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Stati Uniti. Su Obama l’ombra di Clinton

La ripresa della Borsa di Wall Street forse è un prezioso regalo per Barack Obama. Per ottenere questo risultato Obama è stato costretto a chiedere aiuto e offrire la platea all’ex presidente Bill Clinton che degli interessi di Wall Street era stato uno dei migliori interpreti. Prima di Clinton la convention democratica di Charlotte aveva ascoltato le parole di Elisabeth Warden , congressista democratica che aveva espresso severi giudizi contro le banche e il mondo della finanza. Ma l’appoggio esplicito di Clinton ha rassicurato il mondo del businness sulle priorità dell’eventuale secondo mandato di Obama. La “comunità degli affari” non avrà nulla da temere.

Sull’economia Obama ha dovuto ammettere di non essere riuscito a tirare gli Usa fuori dalla crisi nel suo primo mandato. “La ripresa non sarà nè rapida, nè facile…Resta molto lavoro da fare per risolvere i problemi accumulati nel corso dei decenni”. Non è tempo di prendere in giro la gente, i tempi a venire saranno ancora di lacrime e sangue ma non c’è via d’uscita. Il mio compito, ha continuato Obama, è dire le cose come stanno: «Non pretendo di dire che il percorso che vi sto offrendo sia semplice o facile. Non l’ho mai fatto. Sono stato eletto per dirvi la verità, e non quello che volevate sentire”. Obama ha dunque proposto una sorta di lunga marcia per ricostruire l’economia su basi più solide e promettendo di muoversi con l’audacia di Franklin Delano Roosevelt, il presidente che 80 anni fa fronteggiò la crisi del ’29 e la Grande Depressione. Nei prossimi anni “il Congresso dovrà prendere decisioni importanti che avranno un forte impatto sui posti di lavoro, sull’economia, sulle tasse, sul debito, sull’energia e l’istruzione, sulla guerra e la pace. Si tratta di scelte – ha sottolineato – che avranno conseguenze enormi sulla nostra vita, sulla vita dei nostri figli e sulle future generazioni”.

Giunto in aiuto al presidente Usa nella sua corsa alla riconferma, Bill Clinton ha difeso il lavoro di Obama, guardandosi bene dall’evidenziare le divergenze interne anche sulle scelte economiche: dallo stimolo fiscale di 787 miliardi di dollari, alla riforma sanitaria, alle proposte di gestione di due pezzi del welfare americano come Medicare e Medicaid e soprattutto sottolineando una comunanza di destino che non fa alcuna differenza tra i miliardari, i ceti medi proletarizzati dalla crisi e i crescenti settori in sempre maggiore difficoltà sul piano della vera e propria sussistenza. Secondo Clinton “Tutti devono giocare con le stesse regole, dalla gente comune a Wall Street”. Ma la comunità degli affari ha un’idea molto precisa dei propri interessi. Secondo un studio condotto da Nbc News , il candidato repubblicano Mitt Romney puo’ contare su un margine di 4 a 1 nei confronti dell’attuale inquilino della Casa Bianca tra gli amministratori delegati delle piu’ importanti societa’ americane. Dieci gestori di hedge fund e fondi di private equity hanno donato oltre un milione ciascuno, compreso Edward Conard, che ha lavorato a fianco di Romney nel fondo di investimenti Bain Capital. Il team di Romney, ha raccolto finora più donazioni del presidente per il terzo mese consecutivo a luglio, superandolo con 186 milioni in cassa contro i 127 milioni di Obama. E’ questo e non altro il gap di Obama che Clinton è stato chiamato a recuperare.

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