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Lo “scudo” dell’India

Mentre gli annunciati nuovi test nucleari da parte della Corea del Nord preparano un nuovo focus nell’est Asia per la stampa mondiale, elementi strategico militari di portata ben più ampia si prefigurano in Asia centro meridionale e portano elementi relativamente nuovi all’interno del blocco dei Brics.

Per iniziare, potremmo ripartire proprio dal riuscito testi indiano del missile a lunga gittata Agni V di qualche settimana fa, un missile balistico intercontinentale con un raggio di 5000 km denominato dalla stampa indiana “China Killer”, passato sostanzialmente in sordina dalla stampa mondiale e che ha ricevuto reazioni internazionali molto più tiepide rispetto a quelle di fuoco scatenate contro la Nord Corea, come evidenziato nei giorni scorsi proprio sul sito di Contropiano.

L’elemento relativamente nuovo cui ci riferiamo, e che potrebbe portare ad un indebolimento del blocco di paesi non allineati noto come Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica), è un riacceso protagonismo militare indiano diretto senza neanche troppi misteri nei confronti del gigante suo vicino.

Nello scorso autunno avevamo già scritto dell’aumento di 100.000 unità delle truppe dell’esercito indiano al confine con il Tibet; ora il recente test missilistico con un range ancora limitato a 5000 km(non ancora ai livelli di range dei missili americani, russi e cinesi)che mette la Cina all’interno dello spettro di un potenziale attacco nucleare da parte indiana, appare alquanto stridente con le politiche bilaterali che gli altri paesi dei Brics, soprattutto la Russia, adottano tra loro.

Se è evidente che attriti di natura storica tra i paesi di quella che una volta si chiamava “cortina di bambù”, che si sono scontrati nel 1962 in una guerra guerreggiata, e che si trascinano a causa di rivendicazioni territoriali, non dovrebbero poter influire più di tanto all’interno di un blocco di paesi che rappresentano una parte enorme della popolazione e dell’economia mondiale, è però vero che negli ultimi mesi un’escalation di ostilità da parte indiana sta portando ad una riduzione del terreno comune dei Brics in ambito diplomatico e commerciale, e al rischio della formazione di due sottoblocchi all’interno dei Brics che vedrebbero da una parte India e Brasile, che si vorrebbero caratterizzare come “blocco democratico”in opposizione ideologica a Cina e, evidentemente, anche alla Russia, e dall’altra Cina e Russia, con il Sudafrica stretto nel mezzo, a rappresentare il duo di paesi con le politiche, militari e diplomatico commerciali, più coordinate fra loro tra tutti gli altri membri del blocco.

Se ormai viene riconosciuto infatti dalla stessa stampa di questi paesi che i Brics non hanno dei “valori” comuni, e che dunque debbono cercare di coordinare la loro eterogeneità valoriale con una convergenza politica diplomatica focalizzata sui loro interessi concreti, nel caso delle relazioni sino-indiane si rischia ormai di andare verso un elemento di aperta ostilità.

Nell’ambito della più volte sottolineata strategia “neo-democrat”sullo scacchiere asiatico, quella del cosiddetto ritorno degli Usa in Asia Orientale infatti, il progressivo disimpegno americano dal fronte iracheno e afghano(“sigillato” la settimana scorsa dalla visita a sorpresa di Obama a Kabul cui ha fatto seguito la stipula di un un accordo stabile sulla sicurezza-militare con Karzai, che ha messo subito in allarme il vicino Iran)necessita fortemente di un gendarme regionale che sia in grado di occupare il vuoto relativo che gli Usa lasceranno se e quando sposteranno uomini e mezzi in Asia Orientale, un po’ come avvenuto con lo spostamento di truppe dall’Europa che non ha caso è coinciso con un rinnovato protagonismo dell’imperialismo militare europeo come visto nel caso libico.

E se il gendarme europeo è il duo dell’ex entente cordiale franco britannica, in Asia meridionale l’India, come prevedono i piani americani che ormai non sono più un segreto per nessuno, potrà solo vedere aumentare il proprio ruolo nella regione, dopo che negli ultimi dieci anni è stata la vera “porta”della guerra americana in Afghanistan, molto più del vicino e instabile Pakistan, sempre più ai ferri corti per i continui attacchi che gli americani compiono all’interno dei suoi confini, fortemente infiltrati da elementi della guerriglia islamica.

