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Madrid: nuova manifestazione contro tagli e sacrifici

* Da Madrid, 24 ottobre 2012

Ieri a Madrid tutti i riflettori erano stati puntati su Calle de Cedaceros. Da una parte, al riparo nell’aula del Congreso, i diputados hanno cominciato in mattinata il dibattito parlamentare sulla delicatissima materia del Presupuesto General del Estado, ovvero il bilancio dello Stato spagnolo, nota dolente per il Governo e l’intero Paese. Dall’altra, nella cornice di Plaza de Neptuno, sono tornati a riunirsi i manifestanti del movimento 25-S, protagonisti già alla fine dello scorso mese di ripetute rimostranze contro la politica dei parlamentari ritenuti illegittimi e non rappresentativi della popolazione.

La manifestazione, la prima delle tre preannunciate per questa settimana, non era stata autorizzata dagli organi del governo cittadino e pertanto contrastata duramente sul volgere della sera: infatti, una trentina di agenti dei corpi speciali antidisturbios hanno fatto irruzione nella stazione di Atocha, la più grande della capitale e la più vicina al luogo della protesta, alla ricerca di qualche responsabile del movimento spargendo il panico tra i binari ferroviari, distribuendo colpi e spintoni, senza tuttavia trattenere alcuno dei presenti.

Dalle 18 la piazza aveva cominciato a riempirsi a poco a poco, senza tuttavia mai raggiungere il numero di presenze ottenuto nei tre appuntamenti del mese passato. E con la presenza di alcuni deputati dei partiti di sinistra, in particolar modo di Izquierda Unida, che hanno appoggiato ufficialmente l’evento.

Nonostante l’affluenza non altissima, il fermento propositivo della manifestazione è stato tangibile per tutto il tempo. Due sono infatti le assemblee che si sono tenute contemporaneamente durante il corso della serata, a pochi metri dalle transenne che impedivano l’accesso al Congreso: la prima parlava dell’auspicato processo costituente per una nuova Carta Costituzionale e, perché no?, per una nuova forma di Stato finalmente di nuovo Repubblicano; mentre l’altra dibatteva sui i tagli, il pagamento del debito e gli stessi Presupuestos che venivano discussi di lì a pochi metri.

Calata la notte, l’aula parlamentare ha sospeso la seduta in attesa di chiudere oggi il dibattito e le votazioni sugli emendamenti proposti dalle opposizioni, che con tutta probabilità rimarranno inascoltati sul tavolo della maggioranza, composta unicamente dal partito popolare di Mariano Rajoy.

Nel frattempo, i manifestanti hanno tentato una improbabile azione di Rodear el Congreso, ormai caratteristica del movimento più nel nome che nei fatti: le forze dell’ordine non si sono fatte trovare impreparate come nella prima occasione del 25 settembre scorso, e sono riuscite facilmente a deviare lontano dalla piazza il corteo che si dispiegava nel vano tentativo di circondare l’edificio parlamentare. Infine i partecipanti sono tornati mestamente in Plaza de Neptuno, quando oramai le 22 erano già trascorse e la manifestazione veniva considerata conclusa dai vertici del coordinamento del 25-S.

La protesta, però, non termina qui: in almeno altre 20 città di tutto lo Stato Spagnolo sono previste durante la settimana nuovi momenti di contestazione, e nella stessa Madrid si preparano per domani, giovedì e infine per sabato ancora manifestazioni contro le politiche di tagli indiscriminati del governo del (l’im)popolare Mariano Rajoy.

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