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I curdi sospendono lo sciopero della fame

Il KCK ha rilasciato una dichiarazione in merito allo sciopero della fame

 

Crediamo che lo sciopero della fame abbia raggiunto il suo scopo

In una dichiarazione in merito allo sciopero della fame a tempo indeterminato  in atto a Strasburgo, il KCK ha fatto la seguente dichiarazione: “Crediamo che l’azione degli scioperanti abbia raggiunto lo scopo prefissato, arrivando a toccare la coscienza di tutti come  atto che testimonia il rispetto per i valori democratici e i diritti umani “.

Nella dichiarazione il KCK ha evidenziato il fatto che gli scioperanti dovrebbero prendere in seria considerazione il messaggio del leader del popolo curdo Abdullah Ocalan, che in rifermento allo sciopero della fame ha pronunciato le seguenti parole: “la resistenza non dovrebbe finire con la morte”.

La dichuiarazione continua con le seguenti riflessioni:”Riteniamo che la guerra o la pace dipenderanno ancora una volta dall’approccio che lo Stato vorrà attuare nei confronti del leader Öcalan”…..E ‘abbastanza chiaro e indiscutibile che non vi sarà mai pace fino a quando il leader Öcalan sarà sottoposto a tali condizioni. Non importa quali sacrifici conporterà, ma le condizioni di salute, la sicurezza e la libertà di Öcalan rappresentano  le priorità per il nostro movimento così come per il popolo curdo….Il popolo ha attuato una resistenza contro queste politiche criminali e disumane, tramite gli scioperi della fame organizzati in Kurdistan e in Europa “.

In merito allo sciopero in atto a Strasburgo, il KCK ha sottolineato che: “Come il nostro Movimento aveva già affermato all’inizio, spetterà agli scioperanti terminare o meno l’azione di protesta, dando ascolto a quanto aveva già espresso Ocalan in merito all’importanza di non sacrificare altre vite umane attraverso tali atti di resistenza “.

Osservando che le future azioni di protesta saranno sviluppate in modo più ampio, a meno che non si verifichino sviluppi positivi per quanto concerne l’attuale situazione di Ocalan, il KCK ha rimarcato che i prigionieri impegnati nello sciopero dovrebbero optare per la fine dello sciopero, sempre in base a quanto espresso da Ocalan”.

Il KCK ha sottolineato che “l’insistenza dell’AKP nel proseguire con le azioni di guerra provocherà un futuro caratterizzato da nuove e più intense ondate di resistenza che vedranno impegnato sia il Movimento sia il popolo, il tutto proteso all’ottenimento di uno stato democratico, dell’autonomia e della liberta del nostro Leader.”

La dichiarazione del KCK si è conclusa invitando il popolo curdo a implementare la resistenza contro la repressione attuata dallo Stato.

 

I prigionieri del PKK e del PAJK hanno deciso di porre fine allo sciopero della fame iniziato il 15 febbraio.

 

La decisione dei prigionieri è stata annunciato dal portavoce degli scioperanti Deniz Kaya, che ha dichiarato: “Termineremo la nostra azione di protesta il 20 aprile 2012, prendendo in considerazione la sensibilità dimostrata dall’opinione pubblica in Kurdistan, Turchia, così come in Europa. Il nostro Leader e il Movimento si sono rivolti a noi per evitare qualsiasi sacrificio di vite umane nel processo di resistenza “.

La dichiarazione dei prigionieri continua con un monito rivolto allo Stato turco e al governo AKP in cui si chiede:”… di porre fine alle azioni razziste e violente e alle politiche di negazione, rispettando l’esistenza, la lingua madre del popolo curdo e terminando l’isolamento imposto al leader Öcalan “.

La dichiarazione si conclude con l’invito rivolto al popolo curdo, alle organizzazioni e istituzioni curde perché agiscano all’unisono assumendo un atteggiamento nazional-democratico nei confronti degli Stati colonialisti, volto all’ottenimento della libertà per il Kurdistan e per il suo popolo.

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