E questo sia ai tempi del governo dei popolari induisti, sia dopo le elezioni del 2004 e la riconferma del 2009 del partito “socialdemocratico”del National Congress, evidenziando una sostanziale continuità e, anzi, un peggioramento della tendenza sul piano politico-militare nonostante un espansione degli scambi commerciali tra i due paesi.

All’interno di questo quadro si spiegano le recenti divergenze diplomatiche tra Russia e Cina da una parte sul caso Siria, e India e Brasile dall’altra, in sede Onu. Si spiegano le divergenze rispetto alle sanzioni petrolifere unilaterali Usa all’Iran, totalmente ignorate dalla Cina e che invece hanno visto l’India ridurre gradualmente le importazioni iraniane di petrolio a favore di quelle dell’alleata arabia saudita, cosa che ha portato proprio in questi giorni un’allarmata delegazione commerciale iraniana in India per discutere della questione.

Mentre ieri nel vicino Nepal si è formato, per la prima volta dalle elezioni costituenti del 2008, un governo di unità nazionale che sarà composto da 27 ministri di cui per ora hanno giurato solo undici(tra cui 4 del Partito Comunista Unificato dei Maosti Nepalesi, 4 del Fronte Unito Democratico Madhesi con i ministeri chiavi della Difesa e dell’Informazione, 2 del Congresso Nazionale Nepalese)e i cinesi consolidano le loro posizioni in Tibet con un programma di invio di funzionari dalle città maggiori ai villaggi più remoti della regione, qualche giorno fa il ministro della difesa indiano A.K. Antony dichiarava al Parlamento indiano che il 16 e il 19 Marzo scorsi aerei ed elicotteri cinesi(evidentemente militari)avrebbero violato lo spazio aereo indiano nella zona militarizzata del confine.

Vi è inoltre una notizia che se confermata dai quadri politici potrebbe spingere drammaticamente in avanti l’evoluzione del quadro: il capo del Team Ricerca e Sviluppo del Ministero della Difesa indiano VK Saraswat, ha annunciato ieri a Nuova Delhi di fronte alla stampa che “lo scudo di difesa anti missili balistici è ora maturo. Siamo pronti a mettere in atto la fase uno e ciò può essere fatto in tempi molto brevi”.

Lo scudo antimissilistico indiano è stato testato con successo su un missile lanciato da 2000 km di distanza.

Attualmente lo scudo può essere dispiegato per proteggere almeno due grandi città, le quali tuttavia non sono state identificate.

Nella fase due, a partire dal 2016, lo scudo sarà in grado di bloccare dei missili lanciati da più lontano, 5000 km.

Se confermata si tratterebbe di una notizia dirompente, nonché di un’anteprima mondiale nel campo antimissilistico, dato che per ora neanche le potenze maggiori hanno messo in atto i programmi di scudo sul proprio territorio, e si iscriverebbe perfettamente nel quadro dei fronti europeo e dell’Est Asia dello scudo missilistico Usa.

Evidentemente si tratta di un salto di qualità che, a differenza delle tensioni commerciali degli ultimi tempi tra Cina e Brasile, porterebbe ad un livello di scontro due paesi interni al blocco ad un punto tale da depotenziare l’unità del blocco stesso, o quantomeno a porlo in second’ordine. L’India in questo senso lo pone già adesso in secondo ordine rispetto alla salda permanenza nel blocco dell’alleanza con l’Occidente, e la stessa permanenza all’interno del blocco da parte del Sudafrica è stata dettata più che altro dalla necessità di depotenziare il gruppo di dialogo trilaterale già esistente tra India, Brasile e Sudafrica all’interno dei Brics. Sul piano della coordinazione politico-diplomatica avrebbe molto più senso un ingresso dell’Iran nel club.

E questa politica dell’India è davvero importante dal punto di vista degli equilibri mondiali, poiché un abbassamento dei toni con la Cina e una maggiore unione d’intenti nei confronti delle politiche occidentali potrebbero portare un formidabile contributo alla crescita della forza dell’Asia nel suo complesso. Cina e India unite a rappresentare gli interessi del mondo in via di sviluppo formerebbero una potenza di blocco difficilmente contrastabile. Con l’apporto della Russia, potrebbero mutare gli equilibri mondiali e costringere gli Usa ad un lento ritiro dall’Asia e ad allentare la morsa sul mondo arabo. Si tratta quindi di un paese chiave che potrebbe dare il via ad una catena di causa-effetto economica e politico-diplomatico-militare in grado di cambiare per sempre gli equilibri mondiali.

