Che gli Stati Uniti siano attivamente impegnati sul campo contro il terrorismo internazionale in Yemen e in Somalia è cosa nota, ma mai prima d’ora era stato affermato ufficialmente. Nel rapporto semestrale sullo stato delle operazioni di combattimento delle forze Usa all’estero inviato dal presidente Barack Obama al Congresso si legge invece che i militari americani hanno condotto «azioni dirette» contro presunti terroristi dell’internazionale del terrore nei due Paesi.
In Somalia, si legge nel rapporto, reso pubblico ieri dalla Casa Bianca, «l’esercito americano ha lavorato per contrastare la minaccia terroristica … In un numero limitato di casi, l’esercito americano ha intrapreso un’azione diretta contro i membri di al-Qaeda, compresi quelli che sono anche membri di al-Shabaab, che sono impegnati nello sforzo di compiere attacchi terroristici contro gli Stati Uniti».
Allo stesso modo, in Yemen, si legge ancora nel documento, l’esercito americano ha lavorato a stretto contatto col governo yemenita contro la minaccia terroristica rappresentata da al-Qaeda nella Penisola Arabica (Aqap) e «i nostri sforzi congiunti hanno portato a un’azione diretta contro un numero limitato di operatori Aqap e leader di alto livello in quel Paese, che rappresentavano una minaccia terroristica per gli Stati Uniti e i nostri interessi».
Nel rapporto, che si riferisce solo alle attività militari e non di intelligence, non si fa riferimento esplicito ai droni, normalmente usati per operazioni di questo tipo, anche dall’ esercito e non solo dalla Cia. Non è quindi chiaro in che modo queste «azioni dirette» siano state condotte. E’ probabile dunque che siano intervenute truppe speciali su segnalazioni della Cia.
Da sottolineare come la “difesa degli interessi” degli Stati uniti in qualsiasi parte del mondo sia ritenuta un principio sufficiente a molitare, inviare, far combattere il proprio esercito ovunque.
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