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Grecia: la destra filo-troika scavalca Syriza nei sondaggi

 

Il voto del 17 giugno si avvicina e da qualche giorno tutti i sondaggi danno in crescita la destra filo-troika, tanto da scavalcare la sinistra radicale finora in testa. Secondo i dati diffusi oggi dalla società Alco per il sito web di Nuova Democrazia Newsit.gr, il partito di centrodestra si attesterebbe al 25% contro un 22,7% previsto per la coalizione Syriza e un 12,5% per i socialisti del Pasok. Ieri un altro sondaggio dava Nea Dimokratia al 23,4%, mentre il partito di Tsipras era accreditato di un 22,1%. Il rilevamento della Gpo per la Mega tv assegnava ai socialisti di Venizelos il 13,5% dei voti. 

Al voto mancano ancora più di due settimane, e nel frattempo la situazione peggiora sempre più. Lo Stato non assicura più i servizi minimi ai cittadini e quindi le famiglie devono sobbarcarsi spese che non si possono permettere, visto che i loro salari sono stati tagliati di netto e che moltissimi lavoratori sono senza impiego ormai da mesi, se non da anni. Le famiglie greche spendono ad esempio più di cinque miliardi di euro all’anno per l’istruzione dei figli nonostante il fatto che la maggior parte dei bambini frequenti le scuole pubbliche e che le università nazionali siano per legge solo statali. E’ quanto denuncia in uno studio la Confederazione generale del lavoro greco (Gsee), la principale centrale sindacale del Paese che riunisce i dipendenti del settore privato. La cosa più impressionante è che questa spesa è quintuplicata in soli tre anni, dal 2005 al 2008, e c’è da credere che il trend sia anche peggiorato negli ultimi 4, quelli della crisi conclamata e degli interventi lacrime e sangue del governo Papandreou prima e Papademos poi. Lo studio ha calcolato i costi della cosiddetta ‘istruzione-ombra’: corsi di sostegno, scuole e università private, affitti, libri, materiale didattico ecc. Nei cinque miliardi calcolati inoltre non sono comprese le spese non registrate e denunciate, cioè in nero: soprattutto ripetizioni.

Sul fronte internazionale i timori di un imminente crack ellenico hanno convinto due delle maggiori compagnie di assicurazioni al mondo per gli scambi commerciali a sospendere i contratti per chi esporta prodotti in Grecia. Lo riporta il Wall Street Journal, sottolineando che i contratti di assicurazione di credito all’export consentono agli esportatori di essere pagati se i loro clienti vanno in default. A sospendere i contratti sono state Euler Hermes, divisione di Allianz, e Coface, divisione di Natixis. 

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