E invece essa resta intrinsecamente incastonata tra gli alleati dell’Occidente, costretta a ciò da una classe dirigente molto più compradora e meno indipendente di quanto si voglia far credere, timorosa dei cambiamenti sociali apportati dalla rivoluzione del 1949 nel suo vicino asiatico e fondamentalmente legata al sistema di società castale. Vogliosa di esprimere una grandeur sul piano militare possibile in virtù di una crescita economica che, quantunque sia stata molto sostenuta negli ultimi anni(nonostante l’anno scorso la crescita sia stata una delle più basse degli ultimi anni)è stata caratterizzata da enormi squilibri economico e sociali. Tipico della stampa indiana è esprimere spesso l’idea di aver sostanzialmente perso la guerra fredda sul fronte del confine di bambù con la Cina e di aver perso la guerra allo sviluppo se confrontata con questo paese. Mentre la Cina quest’anno entra nel club dei paesi a medio reddito con un livello pro capite nominale annuo che ha superato i 4000 dollari, l’India resta al palo, e molti fondamentali problemi non sono stati ancora risolti proprio a causa, a nostro avviso, di quella mancata rivoluzione sociale che invece ha mutato dalle fondamenta i crismi della vecchia società feudale in Cina.

Tuttavia nonostante inquieti i vicini cinesi e iraniano, lo sfogo militarista della frustrazione dell’élite indiana non è nemmeno esso esente da debolezze. Quelle principali sono sul piano energetico, campo nel quale l’India è molto più dipendente dall’estero del vicino cinese, e soprattutto sul piano militare, campo nel quale l’India è a tutt’oggi il più grande importatore di armi straniere. In caso di guerra l’apparato militare indiano potrebbe funzionare solo con il supporto fondamentale dei paesi che gli hanno fornito materiale bellico, tra i quali Francia, Russia, Usa ed altri, e non è garantito che possa funzionare agli stessi livelli una volta distrutti i mezzi e le munizioni acquistate dall’estero.

La stessa proposta avanzata all’ultima riunione del gruppo dei Brics a Nuova Delhi per la costituzione di una Banca dei paesi del Sud del mondo, fanno notare gli analisti, e comunque supportata dagli altri membri dei Brics, è dettata prima di tutto dalla cronica mancanza di capitali investiti direttamente in India e di cui il paese è carente, dovuta alle carenze infrastrutturali e alle peggiori condizioni d’investimento nel paese(sempre se confrontata con il vicino asiatico), nonostante un livello di salari nettamente più basso.

Ma nonostante queste debolezze strutturali e uno spaventoso fronte di guerriglia interno aperto dall’avanzata dei guerriglieri maoisti che si rafforzano proprio facendo leva sulle contraddizioni sociali del paese, il sistema della classe dirigente e politico ereditato dal colonialismo britannico continua ad agire in sostanziale continuità con gli interessi dell’Occidente.

Vedremo se essi riusciranno ad usare l’India come una “clava” per indebolire il gruppo dei Brics economicamente e militarmente o se in futuro il blocco stesso riuscirà ad esercitare un’influenza maggiore sul paese di quella esercitata dall’Occidente e a consentire un reale e completo “passaggio” di fronte.

http://www.globaltimes.cn/NEWS/tabid/99/ID/707977/Indias-ballistic-missile-shield-ready-for-deployment-says-top-scientist.aspx

http://www.globaltimes.cn/NEWS/tabid/99/ID/707963/New-cabinet-formed-in-Nepal.aspx

http://www.globaltimes.cn/NEWS/tabid/99/ID/707548/India-claims-China-violated-its-airspace-twice-in-March.aspx

http://www.globaltimes.cn/NEWS/tabid/99/ID/707989/Iranian-delegation-to-visit-India-for-trade-talks.aspx

http://www.globaltimes.cn/NEWS/tabid/99/ID/707058/UN-chief-urged-to-press-India-to-address-serious-human-rights-violations.aspx

http://www.globaltimes.cn/NEWS/tabid/99/ID/702407/Benefits-not-values-define-BRICS-unity.aspx

http://www.globaltimes.cn/NEWS/tabid/99/ID/702360/Backing-Indias-BRICS-hopes-helps-whole-groups-credibility.aspx

http://www.indika.it/news/india/maoisti-in-india/

http://www.indika.it/news/cina/cina-e-india-nella-commissione-trilaterale-per-definire-il-nuovo-ordine-mondiale/

http://www.indika.it/news/cina/la-stampa-itopinioni-cina-india-uguaglianza-impossibile/

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