I lavoratori marittimi greci erano oggi al secondo giorno di sciopero, mentre oggi alle 11 si è tenuto un nuovo incontro tra i rappresentanti dei sindacati e il ministro per lo Sviluppo Anna Diamantopoulou, nel tentativo di trovare una soluzione che eviterebbe un nuovo sciopero di 48 ore già minacciato da parte dei marittimi se le loro richieste non verranno accolte. Dopo l’incontro era prevista una riunione della Federazione Nazionale dei Lavoratori Marittimi (Pno) per decidere se e come continuare la mobilitazione. Una riunione tempestosa terminata intorno alle 16, che si è conclusa con un voto di 9 a 5 a favore della sospensione di una mobilitazione giunta quasi alla naturale conclusione. Lo scontro tra i rappresentanti sindacali espressione della sinistra e quelli più moderati è stato sulla lettura da dare ai risultati della riunione col Ministro: promettenti per questi ultimi, completamente insoddisfacenti per i primi.
Intanto gli agricoltori delle isole, preoccupati per il deterioramento dei prodotti, chiedevano di interrompere gli scioperi. In particolare gli agricoltori di Creta hanno premuto affinchè i sindacati dei marittimi permettessero la partenza da Iraklion di almeno una nave ogni due o tre giorni. Il Ministro per lo Sviluppo, Anna Diamantopoulou, si è detto favorevole al dialogo con i scioperanti ma ha anche usato parole demagogiche nel tentativo di aumentare la pressione delle altre categorie di cittadini e lavoratori contro il sindacato dei marittimi, dicendo che «ogni danno alla produzione agricola, al turismo e all’economia nazionale è un danno al disoccupato, al pensionato e al lavoratore».
Sul fronte economico intanto le notizie non sono affatto buone: la Grecia dovrebbe rimanere in recessione per un quinto anno consecutivo anche per tutto il 2012. Nell’anno in corso l’economia del paese ormai allo stremo si contrarrà di un ulteriore 4,5% mentre il recupero – giurano governo ed economisti – inizierà nel 2013. La previsione proviene dalla Banca centrale greca ed è contenuta nella relazione annuale sulla politica monetaria. Il Pil greco ha già subito una contrazione del 6,9% nel 2011, mentre la disoccupazione ha raggiunto una quota assai superiore al 20% ed è prevista in ulteriore aumento nei prossimi mesi, soprattutto a causa dei licenziamenti decisi dal governo nel settore pubblico.
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