della sua popolarità: quasi il 10% in meno rispetto ai consensi ottenuti nelle presidenziali nel 2004 (71,3%), oltre il 15% se si considera il punto più alto del consenso quando nel 2008 lasciò il Cremino. L’affluenza alle urne è scesa dal 69,7% al 63,3%. : Il candidato presidenziale del Partito Comunista della Federazione Russa, Ghennadi Zuganov, si è fermato al 17,1%. Gli altri tre candidati erano l’oligarca Mikhail Prokhorov arrivato al terzo posto con il 6,9%, davanti al leader ultranazionalista Vladimir Zhirinovski (6,7%) e al leader del partito Russia Giusta Mironov (3,7%). Tutti hanno denunciato brogli, in particolare quelli che hanno definito i “caroselli”, ossia le comitive di elettori trasportati con pullman per votare in più seggi, generalmente a favore del partito putiniano Russia Unita. Il leader comunista Ziuganov si è rifiutato di riconoscere queste elezioni come “oneste, libere e dignitose”. L’opposizione, rimasta perlopiù tagliata fuori dai risultati elettorali, domani, con scenari ancora imprevedibili, tornerà a manifestare in piazza Pushkin a Mosca.

 

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