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Asturie: i minatori in lotta respingono l’assalto della Polizia

 

Com’è possibile che uno dei più duri e violenti conflitti sociali in corso in Europa scompaia dai grandi mezzi di comunicazione europei? E’ possibile, soprattutto se si considera il potenziale effetto domino di quanto sta accadendo in alcune regioni dello Stato Spagnolo. Dov’è in corso, da giorni, una vera e propria battaglia campale tra migliaia di poliziotti mobilitati dal governo e migliaia di minatori, che si oppongono con forza ai tagli decisi dal governo Rajoy, tagli che mettono la parola fine a decine di migliaia di posti di lavoro e condannano alla desertificazione economica intere province.

Nelle scorse settimane i lavoratori delle miniere di carbone e di altri settori presi di mira dai tagli draconiani del governo hanno scioperato, organizzato cortei locali e blocchi stradali, alcuni di loro si sono rinchiusi nei pozzi. E sabato scorso in diecimila erano calati su Madrid, ricevendo una accoglienza a suon di manganellate e arresti.
Ma non è bastato, non è servito. Il Partido Popular non vuol sentire ragioni e ha deciso di mantenere il piano prestabilito. A quel punto la lotta si è fatta più dura: sciopero generale a tempo indeterminato e ‘selvaggio’, blocchi stradali fissi sulle principali arterie stradali e autostradali delle Asturie, combattiva regione autonoma sull’oceano atlantico, nel nord. Una tradizione operaia e di lotta che non si è smentita.
Sono cominciati così una serie di blocchi selvaggi dei binari del treno, delle strade statali e delle autostrade in numerosi punti, con una tecnica ‘mordi e fuggi’ che sta mettendo a dura prova le cosiddette forze dell’ordine.

Martedì alcune centinaia di minatori e attivisti dei sindacati di classe – nella regione è molto forte una scissione di sinistra delle Comisiones Obreras, la Corriente Sindical de Izquierda – sono riusciti a respingere e a cacciare gli agenti in tenuta antisommossa mandati dal Ministero degli Interni a sgomberare una barricata eretta sull’autostrada N-630, all’altezza di Ciñera de Gordón, piccola località a metà strada circa tra Oviedo e Leòn. I lavoratori avevano eretto la barricata e poi gli avevano dato fuoco, bloccando del tutto la circolazione stradale nella regione. Già il giorno prima nei pressi del piccolo centro asturiano si era svolta una incredibile carica contro i lavoratori da parte dei celerini, che avevano picchiato e inseguito i minatori fin dentro il paese coinvolgendo nella caccia all’uomo anche gli abitanti. Ma il giorno seguente è andata diversamente, e con tecniche di vera e propria guerriglia, e l’utilizzo di fionde e scudi di plexiglas, i minatori sono riusciti a respingere l’assalto della polizia nonostante l’uso massiccio da parte della Guardia Civil di lacrimogeni e pallottole di gomma. La ritirata dei reparti speciali è stata accolta con un boato di soddisfazione non solo da parte dei lavoratori in sciopero ma anche della gente del paese che ha più volte espresso solidarietà attiva alla lotta dei lavoratori del carbone.

Altri festeggiamenti, nelle ore successive, per l’assoluzione dei due minatori arrestati durante la precedente battaglia campale tra polizia e minatori nei dintorni di Santa Cristina de Lena, processati per direttissima ma non ritenuti colpevoli delle gravi accuse che gli erano state rivolte. Ma altri minatori e attivisti, in varie parti delle Asturie e nel resto dello Stato Spagnolo, sono tuttora in stato d’arresto oppure denunciati a piede libero per reati di resistenza, oltraggio e danneggiamenti.

In queste ore la mobilitazione continua, con numerosi blocchi e presidi, mentre il tavolo di trattativa tra governo e rappresentanti dei sindacati e di alcuni enti locali – quelli che verrebbero affondati dalla chiusura delle miniere – procede infruttuosa a causa dell’intransigenza dei rappresentanti del governo spagnolo.

Una intransigenza sui tagli del 63% agli aiuti pubblici alla produzione del carbone che ha 

fatto andare su tutte le furie addirittura il sindaco di Toreno (in provincia di León), che ieri ha definito il Ministro dell’Industria spagnolo e suo compagno di partito, José Manuel Soria, “tonto del culo”.
Intanto nello Stato Spagnolo gli scioperi e le mobilitazioni sociali contro le politiche suicide del governo Rajoy si moltiplicano e si fanno sempre più determinate: dai trasporti alla sanità, dalla scuola ai dipendenti pubblici. E già in molti parlano di nuovo Movimento 15M. Non la M di ‘maggio’ ma di “minatori”.

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5 Commenti


  • ANDREA

    I LAVORATORI SONO INCAZZATI

    NON INDIGNATI_

    AL FIANCO DEI LAVORATORI IN LOTTA SEMPRE


  • piero murgia

    sono figlio di un minatore delle miniere di carbone del Sulcis, anche se bambino, ricordo le lotte dei minatori negli anni 50, e le ocupazioni dei pozzi degli anni 60, quando babbo mancava per molti giorni da casa, vivendo in galeria a centinai di metri nel sottosuolo.
    per due anni, per frequentare le scuole medie, ho viaggiato col treno dei minatori, capivo e capisco oggi ancora di più le loro lotte per il lavoro, nelle viscere della terra, dove spesso la compagna di lavoro era la morte. Mio padre è ormai morto da tempo per silicosi, nonostante fosse in persione da circa 10 anni, mentre aiutavo a vestirlo, ho sentito l’odore del carbone che conoscevo bene, il profumo del suo dignitoso lavoro per il quale aveva lottato tanto e che alla fine lo ha portato via a 65 anni. Coraggio COMPAGNI MINATORI, vi sono vicino.


  • Xaime

    Grazie per la vostra soliedarietà. Ho tradutto il testo per difondere qui. Salutazione dalla terra dei Minatori. Forte abracio!


  • Xose

    ASTURIES: SOBERANÍA Y SOCIALISMU!

    ESPAÑA FUNDE LA NUESA ECONOMÍA

    GRACIES ITALIANOS DE CONTROPIANO POL REPORTAXE.


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