Gli «indignados» spagnoli tornano a Puerta del Sol, la piazza più emblematica del movimento, nel cuore di Madrid, alla vigilia delle politiche anticipate di domani che, secondo i sondaggi, dovrebbero essere vinte dal leader dell’opposizione di destra Mariano Rajoy. Gli indignati hanno convocato oggi una «vigilia di riflessione» sulla piazza nella quale si erano accampati per oltre un mese fra maggio e giugno. Ieri notte già alcune centinaia di indignados per iniziativa del movimento Democracia Real Ya (Vera Democrazia Subito) si sono riuniti a Puerta del Sol, dove a mezzanotte hanno inscenato un «grido muto» collettivo: «La chiamano democrazia ma non lo è», lo slogan dei manifestanti. Stesso scenario a Barcellona, dove gli indignati sono tornati in Placa de Catalunya, nonostante il divieto di accampamento emesso dal sindaco Xavier Trias.
Oggi concentrazioni parallele sono previste in diverse città del Paese, fra cui Malaga, Santander, Oviedo, Valladolid, Almeria, Guadalajara, Badajoz. Differenti orientamenti sull’atteggiamento da tenere durante le elezioni di domani caratterizzano il movimento: a Madrid in molti espongono cartelli che esortano a disertare le urne con la scritta: «Nè bianche, né nulle, la soluzione è l’astensione. Non li votate». Altri invitano invece ad andare a votare ma a depositare scheda bianca o nulla nell’urna. Altri ancora a boicottare socialisti e popolari e a concentrare il voto sui partiti della sinistra: Izquierda Unida o i Verdi.
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