Le strade di Santiago sono tornate a riempirsi di migliaia di studenti in una nuova manifestazione contro la recente proposta di riforma del settore dell’istruzione annunciata al governo ritenuta insufficiente a garantire un’istruzione “gratuita e di qualità”, richiesta portata avanti con massicce mobilitazioni già dal 2011 dai giovani cileni. Dall’inizio della mobilitazione, più di un anno fa, sono state più di 40 le manifestazioni organizzate dai giovani in tutto il paese, alcune delle quali hanno portato in piazza non solo gli studenti ma anche consistenti settori di lavoratori.
La seconda marcia studentesca dall’inizio dell’anno – sono scesi in piazza in 100.000, secondo gli organizzatori, in 20.000 secondo la polizia – è partita come di consueto da Plaza Italia, sfilando per la Avenida Alameda fino alla Stazione Mapocho, dove i leader della Federazione studentesca del Cile (Fech) hanno chiesto a gran voce al Congresso di respingere il disegno di legge presentato dall’esecutivo di Pinera.
La proposta del governo prevede che sia lo Stato ad assumere la gestione dei prestiti concessi agli studenti universitari per pagare le rette in uno dei sistemi educativi più privatizzati e cari al mondo, a condizioni migliori di quelle offerte finora dalle banche. Invece di indebitarsi con le banche gli studenti, se vorranno continuare la carriera scolastica oltre i primi anni, dovranno farlo con lo Stato.
Ed infatti la Fech ha giustamente respinto la proposta perché non risponde alla sua principale rivendicazione: ottenere che il Cile abbia un’istruzione pubblica, gratuita e di qualità che consenta a tutti i giovani di avere le stesse opportunità di studio e che non tagli fuori tutti i settori giovanili proletari e parte di quelli delle classi medie.
“Stiamo chiedendo una riforma tributaria che distribuisca la ricchezza in Cile affinché l’istruzione sia garantita” ha detto nel suo intervento finale, al termine del corteo, il leader della Fech, Gabriel Boric, denunciando che invece la riforma fiscale annunciata dal governo come strumento di finanziamento all’educazione beneficerà solo i settori più ricchi del Cile.
Alla fine della manifestazione si sono registrati scontri tra gruppi di giovani e le forze di sicurezza e come di consueto l’intervento della Polizia Cilena è stato pesante: la marcia si è conclusa con ben 70 arresti per “disturbo dell’ordine pubblico” e tre feriti per fortuna non gravi.
Manifestazioni di studenti e giovani lavoratori si sono svolte ieri anche in altre città del paese, tra le quali Valparaiso e Concepcion.
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